Si avvalora la teoria dell’ONU che vuole la sconfitta della malattia entro il 2030
I numeri giocano dalla parte della malattia. Eppure i risultati conseguiti negli ultimi cinque anni, ed in particolari quelli ottenuti nell’ultima settimana, lasciano trapelare che la sconfitta dell’Aids non è più una chimera. Un farmaco che sconfigge i tumori e i trapianti di midollo potrebbe rivelarsi due armi vincenti contro il virus dell’Hiv.
Stanare il virus nascosto
Il farmaco anti cancro, spiega il Corriere della Sera (25 luglio) può smascherare il virus dai suoi rifugi nell’organismo e renderlo vulnerabile alle difese umane. L’Hiv è capace di nascondersi in cellule chiave del sistema difensivo, le Cd4, in modo tale da non poter essere individuato e distrutto dalle cellule più potenti del nostro sistema di difesa (sistema immunitario), le T. Nascosto nelle Cd4, Hiv si iberna per “risvegliarsi” quando riattiva l’infezione.
Le virtù benefiche del romdepsin
Un importante studio danese, presentato alla Conferenza internazionale sull’Aids in corso a Melbourne (Australia), apre nuove interessanti prospettive di cura. Un medicinale anticancro ha dimostrato di poter snidare le colonie di virali nascoste nelle Cd4 dei pazienti che assumono farmaci anti-Hiv, esponendole al sistema immunitario e rendendole finalmente vulnerabili. Il medicinale è il romidepsin.
Spariscono insieme cancro e Aids
Una notizia che giunge pochi giorni dopo che due australiani con Hiv e malati di cancro hanno ricevuto il trapianto del midollo spinale, che non solo li ha liberati dal cancro, ma ha anche sradicato il virus dell’Aids dall’organismo. L’Ansa (21 luglio) riporta l’annuncio, ha preceduto di poche ore l’apertura a Melbourne della Conferenza Internazionale sull’Aids di 12 mila delegati di 200 paesi.
Due successi dopo il caso di Berlino
I due pazienti di Sydney sono stati trattati nell’ospedale St Vincent’s e sono diventati la seconda e terza persona al mondo ad essersi liberati dell’Hiv, dopo un americano trattato con successo a Berlino nel 2007-08. Il primo australiano soffriva di linfoma di Hodgkin e ha ricevuto il trapianto del midollo nel 2010 da un donatore che aveva due copie possibili di un gene che dà protezione contro l’Hiv. Il secondo ha ricevuto un normale midollo per trattare una leucemia mieloide acuta nel 2011, e si è anche liberato del virus, pur non avendo alcuna immunità genetica conosciuta.
In meno di venti anni l’Hiv potrebbe scomparire
Queste due sperimentazione di successo rafforzano le tesi dell’ONU, secondo cui in meno di vent’anni il virus dell’Aids potrebbe essere fermato (Il Fatto Quotidiano, 16 luglio). Le Nazioni Unite si sono date come data ultima per dare uno stop alla diffusione della malattia il 2030. «Porre fine all’epidemia provocata dal virus Hiv è possibile», ha affermato Michel Sidibé, direttore esecutivo dell’Unaids, il programma congiunto dell’Onu su Hiv/Aids.
Un esercito di persone contaminate
Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, nel mondo ci sono circa 35 milioni di sieropositivi, di cui 24,7 milioni nell’Africa sub-sahariana. Dallo scoppio dell’epidemia, più di trent’anni fa, 78 milioni di persone sono state infettate e 39 milioni sono morte per malattie correlate all’Aids. Dati che però non sembrano spaventare l’Onu, tanto più alla luce delle nuove "vittorie" conseguite.
Il boom degli antiretrovirali
Secondo un’analisi del rapporto fatta da al Jazeera (16 luglio), ci sono diverse ragioni per accreditare la speranza di raggiungere il controllo della malattia. Il mondo ha osservato importanti cambiamenti sul fronte dell’Aids e sono stati registrati più successi negli ultimi cinque anni che ne 23 precedenti, sottolinea l’Uniads. In particolare, l’accesso alle terapie antiretrovirali è cresciuto, portando a 12,9 milioni il numero di persone con l’Hiv che vi hanno accesso, pari al 37% di chi convive con il virus.