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Alla fiera dell’assurdo

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Il blog di Costanza Miriano - pubblicato il 18/08/14
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Gli scenari da incubo dell’eterologadi Andrea Torquato Giovanoli

Cioé: fatemi capire una cosa.
Mi volete dire che “più eterologa per tutti” significa che, ad esempio, uno come me, che è sano, bello e intelligente (oltreché simpaticissimo, umile e modesto), potrebbe andarsene in giro a spargere il suo magnifico seme in provette di mezz’Europa e magari verrebbe, in qualche caso, persino pagato per farlo?

Perché se è così che funziona allora uno come me, per esempio, che si è antiquatamente ostinato a proliferare con un’unica ed una sola donna per la bellezza di sei figli (per ora) scoprendo in via puramente empirica di essere portatore sano di una malattia genetica ereditaria di tipo terminale, più che rara unica al mondo, indiagnosticata e, per adesso,  indiagnosticabile, potrebbe subdolamente propalare un’epidemia del suo stesso male impunemente e con ottime probabilità di non venire nemmanco mai scoperto.

E se non lo facesse inconsapevolmente, potrebbe comunque essere spinto dall’efferato movente di promuovere un aumento statistico di casi della malattia di cui alcuni dei suoi figli sono stati affetti, giocandosi nel lungo termine la carta di una maggiore ricerca nel campo (causata dall’inspiegabile aumento di nascite di soggetti portatori della medesima malattia, ricerca che magari verrebbe pure finanziata dai facoltosi quanto ignari compratori del suo sperma) e quindi, in futuro, l’auspicato ritrovamento di una cura.

Parrebbe quasi il delitto perfetto: roba da serial killer del seme.
Spiegatemelo, per piacere, perché se (oltre al resto) si tratta di un affare così, a me sembra proprio una boiata pazzesca!

Qui l’originale

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