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Siria: colpito un convento francescano

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Franciscan Media Center - pubblicato il 24/07/14
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Padre Pizzaballa “Le guerre obbligano a creare occasioni di incontro e di aiuto reciproco”Il convento francescano di Yacoubieh, nel nord ovest della Siria, e’ stato colpito nella serata di domenica 20 luglio da un missile lanciato da un aereo. Ingenti i danni alla struttura. Padre Dhiya Aziz, francescano della Custodia di Terra Santa che al momento dello scoppio non si trovava nella sua stanza, che è andata distrutta, ha riportato solo ferite superficiali.

Padre Pizzaballa, Custode di Terra Santa, commenta il fatto: “Molti conventi, non solo francescani, sono stati distrutti. L’ultimo e’ quello di Yacoubieh, nel nord che sono sotto il controllo dei ribelli di Jabhat al-Nuṣra. Il convento e’ stato completamente distrutto da un missile lanciato da un aereo governativo”.

Il Custode di Terra Santa e’ appena rientrato da una visita fraterna nel Paese, durante la quale si e’ reso conto della situazione dei frati nei vari conventi, ma soprattutto della popolazione locale: cristiani (il 10 per cento della popolazione), ma anche musulmani.

”La situazione e’ la stessa per frati e cristiani ed e’ drammatica. Soprattutto per le popolazioni che vivono nel nord, nei villaggi dell’Oronte e in modo particolare la citta’ di Aleppo, che e’ da mesi senza acqua, senza elettricita’. E senza sicurezza, perche’ cadono missili, che non sai chi li abbia lanciati, in qualsiasi parte della citta’. Non si e’ mai al sicuro ”. 

Secondo l’osservatorio siriano per i diritti umani, in tre anni di guerra sono morte oltre 170mila persone. Una tragedia all’interno della quale– secondo padre Pizzaballa – si possono leggere alcuni segnali di speranza e umanita’.

”Nonostante le guerre" continua Pizzaballa "o forse proprio le guerre obbligano a creare occasioni di incontro e di aiuto reciproco, perche’ i poveri, i feriti, gli sfollati sono tutti uguali. Non ci sono cristiani o musulmani, buoni e cattivi. Quello che ho visto, soprattutto per l’emergenza acqua, e’ che tutti si aiutano: musulmani che portano acqua ai cristiani, cristiani che prendono l’acqua in parrocchia e poi la portano ai vicini musulmani. Soprattutto ai bambini, la’ dove ci sono i bambini, nelle scuole, negli ospedali”. 
 

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