separateurCreated with Sketch.

Aiutiamo i cristiani in Iraq

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 09/08/14
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Le iniziative principali del cattolicesimo italiano a favore dei profughi iracheni
La situazione in Iraq è sempre più tragica. Gli appelli alla pace e alla riconciliazione, alla stessa preghiera invocata da Papa Francesco tramite i social network o le occasioni pubbliche come l’Udienza generale, non hanno trovato ad oggi l’ascolto di chi conosce solo il linguaggio della violenza. Violenza tanto da parte dell’ISIS, il Califfato autoproclamato da Al-Baghdadi, sia in Occidente dove gli Stati Uniti di Obama hanno deciso di avviare azioni militari per proteggere i cristiani in fuga verso il Kurdistan.

In 100 mila in queste ore, in particolare cristiani, ma anche Yahizidi e musulmani che non vogliono sottostare al regime fondamentalista che si sta imponendo giorno dopo giorno nel territorio dell’Iraq, stanno fuggendo. L’Occidente politico risponde con timidezza, quando non con disinteresse, la Chiesa invece si mobilita con le sue iniziative di sostegno: preghiera in primis, ma anche un aiuto diretto. Ecco una mappa parziale delle principali iniziative italiane:

In prima fila ovviamente la Caritas. La Caritas italiana ha rilanciato alle 220 Caritas diocesane l’invito del Cardinale Angelo Bagnasco ad accogliere i cristiani perseguitati in fuga dall’Iraq sconvolto dalle milizie dell’isis. «Le diocesi italiane sono da sempre notoriamente disponibili verso gli immigrati – ha dichiarato ieri in un’intervista al Corriere della Sera il presidente della Cei – e lo sforzo diventerà ancora più urgente e doveroso verso i tantissimi fratelli brutalmente perseguitati a causa della loro fede» (8 agosto).

Come riporta Avvenire, la Caritas italiana, in raccordo con la rete internazionale, è in costante contatto con l’organismo fratello in Iraq, che sta assistendo fino a 300mila famiglie sfollate – circa un milione e mezzo di persone – con quella del Libano, che ha iniziato ad accogliere il fiume di famiglie cristiane irachene fuggite da Mosul per raggiungere familiari e amici che vivono nel paese e con Caritas Turchia. La politica di accoglienza delle autorità turche e la relativa sicurezza del Paese stanno infatti favorendo in queste ore l’ingresso di un numero sempre maggiore di rifugiati e la Turchia sta assistendo le famiglie sia al confine con l’Iraq che ad Istanbul (9 agosto).

Prossimo passo, spiega don Francesco Soddu,presidente della Caritas Italiana “sarà la diffusione a tutte le Caritas diocesane di un documento con alcune prime indicazioni di lavoro. Poi ci coordineremo, come peraltro si sta già facendo, con Caritas Internationalis per continuare a portare aiuto a chi ha bisogno”. Quello espresso dal cardinale Bagnasco, conclude il direttore della Caritas, “è un desiderio comune di tutta la Chiesa italiana. Sfrutteremo al massimo la rete di aiuto della Caritas italiana per essere pronti ad accogliere”. La Chiesa italiana ha già stanziato un milione di euro per le immediate necessità dei profughi e il 15 agosto nelle chiese si pregherà per chiedere “concordia e sollievo dei cristiani drammaticamente perseguitati in tante parti del mondo” (SIR, 9 agosto). Qui le indicazioni per donare alla Caritas.

Da sempre attenta alle necessità della Chiesa nelle zone più complicate del mondo, la fondazione di diritto pontificio: “Aiuto alla Chiesa che soffre” (ACS) che a giugno ha già donato 100 mila euro all’Arcidiocesi di Mosul, e che oggi organizza una colletta straordinaria per aiutare i profughi e da sempre invita ad aiutare i cristiani a non lasciare l’Iraq, area in cui la loro presenza è testimoniata fin quasi dalle origini del cristianesimo stesso (Aiuto alla Chiesa che soffre).

A loro si “appoggia” l’iniziativa della rivista online “La Nuova Bussola Quotidiana” che ha realizzato delle
magliette con il “Nu”, la lettera araba che viene usata per marchiare le case dei cristiani in Iraq. “Nu”, cioè “N” come “Nazareno”. Il ricavato va alla raccolta fondi di ACS.

Anche l’agenzia AsiaNews – legata al PIME, Pontificio Istituto Missioni Estere – lancia una raccolta fondi per sostenere i fedeli nel mirino dello Stato islamico, dopo le richieste del Patriarca di Baghdad e il pressante appello di papa Francesco "a assicurare gli aiuti necessari, soprattutto quelli più urgenti, a così tanti sfollati, la cui sorte dipende dalla solidarietà altrui". Oltre 100mila persone sono state costrette a fuggire dalle loro case senza niente addosso, e ora non hanno di che vivere. Per aiutarli, bastano 5 euro al giorno: i fondi raccolti saranno inviati al Patriarcato di Baghdad, che provvederà a distribuirli secondo i bisogni di ogni famiglia (8 agosto). Qui le coordinate bancarie.

Ma oltre all’impegno umanitario è bene che le istituzioni politiche internazionali si impegnino per far cessare la persecuzione e la violenza, e per riportare nell’intera area la pace e la cessazione delle ostilità. E’ un compito che spetta alle organizzazioni maggiormente coinvolte: la Lega Araba, che finora è stata silente, e l’ONU. Per questo Aleteia ha avviato una campagna di sensibilizzazione e raccolta firme per una petizione internazionale che fin qui ha raccolto 240 mila firme in varie parti del mondo. E’ essenziale far sentire una pressione dell’opinione pubblica globale che smuova i governi dalla loro accidia. Qui per firmare.  

Top 10
See More