L’opera della Fondazione AVSI nelle aree più povere del mondo. La scoperta del valore umano in mezzo alle grandi difficoltà del vivere
Tra le periferie del mondo di Papa Francesco, ci sono anche i luoghi più poveri del pianeta, dove miseria, guerra e fame rischiano di soffocare la dignità della persona. La fede incide sulla realtà fino a offrire risposte a queste grandi sfide? Quali sono i fattori che generano sviluppo? L’opera di realtà del terzo settore come AVSI è efficace o è solo assistenziale “distribuzione di briciole”?
Il percorso della mostra, una vera e propria immedesimazione, attraversa tre realtà molto differenti: un gruppo di scuole in Kenya, nate per offrire educazione di qualità anche ai ragazzi più poveri; un centro di recupero ed educazione nutrizionale a San Paolo, basato sulla responsabilità dei genitori e il legame famigliare e comunitario; un intervento di educazione infantile e non formale nelle periferie di Quito, mirato alla valorizzazione della persona e delle sue risorse, magari sepolte dalla povertà. Attraverso la bellezza, queste realtà diventano il luogo di un nuovo inizio per la vita di ragazzi, mamme, padri, famiglie e quindi comunità intere.
Il coraggio di una “Chiesa in uscita”, di quell’ultimo miglio che ci separa dal “diverso” offre la sorpresa dell’umanità che fiorisce: un incontro con qualcuno che dice “tu vali” e la vita cambia, comincia un cammino. Cyprian, Joakim, Anthony, Gisela, Leo, Stefania, Amparito e tanti altri sono usciti, hanno rischiato e “generato bellezza” per intere comunità.
Ignatius, Theresia, Ruth, Alex, Araceli, Amanda, Bruno, Luciano, Samuel sono rinati.
Umanità e talenti altrimenti sepolti dalla miseria si affacciano così sulla scena della storia, e sono per noi oggi un segno di speranza: l’unica vera possibilità di uno sviluppo sostenibile.