Per uno studio di LaST, Intesa Sanpaolo e La Stampa gli italiani snobbano i temi etici e ammettono eterologa, omosessuali, eutanasia e aborto
«Siamo soprattutto tolleranti, ma con una tendenza al relativismo culturale. Non condividiamo alcuni comportamenti, ma giustifichiamo il fatto che altri li possano praticare. Accondiscendenti, ma con una venatura di indifferenza». L’analisi è del professore Daniele Marini su La Stampa (29 luglio).
Marini, docente all’Università di Padova, ha condotto l’indagine LaST (Community Media Research) in collaborazione con Intesa Sanpaolo e La Stampa, esaminando gli orientamenti della popolazione su un insieme di comportamenti, in alcuni casi border line, che rinviano a dimensioni etiche e morali.
Risultati record sulla tolleranza
Lo studio campeggiava, ben in evidenza sull’edizione del 28 luglio de La Stampa, terzo quotidiano italiano cartaceo per numero di lettori e nella top ten dei quotidiani on line generalisti italiani più letti sul web. I risultati sembrerebbero più che allarmanti. Ovvero il 90,2% degli italiani che hanno partecipato al sondaggio ammette la convivenza non istituzionalizzata; l’ 84,8% il ricorrere alla fecondazione artificiale, il 75,9% la possibilità di richiedere l’eutanasia, e il 75,2% l’omosessualità. Persino la stessa pratica dell’aborto, seppure in misura inferiore è ritenuta ammissibile per il 61,0% degli intervistati.
Valori etici assenti (o quasi) nel mondo reale
Il messaggio che fa passare questa indagine è che gli orientamenti degli italiani stanno mutando e appare sempre più evidente la distanza esistente fra il dibattito pubblico e l’esperienza diretta. I temi etici cominciano a diventare estranei alla maggioranza delle persone, che tollera di tutto e di più.
Un sondaggio che, considerato anche il clamore incassato, sarebbe molto preoccupante (se fosse reale) sopratutto per chi, come la Chiesa Cattolica, lavora in una direzione ben precisa su convivenza, diritti degli omosessuali, eutanasia, fecondazione e aborto.
Tutti i limiti di uno studio "mirato"
Ma l’indagine, a parte la ventata di entusiasmo che può far avvertire a fautori dell’eterologa, sostenitori di matrimoni gay, "dolce morte", interruzioni di gravidanze, presente lacune evidenti. Basta connettessi al sito di LaST per scoprire che è assolutamente anonima ed ognuno può inventarsi una identità che non corrisponde alla propria; non sono chiari i dati relativi al campione della ricerca; e sopratutto lo stesso utente può ripeterla quando vuole. Insomma, prendiamola pure con le molle questa ricerca che vuol trasformare l’Italia nel Paese "friendly" che ancora non è.