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Israele – Palestina: invece della tregua inizia la guerra

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Erebmedioriente - pubblicato il 18/07/14
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L’azione giunge dopo l’illusione di un cessate-il fuoco
La guerra è ufficialmente iniziata. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Moshe Ya’alom hanno ordinato una grande incursione nel territorio della Striscia di Gaza. L’azione giunge dopo l’illusione di un cessate-il fuoco e della finta tregua richiesta dall’Onu – durata dalle 9,00 alle 15,00 – violata da Hamas che ha continuato al lanciare razzi in territorio israeliano, almeno 100. Da parte sua Israele ha interrotto solo per qualche ora i raid, per continuare con maggiore intensità pochi minuti dopo le ore le 15,00. Al momento i morti palestinesi hanno superato le 240 persone, soprattutto donne e bambini. Intanto la Knesset ha approvato il dispiegamento di altri 18mila riservisti da inviare al confine con Gaza.

Il lancio dell’operazione
Pochi minuti dopo l’avvio dell’operazione il governo ha diffuso un comunicato in cui afferma che “il fine dell’operazione è quello di danneggiare i tunnel costruiti dai terroristi che da Gaza si inoltrano in territorio israeliano”, sottolineando che proprio questa mattina “alcuni di questi passaggi sono stati utilizzati da uomini di Hamas, con l’intento di colpire i civili israeliani”. Israele sottolinea che l’ordine di agire questa notte è stato approvato dal gabinetto di sicurezza, dopo che il governo ha accettato il cessate-il fuoco proposto dall’Egitto, rifiutato da Hamas che invece ha continuato al lanciare razzi contro il territorio israeliano. Gli islamisti non hanno nemmeno accettato la tregua umanitaria chiesta dall’Onu, continuando a colpire Israele in modo indiscriminato. “Alla luce dei continui attacchi di Hamas – continua la nota – e delle sue continue incursioni nel nostro territorio, Israele è stato costretto ad usare la forza per proteggere i suoi cittadini”.  “L’operazione ‘Protective Edge’ – conclude – continuerà fino a che non verranno raggiunti i suoi obiettivi: restaurare la tranquillità e la sicurezza di Israele e causare quanti più danni possibili alle infrastrutture di Hamas e degli altri gruppi che dominano la Striscia di Gaza”.

Solo colpa di Israele?
Le colpe di Israele sono molte. Se dovessimo fare un elenco delle più importanti la prima è sicuramente la continua costruzione di insediamenti in Cisgiordania, che blocca l’intesa con l’Autorità palestinese; la seconda è non aver fatto nulla in questi anni per la popolazione di Gaza, al di là dell’erogazione di carburante e di energia elettrica, costringendo quotidianamente le migliaia di persone che lavorano oltre confine a perquisizioni massacranti e contro la dignità umana; un altro punto può essere l’uso eccessivo della forza.

Tuttavia, le colpe di Israele non sono sufficienti per addossare a un’unica parte le responsabilità di questa situazione. Infatti, il movimento terrorista che governa la Striscia utilizza i bombardamenti israeliani per restare al potere. Una domanda che qui ci poniamo e che molti altri siti e giornali si sono posti è: perché a Gaza muoiono così tante persone?
A prima vista pare che Israele miri deliberatamente case e ospedali, spacciandoli come obiettivi militari. Questa sera i medici israeliani hanno inviato una lettera al ministro della Difesa Ya’alom, chiedendo di non colpire l’ospedale di Al Wafa, l’unica struttura sanitaria attrezzata della Striscia di Gaza. I danni collaterali dei bombardamenti chirurgici sono sempre al di sopra delle stime, ma occorre considerare come agisce Hamas, che seguendo i dettami dell’islam radicale fa del sacrificio della popolazione la sua arma vincente. I tre bambini palestinesi, uccisi oggi durante uno dei raid israeliani nel quartiere di Sabra, “giocavano” sul tetto di un palazzo di tre piani, nonostante sia noto che prima dei bombardamenti l’esercito israeliano invii volantini e messaggi per avvertire la popolazione.

Oggi “per la prima volta” dei razzi sono stati scoperti nascosti in una sua scuola a Gaza, confermando indirettamente le accuse di Israele: Hamas e gli altri “gruppi terroristici” usano strutture civili come depositi di armi. “Ieri, nel corso di una delle regolari ispezioni delle sue strutture, la United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (Unrwa) ha scoperto circa 20 razzi nascosti in una scuola nella Striscia di Gaza. L’Unrwa condanna fermamente il gruppo o i gruppi responsabili di aver messo delle armi in una delle sue installazioni”, ha spiegato un comunicato dell’agenzia Onu, che “ha informato le parti interessate”, “ha preso tutte le misure necessarie per la rimozione degli oggetti e ha avviato un’inchiesta”.

Quando Gaza voleva rivoltarsi contro Hamas
Nel novembre del 2013 un gruppo di giovani palestinesi di Gaza aveva dato il via ad una organizzazione sull’esempio dei Tamarud egiziani per costringere il governo di Hamas a dimettersi. Una grande manifestazione era prevista per l’11 novembre 2013, anniversario per la morte di Arafat. Purtroppo nulla di ciò è avvenuto. Molti dei giovani attivisti sono morti o sono stati arrestati. In pochi hanno dato notizia di questo movimento. Erebmedioriente e AsiaNews avevano coperto e intervistato alcuni dei giovani, cercando nel suo piccolo di dare voce a questi sprazzi di risveglio della popolazione palestinese, sempre più vittima di se stessa.

 

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