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Perché la Chiesa fa bene a rivalutare la Montessori

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 05/09/14
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Smontata la leggenda nera della “pedagogista anti-cristiana”
Pedagogista e scienziata, femminista e pacifista, una degli intellettuali italiani più famosi nel mondo. Ma di certo la cattolica Maria Montessori non è stata una profeta in Patria. Il suo metodo educativo ha fatto una modesta breccia nel Belpaese anche grazie ad un’avversione della Chiesa nei suoi confronti. 

SI ROVESCIA LA LEGGENDA NERA
Ma oggi pare stia maturando un’inversione di tendenza. il pensiero della Montessori, scomparsa nel 1953, è sempre più sdoganato tra gli intellettuali ed in particolare quelli cattolici. La "leggenda nera" di Maria si sta rovesciando. Il primo a farlo in maniera netta è stato lo storico Fulvio De Giorgi con il volume “Montessori. Dio e il bambino e altri scritti inediti” (Editrice La Scuola), pubblicato nel 2013. «La rilettura della Montessori ha un suo fondamento – sentenzia ad AleteiaEzio Aceti, uno dei maggior esperti di psicologia dell’età evolutiva, nonché autorevole pedagogista. – ma per effettuarla in maniera efficace bisogna partire da ciò che ha fatto e scritto questa incredibile donna». 

IL LIMITE DEL CATTOLICESIMO
La formazione della Montessori, scriveva Sandro Magister su L’Espresso (15 febbraio 2002), cominciò col positivismo scientista degli studi di medicina dell’epoca. Poi però, scopertasi educatrice, si iscrisse alla Società teosofica, nata negli Stati Uniti ma con sede in India: dottrina religiosa e filosofica insieme, per iniziati, che vede nel bambino il simbolo genuino del ritorno di tutte le cose a quell’Uno da cui tutto è venuto. Ma del cattolicesimo non accettò mai il dogma del peccato originale. Per lei il bambino non ha nessuna colpa primigenia da cui essere mondato

APPROCCIO EDUCATIVO DIVERSO
La sua opera è ancora studiata e approfondita, evidenzia Vatican Insider (15 ottobre 2013) e in particolare il suo “metodo” viene applicato in numerose scuole materne, elementari, medie e superiori in tutto il mondo. Il “metodo Montessori” è un approccio educativo basato sull’indipendenza e sul rispetto per il naturale sviluppo psicologico dell’alunno, e tra i suoi elementi ci sono le classi d’età mista e un modello in cui gli allievi apprendono il concetto del lavoro con gli oggetti piuttosto che con istruzione diretta.

AVEVA UNA LUCE INTERIORE
«La grandezza della Montessori – osserva Aceti – è che ha affermato per prima la dignità del bambino, e non si può dire, né pensare una cosa del genere se non si ha una Luce dentro. Altro che critiche, lei era molto più cattolica e credente di altri. E’ stato giusto che già Paolo VI la rivalutasse. Ed è altrettanto giusto che lo facciano altri ora». 

INSEGNAMENTO CONTROCORRENTE
Secondo lo psicologo e pedagogista, «il suo metodo ha avuto l’intuizione di sfruttare la pratica come strumento educativo per il pensiero dell’uomo. Mentre la scuola parte dalla teoria, dai sistemi per avere poi delle applicazioni pratiche, lei predicava un’altra strada. Ed è riuscita a partorire un metodo risultato poi universale dato che sono migliaia le scuole Montessori in tutto il mondo, poche invece in Italia». 

FEMMINISTA ED EMANCIPATA
Questa intellettuale, secondo Aceti, era una «grande cristiana moderna». «Allora sembrava un po’ stonata, ma è un po’ il rischio che capita ai grandi personaggi». I problemi che generava una mente lucida come quella della Montessori, agli inizi del Novecento, erano di due ordini. «Prima di tutto pagava il fatto di essere donna, perché le donne erano molto meno emancipate rispetto ad oggi. Veniva vista non positvamente tanto più perché sosteneva idee che possiamo definire quasi femministe, e inoltre aveva studiato, era un medico. Tutto questo, sopratutto agli occhi dei preti, veniva inteso quasi come un pericolo». 

IL "NUOVO" BAMBINO
E poi c’è la seconda grande intuizione, che ha dato vita al suo metodo educativo, che ha spaventato non poco clero ed intellettuali del tempo. «Prima accennavo al bambino come un essere con una sua dignità. Ma quello lì era un concetto rivoluzionario. In quegli anni il bambino era considerato come un piccolo adulto, ben lontano dalla linea evolutiva tracciata dalla Montessori. Allora rivalutare il bambino ed essere una donna pensante e per certi versi emancipata – conclude lo studioso – sono stati due fattori negativi perché andavano contro il pensiero dominante. A distanza di decenni, sono felice che le cose stiano cambiando e quella sfida di pensiero lanciata oltre un secolo fa Maria Montessori la sta finalmente vincendo».
 

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