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L’importanza della mamma e del papà nello “skin-to-skin”

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 22/07/14
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La centralità della madre biologica nell’universo del neonato è dimostrata dai benefici di questa tecnica
Nei momenti immediatamente successivi alla nascita, i neonati passano attraverso impegnativi ma entusiasmanti fasi di transizione. Come ben descrive il portale web "Nascita naturale", in questa fase il ruolo materno è fondamentale. All’interno dell’utero sono mantenuti alla temperatura perfetta e hanno a disposizione tutto quello di cui hanno bisogno grazie al lavoro della placenta attraverso il cordone ombelicale.

Dopo la nascita devono autonomamente mantenersi caldi, i loro polmoni devono attivarsi per respirare, e devono imparare a succhiare, deglutire e digerire il latte materno. La possibilità che questi cambiamenti avvengano nel modo sicuro e facile dipende in gran parte dalle cure e attenzioni che vengono rivolte alle mamme e al bambino dopo la nascita. Sostanziale è il contatto con la pelle materna. I suoni familiari, gli odori, il sapore e il calore perfetto della pelle aiutano il bambino a sapere di essere al sicuro e protetto. Così il bambino inizia più facilmente a respirare, a mantenere la giusta temperatura e impara istintivamente come succhiare nel modo più efficace come dimostrano studi medici condotti su quest’aspetto.

Un percorso di questo tipo non è avvenuto osservando la foto della coppia gay e del loro neonato, che lo scorso 4 luglio ha fatto il giro del mondo, scatenando un dibattito infuocato in tutto il mondo. Nell’immagine scattata in Canada si vede un neonato «ancora bagnato di liquido amniotico, stretto al petto nudo dal “genitore 1”, mentre il “genitore 2”, anche lui a torso nudo, spunta dietro la spalla del partner, pronto a sua volta a sperimentare il contatto “pelle contro pelle” con il neonato. Al quale però sarà negato quel contatto con l’unica che ne avrebbe titolo: la donna che lo ha portato in grembo per nove mesi e l’ha appena partorito. La vediamo nell’angolo dell’immagine, con l’espressione sofferente». (Il Foglio, 4 luglio).

Questo contatto "pelle-a-pelle" con il neonato, detto "skin-to-skin", è una forzatura se esclude a priori la figura materna? E’ una prassi che può essere effettuata anche con due genitori-uomini? In questo caso condiziona psicologicamente il bambino?

Aleteia ha contattato il professore Mario De Curtis, Ordinario di Pediatria, Sapienza-Università di Roma e Direttore UOC di Neonatologia, Patologia e Terapia Intensiva Neonatale presso il Policlinico "Umberto I" di Roma, per saperne di più dal punto di vista medico, senza però entrare in una polemica sterile sul carattere sessuale dei genitori. Abbiamo chiesto all’autorevole esperto di neonatologia di spiegare come avviene e quanto sia importante ed efficace il contatto "pelle-a-pelle", tecnica detta anche "Kangaroo Mother Care" o marsupioterapia, nata a Bogotà in Colombia nel 1978.

Il metodo, spiega il professore De Curtis, coinvolge le mamme e i papà, e si attua mettendo i propri bambini a contatto diretto con la propria pelle. Questo sistema fu proposto per i bambini nati prematuri dal Dottor Rey e dal Dottor Martinez, che lavoravano in aree in cui non c’era disponibilità di incubatrici. I risultati furono immediati: si osservò un diminuito numero di infezioni, un maggiore successo nell’allattamento al seno e dimissioni più precoci dall’ospedale. Da quando è stata introdotta, l’uso della Kangaroo Mother Care si è diffuso in molti altri paesi del mondo.

La marsupioterapia, oltre a permettere un precoce contatto tra madre e neonato, si è dimostrata efficace a influenzare positivamente lo sviluppo neurologico e psicologico del bambino. Il contatto "pelle-a-pelle" è un modo per poter stare molto vicini al proprio bambino. Il piccolo avrà la possibilità di imparare a conoscere la voce della mamma o del papà come il loro odore, Ristabilendo l’intimità che è venuta a mancare a causa della nascita prematura. Il contatto "pelle-a-pelle" aiuterà a ritrovare quella fiducia delle mamme che è necessaria per creare quello stretto legame di attaccamento così importante per il proprio bimbo.

Con il contatto "pelle-a-pelle", prosegue il direttore della Neonatalogia del Policlinico "Umberto I", la mamma può trasmettere il calore direttamente al proprio bimbo. E’ molto importante che il bambino non si raffreddi nel passaggio dall’incubatrice alla mamma e viceversa, per questo motivo verrà avvolto in un lenzuolino o in una copertina.
A contatto con la pelle della mamma, conclude il professore De Curtis, il piccolo riposerà meglio e più a lungo. Queste fasi di sonno sono essenziali per la sua crescita e sono importanti anche per permettergli di riprendersi dopo eventuali procedure mediche.  

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