In Inghilterra la ministra anti matrimoni-gay costretta a nominare un consigliere omosessuale
Ha avuto il torto di votare contro il matrimonio gay, scatenando le insurrezioni degli attivisti. E alla fine Nicky Morgan, ministro dell’istruzione e delle pari opportunità britannico, ha dovuto rimediare all’"affronto" nominando come suo consigliere speciale un attivista gay molto conosciuto in Inghilterra, Luca Tryl (Daily Telegraph, 28 luglio).
Raffica di proteste dagli attivisti britannici
Tryl è tra i maggiori esponenti di Stonewall, la principale associazione del Paese impegnata nella lotta per i diritti delle persone omosessuali, che ha messo sotto accusa la conservatrice Morgan sin dal momento della sua nomina. Michael Cashman, fondatore di Stonewall ed ex deputato laburista aveva parlato di situazione «preoccupante» perché la nomina era garantista, a suo avviso, sul fronte dell’eguaglianza eterosessuali-omosessuali.
Si sarebbe scatenato un vero e proprio pressing dai sostenitori LGBT d’oltremanica per convincere il premier David Cameron ad allontanare Morgan. Che però si sarebbe risolto non con l’epurazione, ma con il compromesso della nomina di Tryl come braccio destro della tory anti gay-marriage. Un segnale di forza da parte delle lobby omosex inglesi, capaci di influenzare la posizione di un governo, ormai sempre meno rigido sulla difesa della famiglia tradizionale.
Chi sono gli influencer gay italiani
E’ un po’ lo scenario che vorrebbero riprodurre in Italia gli attivisti del movimento LGBT. Nel nostro paese la posizione del governo sulla questione diritti sta gradualmente pendendo verso gli influencer gay. Dichiarava a L’Unità (16 giugno) Ivan Scalfarotto, parlamentare del Pd, tra le voci politiche più ascoltate nell’universo gay: «Non voglio impiccarmi a una posizione ideologica col risultato poi di lasciare le cose come stanno oggi. Quindi pragmaticamente con le unioni civili alla tedesca la strada è più sicura e rapida». E poi, siccome è una legge varata da Renzi, «nessuno potrà mai accusarlo, lui cattolico praticante, di brandire ideologicamente certi temi».
L’obiettivo è chiarissimo: far diventare il premier il "parafulmine" per far accettare silenziosamente ai cattolici il disegno di legge che il governo con tutta probabilità annuncerà ad inizio settembre, zittendo così ogni polemica. Chi lavora in questa direzione è anche Franco Grillini di Gaynet Italia, che in queste ore è salito agli onori della cronaca per le gravi accuse alla Curia di Bologna, rea di aver criticato il registro per le coppie di fatto sposate all’estero istituito dal sindaco Virginio Merola (Corriere della Sera – Bologna, 28 luglio).
Negli Usa donazioni alla politica
La campagna delle lobby gay non è una novità oltreoceano. Negli Stati Uniti è da oltre venti anni, come ha recentemente scritto il New York Times (29 aprile), che gli influencer LGBT sborsano fior di quattrini per influenzare le scelte politiche. Tim Gill, noto imprenditore filantropo, ha dichiarato al quotidiano newyorchese di aver speso 300 milioni di dollari in 20 anni per propagandare gli ideali gay-lesbo. E dalle colonne del giornale ha lanciato una la campagna per estendere i “diritti LGBT” ai 29 Stati americani, in gran parte del sud, fermamente contrari a matrimoni e adozioni gay, ormai legalizzati in molti altri Stati del paese.
La forza economica della comunità LGBT si è manifestata in modo ancora più palese in occasione della campagna per le presidenziali 2012 di Barack Obama. Per rinfoltire i suoi finanziamenti Obama annunciò in tv, sull’emittente Abc, il via libera alle nozze omosessuali. Basti pensare, riportava Il Fatto Quotidiano (11 maggio 2012), che nei 90 minuti successivi alla sua dichiarazione, giunsero donazioni per oltre un milione di dollari a favore della sua campagna elettorale. Ad inviarle, imprenditori e comunità LGBT.