Una serie di traduzioni della Bibbia ha preso – erroneamente – il “nome artificiale” di Geova per riferirsi a Dio Padredi Steven Neira
Probabilmente in qualche momento abbiamo visto la parola “Geova” riferita al nome di Dio, ma molti cattolici un po’ confusi sembrano non avvertire alcuna differenza tra questo e qualsiasi altro nome usato per riferirsi a Dio, mentre altri sospettano che qualcosa suoni male ma non hanno la minima idea di cosa sia. Farò del mio meglio per spiegare in modo semplice questo argomento a mio avviso piuttosto intricato a causa delle varie manipolazioni direi luciferine della Parola di Dio da parte delle varie sette.
Prima bisogna andare indietro nel tempo…
Nel pensiero ebraico, il nome aveva un’importanza fondamentale nella vita delle persone, perché rifletteva l’essenza, la natura e la missione di chi lo portava. Possiamo così leggere nell’Antico Testamento che varie volte, quando lo scrittore si riferisce a un nome, quasi sempre mette di seguito “che significa ‘tale cosa’”, e Cristo stesso cambia il nome di varie persone nel corso del Nuovo Testamento per affidare loro una missione. Questa importanza del nome delle persone e dei luoghi è da sempre presente nel pensiero ebraico, ma per quanto riguarda Dio la questione del nome ha un impatto molto diverso, perché gli ebrei, giunto un certo momento, smisero di pronunciarlo per superstizione e per rispetto.
Mosè è stato il primo a chiedere a Dio il suo nome (1), e Dio ha risposto l’enigmatico “Io sono”, che ha un’enorme densità metafisica, affermando una verità assoluta su Dio come l’Essere che sussiste di per sé (diverso da noi che “siamo” in Dio perché “partecipiamo” dell’essere di Dio). In origine, tuttavia, la sua forma scritta era un tetragramma che si intende così: YHWH. Visto che, come ho detto in precedenza, gli ebrei si astenevano dal pronunciare il nome di Dio, ogni volta che nelle Scritture (2) si imbattevano nel tetragramma (YHWH), chi leggeva lo sostituiva con Adonai. Questa pratica di non pronunciare il nome di Dio e di sostituirlo ha fatto sì che con il tempo gli ebrei dimenticassero come si scriveva il nome di Dio e come si pronunciava.
E allora, da dove deriva Geova?
Con il passare degli anni (e delle traduzioni della Bibbia), alcuni studiosi hanno fatto qualcosa di piuttosto curioso. Visto che in ebraico non esistono le vocali, il tetragramma (YHWH) sarebbe per noi impossibile da pronunciare (per questo lo pronunciamo Yahvè), e quindi hanno deciso di prendere da ADONAI le vocali (A-O-A) e le hanno introdotte nel tetragramma, ottenendo come risultato YAHOWAH, che pronunciato suona Geova.
Torniamo ora ai nostri tempi
Nel Nuovo Testamento, nessun manoscritto riporta il tetragramma (YHWH), e ci si riferisce a Dio Padre come Theos e a Gesù come Kyrios, ma – e da questo deriva la confusione – “La traduzione del Nuovo Mondo” (3), senza alcuna autorità se non il proprio capriccio personale, ha inserito la parola “Geova” (4) 237 volte, anche se nei manoscritti originali questo riferimento non esiste nel Nuovo Testamento, e neanche si fa riferimento a YHWH. Come possiamo notare, la parola “Geova” NON ESISTE in alcun luogo della Sacra Scrittura, ma è stata inventata dagli uomini.
Come dato curioso, anche gli stessi protestanti (non tutti, e tra le eccezioni ci sono evidentemente i Testimoni di Geova) ammettono che questa vocalizzazione è un errore.
“Per quanto riguarda il Nome Sacro, lo abbiamo tradotto con Yahvè, anziché con il noto Geova, perché è attualmente riconosciuto come la trascrizione più appropriata” (5).
Risultato di tutto questo intrico
Una serie di traduzioni della Bibbia ha preso – erroneamente – questo “nome artificiale” per riferirsi a Dio Padre. La necessità di voler dare un “nome” a Dio mi sembra non solo assurda, ma anche estremamente irrispettosa, visto che Dio non si può abbracciare con un nome. Queste persone non hanno ancora compreso la profondità della risposta di Dio a Mosè: IO SONO.
Quasi dimenticavo: non stupitevi se in qualche momento trovate il nome di Yahvè scritto in varie maniere, come “Yave”, “Yavhe”… Sono trascrizioni diverse dello stesso nome.
(1) Esodo 3, 13-22
(2) Al tempo di Cristo, si utilizzava la versione chiamata “Septuaginta”, o dei Settanta. È stata la prima traduzione delle Sacre Scritture (Antico Testamento, evidentemente, stiamo parlando dell’anno 1 a.C.) in una lingua diversa dall’ebraico. Questa è stata la traduzione più citata dagli apostoli per evangelizzare.
(3) Questa è la traduzione che ostentano i Testimoni di Geova e sulla quale basano tutta la loro dottrina.
(4) Si tratta fondamentalmente di un errore di vocalizzazione, perché sono state arbitrariamente aggiunte le vocali al tetragramma (YHWY)
5) Tomo I dell’eccellente opera della casa editrice protestante CLIE, “Antiguo Testamento Interlineal Hebreo-Español. Pentateuco”, pag. 15.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]