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Se i gay vogliono far battezzare i propri figli

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Aleteia - pubblicato il 16/07/14
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Le diocesi alle prese con un nuovo fenomeno mentre si diffondono i matrimoni omosessualidi Brian Fraga

Vescovi e sacerdoti sono posti sempre più di fronte alla sfida di equilibrare le sensibilità pastorali con la preoccupazione di creare scandali pubblici, visto che i genitori dello stesso sesso cercano sempre più di far battezzare i propri figli.

Il fenomeno, in crescita, sarà un argomento di discussione del prossimo Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia. La situazione ha già suscitato una riflessione tra vari vescovi e pastori. La diocesi di Madison (Wisconsin, Stati Uniti) ha implementato una nuova politica che richiede che i sacerdoti consultino il vicario generale diocesano quando vengono interpellati da una coppia dello stesso che vuole far battezzare un figlio.

“Come sapete, c’è una pletora di difficoltà, sfide e considerazioni associate a queste unioni innaturali (incluso lo scandalo) collegata al Battesimo di un figlio, e queste considerazioni interessano la teologia, il diritto canonico, l’approccio pastorale, l’adattamento liturgico e il registro sacramentale”, ha scritto monsignor James Bartylla, vicario generale diocesano di Madison, ai sacerdoti in un’e-mail interna riportata dal Wisconsin State Journal.

In un certo senso, le coppie omosessuali che presentano i figli per il Battesimo portano avanti il trend presente da decenni nella Chiesa cattolica degli Stati Uniti di dover battezzare un numero crescente di bambini nati fuori dal matrimonio. L’approccio generale di vescovi e sacerdoti è stato quello di battezzare i bambini nella misura in cui i genitori non affermavano pubblicamente di non essere d’accordo con l’insegnamento della Chiesa sul fatto che l’intimità sessuale ha il suo luogo proprio nel matrimonio tra un uomo e una donna.

“Se la gente può aver ceduto in debolezza, la supposizione era che almeno accettassero la norma e cercassero di vivere conformemente ad essa”, ha scritto monsignor Charles Pope il 29 giugno sul suo blog sul sito web dell’arcidiocesi di Washington.

Sia papa Francesco che il papa emerito Benedetto XVI hanno difeso la pratica di battezzare i bambini di genitori la cui vita non è conforme agli insegnamenti della Chiesa, sulla base che i piccoli non devono essere pregiudicati per la situazione dei genitori e che il Battesimo può avere un effetto evangelizzatore.

La situazione dei genitori dello stesso sesso che vogliono battezzare i figli presenta tuttavia una nuova serie di questioni. Un pastore deve considerare se la coppia intende sinceramente allevare il figlio nella fede cattolica o se invece cerca una forma di legittimazione della propria unione.

“A volte non hanno alcuna intenzione di allevare i figli nella pratica della fede. Vogliono solo far battezzare il proprio bambino”, ha affermato padre Roger Landry, sacerdote della diocesi di Fall River (Massachusetts, Stati Uniti), che ha detto di essere stato approcciato in tre occasioni da coppie dello stesso sesso che volevano far battezzare i propri bambini.

Padre Landry ha riferito ad Aleteia che ha rimandato il Battesimo del bambino di una coppia quando è emerso chiaramente che i genitori non intendevano allevarlo nella fede, ma volevano il Battesimo come simbolo dell’accettazione del loro stile di vita da parte della Chiesa, nonché per far piacere alle rispettive famiglie cattoliche. Quanto alle altre coppie, il sacerdote ha dichiarato che hanno accettato di rispettare i loro doveri dopo che egli aveva spiegato loro il rito battesimale e le loro responsabilità di insegnare ai propri figli la fede cattolica.

“Spero di avviare una conversazione per cui nel percorso riescano ad applicare una comprensione più piena degli insegnamenti della Chiesa alle decisioni che hanno preso”, ha detto padre Landry, aggiungendo che la speranza a lungo termine è una conversione di vita che avviene raramente dopo un’unica discussione di un’ora.

Il Codice di Diritto Canonico insegna che perché un bambino venga battezzato nella Chiesa deve esserci “la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica” (Canone 868). La Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, nel documento del 2006 “Ministero a persone con un’inclinazione omosessuale. Linee guida per l’assistenza pastorale”, ha affermato che la Chiesa non rifiuta il Battesimo ai bambini di genitori dello stesso sesso se verranno allevati nella fede.

“In quei casi in cui il Battesimo è permesso, i ministri pastorali dovrebbero esercitare un giudizio prudente al momento di preparare cerimonie battesimali”, hanno scritto i vescovi, aggiungendo che battezzare bambini di coppie dello stesso sesso rappresenta “una seria preoccupazione pastorale”.

Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, il documento di lavoro del Sinodo sulla famiglia che si svolgerà nell’ottobre prossimo, indica che molti di coloro che hanno risposto a un questionario distribuito lo scorso anno hanno affermato che sarebbe di aiuto ricevere direttive pastorali più concrete nel caso di queste situazioni.

Quando le coppie omosessuali presentano i bambini per il Battesimo, afferma il documento, “le risposte, quasi all’unanimità, sottolineano che il piccolo deve essere accolto con la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che ricevono gli altri bambini”.

“Quando le persone in situazioni irregolari di qualsiasi tipo richiedono il Battesimo per i bambini affidati alle loro cure, i sacerdoti e gli altri ministri della Chiesa dovrebbero considerarla un’opportunità preziosa rispetto sia ai bambini che a coloro che li presentano”, ha dichiarato il sacerdote gesuita Peter F. Ryan, direttore esecutivo del Segretariato per la Dottrina della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti.

“In queste occasioni, i ministri della Chiesa dovrebbero implorare a Gesù la grazia di cui hanno bisogno per comunicare il suo amore e la verità del suo insegnamento che dà vita in modo sincero ed efficace. I ministri devono anche esercitare discrezione per assicurare che vengano rispettate le condizioni per Battesimi leciti e siano evitati gli scandali”, ha aggiunto padre Ryan ad Aleteia.

Cercando di equilibrare il diritto di un bambino al Battesimo e la preoccupazione di suscitare scandalo, la Chiesa si trova “tra l’incudine e il martello”, ha commentato John Grabowski, docente di Teologia Morale ed Etica presso la Catholic University of America.

“Se la Chiesa amministra il Battesimo ai bambini di coppie non sposate, soprattutto coppie omosessuali, questo potrebbe essere interpretato da persone esterne e interne alla Chiesa come un’approvazione tacita di queste relazioni e un’affermazione del fatto che sono positive come qualsiasi tipo di matrimonio”, ha detto ad Aleteia Grabowski.

“I vescovi stanno cercando di fare del loro meglio a livello pastorale nei confronti di una situazione importante e sensibile, dovendo far fronte a questi due tipi di interesse a volte conflittuali”, ha aggiunto.

L’arcivescovo Carlos Ñáñez di Córdoba (Argentina) ha detto alla Catholic New Agency ad aprile che il recente Battesimo di uan bambina che viene allevata dalla propria madre biologica e dalla sua partner non ha promosso il loro stile di vita. L’arcivescovo ha commentato alla CNA che il caso “è come quello di qualsiasi altra persona che chiede il Battesimo”, e che il Battesimo è un “diritto” della bambina. In Messico, il vescovo Raúl Vera López di Saltillo ha battezzato a maggio un bambino allevato da una coppia lesbica. Il presule avrebbe detto ai media locali che se i genitori vogliono il Battesimo
“è perché c’è una fede cristiana”.

Padre Landry ha affermato che una delle coppie lesbiche che lo ha avvicinato ha poi rispettato la promessa di crescere il bambino nella fede cattolica. Lo portava a Messa la domenica e non riceveva la Santa Comunione. “Ma erano lì ogni settimana”, ha spiegato il sacerdote. “Avevano chiaro l’impegno che si erano prese al momento del Battesimo. Le apprezzo molto per questo”.

Padre Landry ha aggiunto che ci possono essere valutazioni pastorali sul ciò che vuol dire avere una “fondata speranza” che i genitori – e i padrini – rispettino gli impegni che si sono assunti nei confronti del bambino al momento del Battesimo.

“Vogliamo assolutamente poter battezzare i bambini per le conseguenze per la salvezza sulle quali Gesù è molto chiaro nei Vangeli”, ha dichiarato. “Io e la maggior parte dei pastori interpretiamo la richiesta di una speranza ben fondata con indulgenza quando i genitori affermano la propria intenzione di crescere il loro bambino in base alla fede cattolica insegnandogliela e partecipando alla Messa. Possono non mantenerla, ma finché c’è un impegno verbale è abbastanza, perché vogliamo vedere il bambino battezzato”.

“Le circostanze in cui si trova non sono da imputare al bambino”, ha concluso il sacerdote.

Brian Fraga è redattore di un quotidiano e scrive da Fall River, Massachusetts (Stati Uniti).

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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