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India: conversione forzata per i cristiani

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 10/09/14
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Almeno 23 persone in Uttar Pradesh sono state riconvertite all’induismo
Almeno 23 persone in Uttar Pradesh sono state riconvertite all’induismo, due anni dopo aver scelto di abbracciare il cristianesimo. Lo rende noto l’agenzia AsiaNews (10 settembre).

IL "RITORNO A CASA"
Avvenuta martedì, la cerimonia di riconversione, riporta Avvenire (10 settembre), si è svolta nel tempio Trilochan Mahadev nell’ambito di un cosiddetto "programma di ritorno a casa" organizzato dal Sant Ravidas Dharma Raksha Samiti e dal Sri Gram Devta Pujan Samiti, associazioni radicali indù.

MAGISTRATURA IN SILENZIO
La magistratura locale ha fatto sapere di non volersi interessare della cosa perché considerata "materia di fede", evidenzia Il Sussidiario.net (10 settembre), ma il presidente del Global Council of Indian Christians ha denunciato l’accaduto, definendo l’episodio contrario alla costituzione indiana. Nel 2012 erano stati oltre trecento gli induisti convertitesi al cristianesimo a essere obbligati a tornare all’induismo, nel 2011 in un solo villaggio 350 persone.

STRATEGIA ULTRANAZIONALISTA
Asianews (5 settembre) ha rivelato che la strategia delle conversioni forzate ha l’obiettivo di creare diffidenza e sospetto nei confronti dei cristiani. La adottano in molte parti dell’India i gruppi ultranazionalista indù. L’ultimo caso di intolleranza, in ordine, di tempo è avvenuto sempre in Uttar Pradesh il 31 agosto scorso. Le vittime 10 pastori protestanti. Stavano partecipando a un digiuno rituale, che non coinvolgeva alcuna conversione religiosa. Avendo però ricevuto molte lamentele da parte della popolazione locale, la polizia si è vista costretta a prelevarli e interrogarli.

IL PREMIER SNOBBA I CRISTIANI
Già Aleteia (26 luglio) aveva denunciato che in India le violenze, gli stupri e le aggressioni si vanno sempre più diffondendo tra i cristiani, citando il caso di una religiosa che è stata stuprata all’interno di un convento. Sembrano esserci davvero poche tutele per chi la pensa diversamente dagli indù. D’altro canto il premier ultranazionalista Modi, che ha sconfitta Sonia Gandhi alle presidenziali ha recentemente: «Attacchi indù contro i cristiani? Non ne ho mai sentito parlare» (Tempi.it, 18 maggio).

CONFRONTO TRA VESCOVI E RELIGIOSI
Intanto proprio oggi, rende noto Fides (10 settembre) i Vescovi cattolici di due stati indiani, Andhra Pradesh e Telangana (India del centro-sud), riuniti in assemblea a Hyderabad, con circa 100 delegati di 13 diocesi, numerosi sacerdoti e suore, e molti leader laici hanno discusso su come rilanciare il cattolicesimo nel Paese.

FORMARE FAMIGLIE CRISTIANE
L’assemblea ha vissuto momenti di confronto e discussione in gruppi sulla risposta delle comunità cattoliche alle nuove sfide che incontra la famiglia, immersa in una cultura sempre più secolarizzata, che tende a emarginare la fede. Tra le risposte emerse, l’urgenza di formare e curare famiglie cristiane. La famiglia infatti è base della vocazione e culla dell’educazione alla vita e al Vangelo per ogni cristiano.

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