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Persone non “individui malati”

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Aleteia - pubblicato il 18/07/14
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Comitato nazionale di Bioetica: “il malato di demenza sia riconosciuto come persona in ogni fase della malattia”La malattia di Alzheimer rappresenta la metà di tutte le patologie che provocano demenza degenerativa. In Italia i malati sono oltre mezzo milione: 520 mila secondo i dati del Ministero della salute.

Costi sociali e problemi etici
L'Alzheimer, come riporta Famiglia Cristiana il 17 luglio, colpisce il 40% delle persone ultra ottantenni e ha un costo sociale ed economico, che intreccia vari problemi anche di carattere etico circa le cure, il consenso informato da parte di una persona che ha sempre maggiori problemi di comprensione, il ruolo dei medici e della ricerca scientifica, oltre a profili che rimandano all’abbandono o all’accanimento terapeutico

In Italia un malato di Alzheimer costa circa 60 mila euro all’anno non solo per trattamento medico. Nella cifra sono compresi i costi sociali, che per il 70% sono a carico delle famiglie. Si tratta di tempo, di servizi dedicati e speciali, insomma di quella “assistenza umana” che le tecnologie non potranno mai sostituire.

No alla discriminazione del malato
Il Comitato nazionale di Bioetica, presieduto dal professor Francesco Paolo Casavola ha dedicato alla questione un ampio “parere” pubblicato pochi giorni fa nel quale raccomanda che “il malato di demenza sia riconosciuto come persona in ogni fase della sua malattia” sollecitando il governo a includere l’assistenza al malati di demenza “con un ruolo di rilievo” nelle “politiche sanitarie”. 

Inoltre “la condizione di inconsapevolezza o di perdita graduale della consapevolezza e la difficoltà relazionale non devono essere usate come giustificazione per una considerazione etica di inferiorità e una diminuzione del riconoscimento della dignità”. Il rischio in questo caso è quello di introdurre “pericolose forme di discriminazione che violano il principio di uguaglianza – cardine dei diritti umani – che riconosce la pari dignità ad ogni essere umano sulla base del essere e non del fare o del possesso di determinate capacità”. 

Infine il Comitato sottolinea che lo Stato deve prevedere un “adeguato supporto” anche economico a coloro che si prendono cura di questi malati, cioè alle famiglie. L’uso delle tecnologie, che va incentivato, non può sostituire, ma deve aggiungersi “all’assistenza umana” che il Comitato ritiene “indispensabile”.

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