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Ancora quanti aborti clandestini!

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Libertà e Persona - pubblicato il 21/08/14
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Una analisi seria delle statistiche ci dice che la 194, nata per contrastare il fenomeno, ha fallitodi Renzo Puccetti

“Il buon medico non obietta” è la campagna contro i medici obiettori lanciata da una nota associazione favorevole ad aborto, eutanasia e fecondazione artificiale in tutte le salse. “E talvolta con l’aiutino è pure un fulmine” è quello che suggerirebbe, sempre che le accuse vengano confermate in fase processuale, quanto rilevato dalle indagini degli inquirenti di Cerignola con tanto di intercettazioni audio e registrazioni video. Il responsabile del servizio per aborti dell’ospedale Tatarella, un ginecologo non obiettore, insieme all’anestesista sono ora agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione: si facevano pagare 50 euro a testa per accelerare i tempi per abortire. Un caso che certo non fa un bel servizio alle organizzazioni abortiste, impegnate a raffigurare i medici non obiettori come degli eroi disinteressati dediti, contro tutto e contro tutti, al servizio delle donne. Al telefono il medico in questione ha affermato di praticare 500 aborti all’anno da 25 anni: totale 12.500 aborti.

Fatti come questo scoperto in Puglia sono l’ennesima conferma di quanto tra gli addetti ai lavori è stranoto. L’aborto per isterosuzione è una procedura che dura pochi minuti, uccidere un essere umano di 8-10 settimane di vita è tecnicamente molto semplice, rispetta in pieno i criteri della banalità del male definiti da Anna Harendt. La campagna scatenata contro i medici che non vogliono macchiarsi del sangue degli innocenti non ha alcuna base in un oggettivo superlavoro dei medici abortisti, ma è pura ideologia, volontà di normalizzazione dell’aborto, di forzata omologazione alla mortifera religione del laicismo libertario. L’episodio di Cerignola conferma ancora una volta la diffusione e la facilità con cui le procedure previste dalla 194 possono essere violate. Le relazioni ufficiali più recenti parlavano di 15.000 aborti clandestini, cifra che sarebbe il risultato di un modello statistico individuato dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità.

Ho già avuto modo di rilevare come in Italia, a fronte di un un uso di contraccettivi molto più basso rispetto a nazioni come la Francia e la Gran Bretagna, abbiamo circa 300.000 concepimenti in meno. Il dato, può essere solo leggermente corretto al ribasso a causa delle differenze nelle strutture demografiche dei paesi considerati. Le possibili spiegazioni risiedono quindi nella ridotta attività sessuale delle coppie italiane in età fertile, nel maggiore tasso di infertilità delle coppie italiane, in una efficacia contraccettiva di coito interrotto e uso del preservativo, due metodi largamente adottati in Italia, che da noi raggiungerebbe vette ineguagliate, tutte cose che non emergono dalla letteratura scientifica specialistica. Rimane la spiegazione del massiccio ricorso all’aborto clandestino praticato da personale esperto in strutture con standard sanitari adeguati, stante la bassissima casistica di mortalità e morbilità da complicanze d’aborto nel nostro paese. Che almeno in parte di quest’ultimo caso possa trattarsi, lo possiamo evincere da un’altra considerazione: il numero di aborti spontanei nel nostro paese. Me lo fece notare nel corso di una relazione il dottor Antonio Oriente, medico ginecologo di grande esperienza, vicepresidente dell’Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici (AIGOC).

Ho così sviluppato il suo suggerimento. Il punto di partenza è andare a vedere che cosa succede oltremanica. Nel 2012 tra Inghilterra e Scozia si contano 917.568 concepimenti (Il Galles viene escluso perché non fornisce i dati necessari). Sottraendo il numero di aborti volontari si ottiene un numero di concepimenti non abortiti volontariamente pari a 729.101. Il numero di aborti spontanei corrisponde a 44.808, una cifra pari al 6,15% dei concepimenti non abortiti. In Italia la percentuale di aborti spontanei sui concepimenti non abortiti è il doppio, il 12,14% (73.810 aborti spontanei su 607.996 concepimenti non abortiti). In Inghilterra l’età media del parto è di 29,8 anni contro i 31,39 dell’Italia, una differenza non certo in grado di spiegare lo scarto di aborti spontanei. Questi dati possono trovare spiegazione in un abnorme sotto-rappresentazione degli aborti spontanei in Inghilterra e Scozia (effettivamente i dati di abortività spontanea provenienti da un registro danese sono più in linea con quelli italiani*), oppure nella inclusione di un cospicuo numero di aborti indotti tra quelli spontanei. Una cosa è certa, le cifre ufficiali danno la fortissima impressione che i conti non tornino.

* Anderson A-M, Wohlfahrt J, Christens P, Olsen J, Melbye M. Maternal age and fetal loss: population based register linkage study. BMJ 2000;320:1708-12.

Qui l’originale

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