Sergei Kruscev parla della Crimea, dell’aereo della Malaysia Airlines e delle possibilità di aggravamento o di soluzione del conflitto“È una situazione molto pericolosa”, ha affermato Sergei Kruscev riflettendo su ciò che accade in Ucraina. “L’Occidente controlla il Governo di Kiev, e la Russia controlla i ribelli dell’est ucraino. È molto difficile gestire questa situazione, perché sono tutti ucraini e stanno lottando gli uni contro gli altri”.
Le parole di Kruscev sono importanti per varie ragioni.
Forse è l’unico sopravvissuto del gruppo che ha partecipato alla crisi dei missili di Cuba, nel 1962, vedendo in prima persona i leader russi e americani risolvere quel problema mortale. Come giovane ingegnere di missili e confidente del padre, Sergei era al centro di controllo russo quando il Presidente Kennedy e Nikita Kruscev hanno trovato un modo per risolvere la crisi che era arrivata quasi a scatenare una guerra di proporzioni inimmaginabili.
Dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica, Sergei Kruscev è diventato cittadino nordamericano e, con un dottorato in Storia, è andato a lavorare come docente all’Università di Brown. Ha scritto libri molto apprezzati, come “Nikita Kruscev e la creazione di una superpotenza”. È anche autore di vari volumi di memorie del padre. Gli scritti di Nikita che sono serviti da base per le memorie scritte dal figlio sono stati contrabbandati dalla Russia dopo che Kruscev aveva lasciato il potere.
In un’intervista concessa pochi giorni fa, ho chiesto a Sergei Kruscev se esiste qualche modo in cui le parti in conflitto in Ucraina o in Crimea possano arrivare in questo momento a qualche tipo di accordo (ricordiamo che Nikita Kruscev ritirò i missili da Cuba grazie alla promessa poco divulgata del Presidente Kennedy di ritirare i missili nordamericani dalla Turchia).
“No. Sicuramente no”, ha risposto.
“La crisi dei missili di Cuba coinvolgeva un territorio che rimaneva lontano dalla Russia e dagli Stati Uniti. Ora è coinvolto lo stesso territorio russo. Gli americani controllano Kiev, e la Russia controlla i ribelli dell’Ucraina dell’est, ma è un controllo molto limitato, perché sono tutti ucraini e stanno lottando gli uni contro gli altri. Non faranno tutto ciò che volete che facciano. Fanno ciò che vogliono. Penso che la Russia e gli Stati Uniti dovrebbero collaborare per cercare di placare quel Paese. Ora stanno lavorando su lati opposti, e non è un buon segno”.
È una guerra civile e ci sono state guerre civili in tutti i luoghi, ha osservato Sergei. “Le guerre civili sono distruttrici. In Russia ce n’è stata una tra il 1918 e il 1921 ed è stata devastante”.
Dopo la caduta dell’aereo della Malaysia Airlines c’è stata una breve tregua nel conflitto, forse un segnale costruttivo del fatto che l’anniversario dei 100 anni della I Guerra Mondiale sta facendo riflettere tutti anziché portare ad agire in modo precipitoso. Anche così, Kruscev crede che l’abbattimento dell’aereo non sia uno spartiacque nel conflitto, perché entrambe le parti stanno cercando di usare l’episodio a proprio favore.
“Non sappiamo se i ribelli hanno quei missili, e allora non possiamo dire chi è stato”, ha affermato.
Interpellato sulla personalità dell’attuale Presidente degli Stati Uniti e di quello precedente, Sergei Kruscev ha risposto: “Penso che abbiamo bisogno di eleggere il Presidente giusto, perché l’ultimo, George W. Bush, ci ha portato i problemi della guerra. Ora Obama porta altri tipi di problemi. Abbiamo bisogno di qualcuno che pensi: ‘Quali sono gli interessi degli Stati Uniti? Cosa dobbiamo fare?’. E non voler punire Putin o i leader di qualsiasi altro Paese. Quello che dobbiamo fare è pensare alla prosperità degli Stati Uniti. È questo il nostro problema, perché la maggior parte dei nostri Presidenti pensa a come punire altri leader anziché a generare prosperità per il nostro popolo”.
Sergei Kruscev crede nella dinamica tra i leader europei, soprattutto tra quelli della Germania e della Gran Bretagna, che ritiene i più pragmatici quanto agli interessi dei propri Paesi. Stanno cercando di non sostenere molto né la Russia né gli Stati Uniti, osserva Kruscev. Sono pro-Europa e stanno cercando di comportarsi in quello che pensano sia il modo migliore per i loro Paesi.
Kruscev afferma che l’interesse della Russia in Crimea non si basa sulle possibili riserve di petrolio, né sul fatto che lì ci sia un porto militare. La Crimea è vista come un luogo di orgoglio russo.
Una storia lunga 2.500 anni coinvolge la Crimea e l’Ucraina. “Non è facile”, dice Kruscev. “È complicato, tanto complicato quanto qualsiasi altro luogo del mondo. Se si capisce questo, si vince. Se si capisce ciò che è accaduto in passato. Penso che gli americani non comprendano la situazione dell’Europa, soprattutto quella dell’Europa dell’Est. Cercano di fare tutto semplice, ma è molto complicato”.
Malgrado questa complessità, Sergei Kruscev interpreta ciò che sta accadendo in Crimea in questo modo: “La Crimea è territorio russo. Le persone hanno votato per far parte della Russia. Fine della storia”.
Mentre parlavamo, ho scoperto che i nostri padri avevano storie e interessi simili (ho avuto il privilegio di conversare con Sergei Kruscev su suo padre per la rivista America). Entrambi erano affascinati dall’agricoltura e dalla scienza dietro di essa. Entrambi volevano essere ingegneri professionisti, ma non sono riusciti a realizzare questo desiderio a causa delle circostanze in cui sono cresciuti: nel caso di Nikita Kruscev la povertà, nel caso del mio l’orfanotrofio.
Quello che rende il “rapporto” tra i nostri padri estremamente accattivante è che mio padre si sedeva davanti alla televisione e “parlava” con Kruscev quando questi appariva sullo schermo, minacciando e dicendo cose come “I suoi figli cresceranno sotto il comunismo!”.
È un peccato che non si siano mai conosciuti. Penso che avrebbero potuto diventare amici. Per me è una grande benedizione, oggi, godere delle conversazioni con il dottor Sergei Kruscev, figlio di Nikita.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]