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Si può essere ragazzi di strada africani e raccontare una speranza?

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Aleteia - pubblicato il 18/08/14
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L’incontro con la comunità di recupero Koinonia, la passione per la musica e la danza che diventano lo spettacolo acrobatico “Una fame che ci vedo!”
Acrobati kenyoti venuti dalla strada che vogliono documentare l’esistenza di una speranza nella loro vita. E’ il senso dello spettacolo "Una fame che ci vedo!" in scena durante la prossima edizione del Meeting di Rimini.

Uno show di speranza dalle periferie umane
I ragazzi che hanno fatto questo scelta sono tutti molto giovani e si sono appassionati all’acrobatica, alla musica e alla danza dopo aver incontrato la comunità educativa e di recupero Koinonia, guidata da Padre Kizito, in missione in Africa con i fratelli comboniani da fine anni settanta. Da allora sono nate sei case di accoglienza che accolgono bambini e bambine di strada.

Il regista dello spettacolo Otello Cenci racconta la sua esperienza su meetingrimini.org: "La sfida che ci siamo dati è molto ambiziosa: allestire insieme uno spettacolo teatrale che racconti la loro storia documentando il titolo della prossima edizione del Meeting: Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo.

Anche qui alle periferie di Nairobi, dove i bisogni piú urgenti sono quelli del cibo e della casa, è arrivato qualcuno che ha accettato di condividere non solo queste prime naturali necessità ma anche quelle fondamentali dell’istruzione, dell’affetto e del significato del vivere. Una gran bella avventura!"

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