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Egitto: ancora attacchi ad un anno dalle persecuzioni islamiste contro i cristiani

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Erebmedioriente - pubblicato il 18/08/14
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I “Fratelli Mussulmani” dietro la violenza
Ancora attacchi contro i cristiani egiziani a un anno dalle violenze compiute dai Fratelli Musulmani e loro affiliati dal 14 al 17 agosto 2013. Ieri ad Aswan una manifestazione di Fratelli Musulmani organizzata per ricordare i morti degli scontri di Rabba al-Adawayia del 2013, ha assaltato alcuni negozi di proprietà cristiana con pietre e bombe molotov, che hanno devastato il primo piano dell’edificio. Secondo Rizk Matta, proprietario dello stabile, le forze dell’ordine hanno impiegato oltre un’ora per giungere sul posto, situato in un’area centrale della città. Il fuoco ha fatto in tempo a distruggere anche tutta la facciata dell’edificio.

Un anno fa la provincia di Minya (Alto Egitto) e gran parte dell’Egitto venivano devastate dalla furia degli islamisti contro i cristiani di qualsiasi denominazione: copti, cattolici, protestanti. Il bilancio di quell’aggressione, una vendetta contro la deposizione del presidente Mohamed Morsi, fu di oltre 80 chiese e monasteri distrutti e dati alle fiamme, la maggioranza degli assalti si verificò nel governatorato di Minya (Alto Egitto). La chiesa di San Teodoro a El Shatby, la chiesa di San Mosè di Abu Hilal, l’orfanotrofio dei Legionari di Cristo e la sede dell’Associazione dei giovani cristiani vennero completamente distrutte.  

Ora una parte di quegli edifici distrutti è stata ristrutturata. Peter Elhamy, ingegnerie incaricato della ristrutturazione per gli edifici distrutti nelle diocesi di Maghagha e El-Adwah (Minya) spiega che al quotidiano Mcn Direct che “i dopo gli attacchi le chiese della diocesi erano completamente distrutte e profanate. Al momento si è riusciti a ricostruire la chiesa di San Giorgio e di Sefein nel villaggio Blhasa e due scuole della diocesi che erano state parzialmente incendiate”. Altri lavori sono corso da un anno a Minya e a Delga, città presa in ostaggio per diverse settimane dagli estremisti islamici, che volevano cacciare tutta la popolazione cristiana.

La scorsa settimana, il presidente Abdel Fatah Al-Sisi ha incontrato Patriarca copto ortodosso Tawadros II e capi delle Chiese cristiane dell’Egitto per discutere riguardo ai continui rapimenti di ragazze copte e il restauro delle chiese distrutte dai Fratelli Musulmani. In occasione dell’anniversario degli attacchi Maspero Youth Union e Maspero Youth Foundation hanno inviato alle autorità un documento dove si chiede giustizia per cinque giovani copti morti durante gli attacchi: Ramy Zakria, ucciso negli incidenti nella chiesa di San Giorgio e Bacco ad Alessandria; Iskander Tous, ucciso e legato a un trattore e trascinato per le strade durante gli incidenti avvenuti nella città di Delga; Bishoy Mikhael, ucciso a Minya; Mina Aizi ammazzata ad Alessandria e Fares Fawy Morid ucciso con un colpo di pistola ad Al Genanah sobborgo del Cairo. Il rapporto denuncia inoltre sette rapimenti di giovani cristiani avvenuti fra il 2013 e il 2014. 

Qui l’originale

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