Nel mirino donne e bambini. Cresce la paura anche per i cristiani
Gli obiettivi di stupri, impiccagioni e assassinii sono sempre gli stessi: donne, bambini, ragazzini. L’India sta facendo i conti con una nuova ondata di violenza che non sembra avere argini.
Linciaggio per gli stupratori della bimba impiccata
La Stampa (24 luglio) riporta una notizia diffusa oggi dai media indiani. Una bambina di 8 anni è stata stuprata e impiccata ad un albero in un villaggio del West Bengala, lo stato indiano dove sorge Calcutta. Tre uomini sospettati di esseri gli autori della violenza sono stati linciati dalla folla prima dell’arrivo della polizia. Uno di loro è morto all’ospedale. Quest’ultimo era il «tantric», la figura magica e guaritrice della comunità. Seconde alcune fonti, la famiglia della bambina era coinvolta in una disputa su dei terreni, e quindi la piccola potrebbe essere stata vittima di una ritorsione.
Uttar Pradesh capitale della violenza
Negli ultimi due mesi si contano decine di crimini sopratutto nello stato dell’Uttar Pradesh, che si sta etichettando come una vera e propria icona della violenza sessuale, come scrive l’Ansa (12 luglio). Nella comunità internazionale hanno lasciato il segno l’omicidio di una 44enne, trovata impiccata con un sari (tradizionale abito indiano) ad un albero di guava dopo un presunto stupro di branco; il delitto di due cuginette di 14 e 15 anni impiccate ad un albero di mango sempre dopo una violenza di gruppo; la morte di una ragazza di 16 anni, sempre con l’impiccagione ad un albero, e anche in questo caso, con tutta probabilità, in seguito ad uno stupro.
Non solo donne e bambine
Ma non sono solo le donne a finire nel mirino delle gang. Un ragazzo di 15 anni, studente di una madrassa (scuola islamica), e’ stato sodomizzato ed ucciso – ancora nell’Uttar Pradesh – ed il suo cadavere gettato su una strada del villaggio di Sarai Raja, nella zona di Mandhata. (Il Messaggero, 12 giugno).
Un’altra piccola vittima maschile c’è stata a New Delhi. Come riporta La Repubblica (3 giugno), un bambino di dieci anni è stato stuprato addirittura da otto uomini. Uno dei violentatori «lo ha attirato a casa sua proponendogli di vedere la gabbia con i piccioni di sua proprietà, ma una volta arrivato il bambino si è trovato di fronte ad otto persone pronte ad usargli violenza».
La grande protesta di Bangalore
In questo scenario di violenza è stata promossa una prima grande protesta di sdegno collettivo a Bangalore, una megalopoli di 8 milioni di abitanti. La Repubblica (19 luglio) racconta di una marcia di 6 chilometri alla quale hanno partecipato 5mila mamme e papà indiani. Una manifestazione di protesta dopo la notizia dello stupro di una bambina di 6 anni in una scuola privata ad opera di un docente e vigilante. Le famiglie hanno chiesto a gran voce l’arresto per i colpevoli e maggiore sicurezza per i loro bambini. E’ la prima volta che un fronte così compatto e numeroso alza la voce contro questa piaga sociale.
Anche i Cristiani nel mirino
Dall’ondata di violenze non sono esclusi i cristiani. L’arcivescovo di Bangalore, monsignor Bernard Moras, ha comunicato all’agenzia AsiaNews (18 luglio) di una pre-novizia di 17 anni stuprata a Bangalore da tre uomini nell’istituto delle Suore della Santa Natività. L’aggressione è avvenuta poco dopo l’ora di pranzo. La vittima era sola nella sua stanza al piano terra dell’istituto a Hennur, quando qualcuno ha suonato il campanello. Lei è andata ad aprire: tre uomini le hanno spruzzato in faccia una sostanza chimica, lei è svenuta. L’hanno trascinata fuori, l’hanno stuprata e sono fuggiti via, lasciandola in stato di incoscienza. Si teme che dietro l’offensiva ci sia la mente dei fondamentalisti indù.
Il precedente delle quattro ragazze
La violenza sulla novizia arriva un anno esatto dopo la gravissima aggressione a quattro ragazze tribali che frequentavano una scuola cristiana nel villaggio di Labda, nello stato di Jharkhand. Le ragazze, tutte tra i 12 e 14 anni, sono state rapite in piena notte dal dormitorio dell’istituto e stuprate da un gruppo di oltre venti uomini mascherati. L’agghiacciante racconto del caso – avvenuto il 14 luglio 2013 lo ha riferito l’Agenzia vaticana Fides. Anche in questo caso l’indice è puntato sulla ritorsione nei confronti dei cristiani.
Il timore dei fondamentalisti indù
Il timore di episodi legati alla persecuzione religiosa aumenta leggendo il report, diramato dall’Ansa (24 luglio), sulla libertà religiosa in 196 paesi del mondo a cura della fondazione di diritto pontificio "Aiuto alla Chiesa che soffre". Nel focus sull’India si affronta proprio la nuova minaccia del fondamentalismo induista, partendo da un dato inequivocabile: solo nel 2011 «la minoranza cristiana e’ stata vittima di 170 attacchi del movimento nazionalista indà del Sangh Parivar’». Fonte di preoccupazione sono anche le leggi "anti-conversione", nonostante la Costituzione riconosca il diritto alla libertà religiosa.