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La presenza cristiana in Medio Oriente, “ombra” di ciò che era

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Associated Press - pubblicato il 29/07/14
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Lanciato il Rapporto 2013 sulla Libertà Religiosa
Lo scorso anno, milioni di persone sono stati costretti ad abbandonare le proprie case a causa delle loro convinzioni religiose, ha affermato il Governo statunitense lunedì citando l’impatto devastante dei conflitti in Siria, Iraq e Repubblica Centroafricana.

Lanciando il Rapporto 2013 del Dipartimento di Stato sulla libertà religiosa, il Segretario di Stato americano John Kerry ha definito lo sfollamento di famiglie e la devastazione delle comunità a causa della violenza settaria una tendenza inquietante nel mondo.

Il Rapporto afferma che in buona parte del Medio Oriente la presenza cristiana sta diventando “l’ombra di se stessa”. Centinaia di migliaia di cristiani hanno lasciato la Siria dopo tre anni di guerra civile.

È stato anche sottolineato che gli sfollati nella Repubblica Centroafricana nel 2013 sono stati più di un milione, nel mezzo di un’impennata di violenza anticristiana. Nell’Asia sud-orientale, la violenza si è diffusa dall’ovest del Myanmar fino alla centrale Meikhtila, con 100 morti e 12.000 sfollati.

Kerry ha poi citato la “ferocia e incredibile brutalità” del gruppo militante ispirato ad al Qaeda attivo in Iraq e Siria, noto come Stato Islamico, affermando che ha ucciso musulmani sciiti e ha convertito a forza i cristiani dietro minaccia di morte.

Il Rapporto, diffuso ogni anno, esamina come le libertà religiose vengono rispettate e violate in quasi 200 Paesi e territori.

Kerry ha affermato che il 75% degli abitanti del mondo vive in Paesi che non rispettano la libertà religiosa. Il governo autoritario della Corea del Nord spicca per la sua “brutale repressione” delle attività religiose, con i membri delle minoranze religiose isolati in campi per prigionieri politici e notizie di arresti solo perché si possiede una Bibbia.

Gli Stati Uniti hanno aggiunto il Turkmenistan alla loro lista di “Paesi che destano particolare preoccupazione” che possono essere sottoposti alle sanzioni statunitensi. Kerry ha dichiarato che gli abitanti di quel Paese dell’Asia Centrale sono stati arrestati, picchiati e torturati a causa delle loro convinzioni religiose, ed è loro proibito indossare abiti religiosi in luoghi pubblici.

I Paesi che già figurano sulla lista sono Myanmar, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Sudan, Arabia Saudita e Uzbekistan.

Il Rapporto ha anche richiamato l’attenzione sull’antisemitismo in Europa, ritenendolo “un dato di fatto” sui forum di Internet e negli stadi e sostenendo che porta molti ebrei a nascondere la propria identità religiosa.

Lunedì, il Presidente Barack Obama ha nominato il rabbino David Nathan Saperstein ambasciatore per la libertà religiosa internazionale. Saperstein è professore associato presso la Georgetown University di Washington e direttore del Religious Action Center of Reform Judaism, un gruppo di difesa attivo a livello di diritti umani.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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