La Cina si inchina davanti al piccolo eroe
Una madre paralizzata dal dolore, sullo sfondo. Al centro una lettiga ferma in un corridoio d’ospedale. Attorno ad essa medici e infermieri si inchinano con profondo rispetto. Un gesto ripetuto per ben tre volte, un gesto che nella tradizione cinese – si chiama koutou – viene ripetuto ai funerali, in senso di profondo dolore e affetto per lo scomparso. E’ la foto che ha suscitato impressione in tutta la Repubblica Popolare Cinese e che ha fatto il giro del mondo. E’ l’immagine di una tragedia umana come tante altre, dove però il protagonista, un bambino di undici anni, è emerso come un gigante per la sua forza d’animo e la sua generosità, espressa fino a un istante prima di chiudere per sempre gli occhi (Corriere della Sera, 10 agosto).
Appena undici anni ma un profondo senso dell’altruismo. Per una volta è una storia positiva a fare il giro del web, la storia di Liang Yaoyi, uno bimbo cinese colpito un tumore al cervello inoperabile. Il piccolo sapeva cosa lo aspettava e ha pensato, di non rendere inutile tutta questa sofferenza, sua e della sua famiglia. Di qui la decisione, sua, personalissima e convinta, di donare i suoi organi. «Per salvare altre vite», ha detto lui stesso, quel bimbo che da grande sognava di fare proprio il medico chirurgo. Una decisione che ha scosso la Cina dove la cultura della donazione di organi non si è ancora affermata, la legge risale appena al 2010. Un esempio per una nazione di un miliardo e mezzo di persone, che si è commossa. A tutta ragione giacché otto ore più tardi, i suoi reni e il suo fegato erano già riusciti a salvare la vita di due persone (Caffeina, 13 agosto).