La lettera aperta della sinistra francese contro la maternità surrogata
In qualità di Presidente della Repubblica francese, nel febbraio 2013, lei ha preso un impegno formale contro l’ingresso in Francia dei contratti di maternità surrogata, affermando la sua ferma contrarietà.
Lei reiterava così la sua costante e formale opposizione a questa pratica.
Il contratto di maternità surrogata è in effetti contrario al principio di rispetto della persona, tanto la persona della donna che porta il bambino ordinato, quanto il rispetto della persona del bambino, oggetto del contratto, ordinato da una o due persone, che si sviluppa nel grembo della "portatrice", poi consegnato. Gli esseri umani non sono degli oggetti e siamo fiduciosi nel suo impegno per essere il guardiano, in qualità di Presidente della Repubblica, di questo valore fondamentale della nostra società.
Ma il 26 giugno 2014, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Francia poiché esclude dal suo diritto una tale transazione su una donna e un bambino. Non solo il diritto francese dichiara le convenzioni di maternità surrogata del tutto nulle, ma la Corte di Cassazione si oppone alla trascrizione nei registri di stato civile francesi delle nascite che risultano da convenzioni organizzate all’estero. In effetti, se il nostro diritto ammettesse un tale contratto, pur contrario all’ordine pubblico, allora esso avrebbe di fatto la stessa efficacia di un contratto valido, e questa è l’unica cosa ricercata dalle parti che l’hanno stipulato.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha sanzionato la Francia per lo stato del suo diritto, per aver attentato al «diritto alla vita privata e familiare dei bambini» nati all’estero in esecuzione di contratti di gravidanza surrogata, considerando che il diritto francese avrebbe dovuto riconoscere la relazione filiale esistente nei confronti del padre-cliente, il quale, per via dell’inseminazione della madre-portatrice con il proprio sperma, è il «padre biologico» del bambino.
Ci rivolgiamo a lei poiché tale decisione mette in pericolo il suo costante impegno, ribadito nel 2013.
Se la Francia si piegasse, se le nascite dei bambini legate a contratti di maternità surrogata fatti all’estero fossero iscritti nello stato civile francese, allora il mercato dei neonati diverrà di fatto effettivo. E il contratto di maternità surrogata fatto all’estero sarà efficace esattamente come se fosse lecito.
Una volta che si sarà giunti a questo, signor Presidente, come spiegherà ai francesi che, possedendo del denaro, potranno recarsi all’estero ad acquistare un neonato per farlo iscrivere come loro figlio o loro figlia nello stato civile francese, mentre mancando di sufficienti mezzi, dovranno subire il divieto che si manterrebbe nel diritto francese per i contratti di gravidanza surrogata realizzati in Francia? E come vietare questa pratica in Francia quando se ne riconoscono in Francia gli effetti, con il pretesto che è stata attuata in un Paese dov’è autorizzata?
Questa posizione non sarà sostenibile. Lei dovrà cedere. Lei dovrà ammettere il mercato delle madri in Francia. Lei sarà allora costretto a rinunciare al suo impegno solenne.
Nessuno crederà che questi contratti possano essere realizzati in modo «etico» poiché tutti sanno che si tratta innanzitutto di una questione di denaro per gli intermediari che prosperano oggi sulla sofferenza delle coppie senza bambini, che siano eterosessuali od omosessuali.
Per questo, signor Presidente, le chiediamo, in nome del suo impegno costantemente espresso, di opporsi pubblicamente all’ammissione nel diritto dei contratti di gravidanza surrogata, dove le madri vedono i loro diritti calpestati. Proprio le donne con cui lei si è schierato. Proprio i diritti che sono stati danneggiati e compromessi dalla sentenza della Corte europea.
È concepibile trovare delle soluzioni tecniche per migliorare la situazione giuridica dei bambini presenti sul suolo francese, senza soccombere a ciò che è un trionfo dell’industria del parto su ordinazione, e senza che ciò costi loro lo statuto di essere umano attraverso il riconoscimento dell’efficacia del contratto di gravidanza surrogata che li ha designati come cosa desiderata, ordinata e consegnata.
La Francia potrà così giustificare il fatto di non trascrivere le nascite, poiché ciò equivarrebbe ad ammettere l’efficacia dei contratti di maternità surrogata stipulati all’estero e presto, per questa via, anche in Francia, modificando lo statuto del bambino.
Essendo in gioco la difesa delle donne e dei bambini, le chiediamo anche di rinforzare il dispositivo legislativo di lotta contro la prospezione di clienti francesi da parte delle agenzie per la maternità surrogata e di presentare un progetto di convenzione internazionale volto a proibire la pratica della maternità surrogata e a lottare con strumenti penali contro questa pratica, sulla base della convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta di esseri umani.
La preghiamo di accettare, signor Presidente della Repubblica, la prova della nostra più alta considerazione.
Jacques Delors
Lionel Jospin
Yvette Roudy
Marie-George Buffet
Nicole Péry
Catherine Tasca