La Chiesa sta facendo abbastanza?
Come era prevedibile, i critici della Chiesa cattolica non sono soddisfatti. Barbara Blaine, presidente della Rete di Sopravvissuti agli Abusi da parte di Sacerdoti (Survivors Network of those Abused by Priests, SNAP), ha sminuito l'importanza dell'incontro. Le scuse del papa non sono ritenute sufficienti. “Francesco deve intraprendere un'azione decisiva ora” per affrontare lo scandalo in modo più diretto, ha dichiarato la Blaine, non dando importanza anche alla richiesta del papa di risarcimenti e dicendo che “viene prima fermare gli abusi e difendere i bambini. Nessun bambino sulla terra è più sicuro oggi a causa di questo incontro”.
“Le vittime di abusi possono guarire con o senza gli officiali della Chiesa, ma solo con l'aiuto degli officiali della Chiesa i bambini possono difendersi dai chierici che molestano i più piccoli. È su questo che si deve concentrare il papa. Ed è qui che sta rifiutando di agire”.
Se la Blaine è un'esperta del problema come dice di essere, allora sta mentendo deliberatamente. Deve essere a conoscenza dei vasti progetti di protezione dei bambini avviati dalla Chiesa. Oltre a istituire una commissione internazionale per far fronte alla questione, Francesco ha espresso il suo punto di vista con forza e chiarezza. Di fronte ai continui attacchi sull'argomento da parte delle Nazioni Unite, il pontefice ha difeso le azioni della Chiesa in un'intervista rilasciata a marzo al Corriere della Sera in cui ha affermato che la Chiesa cattolica “è forse l'unica istituzione pubblica ad aver agito con trasparenza e responsabilità”.
William Oddie, del Catholic Herald, sottolinea cosa ha fatto la Chiesa cattolica per affrontare il problema e colloca la crisi in un contesto sociale generale, mostrando che la Chiesa cattolica è lungi dall'essere l'unica istituzione ad avere un problema. Citando Francesco e rimarcando cosa è stato fatto, Oddie osserva l'alto livello di abusi sessuali su minori nelle scuole statunitensi e le recenti notizie provenienti dall'Inghilterra sollevando una tenda su storici abusi sessuali di bambini dalle proporzioni scioccanti nel mondo politico e dell'intrattenimento inglese.
In tutto il mondo, i vescovi cattolici hanno messo in atto ampi programmi di protezione. Negli Stati Uniti, ad esempio, in 194 diocesi si svolge una formazione all'ambiente sano. Più di 2 milioni di adulti sono stati formati per riconoscere il comportamento di chi si macchia di questi crimini e cosa fare, e oltre 5 milioni di bambini hanno ricevuto informazioni per riuscire a difendersi dagli abusi. Oltre alla formazione all'ambiente sano, vengono condotte delle analisi sul background di tutto il personale che ha contatti con i bambini.
Tutte le diocesi hanno Codici di Condotta che spiegano qual è il comportamento accettabile e impiegano Coordinatori per l'Assistenza alle Vittime, e nel 2012 sono stati spesi 8,015,842 dollari per terapie per le vittime di abusi sessuali da parte del clero. Tutte le diocesi hanno inoltre Coordinatori per un Ambiente Sano che assicurano il rispetto della Carta per la Difesa dei Bambini e dei Giovani. Dal 2002 vige nei confronti degli abusatori una politica di tolleranza zero. Quando viene riconosciuto o stabilito, dopo un idoneo processo conforme al Diritto Canonico, anche un solo atto di abuso sessuale da parte di un sacerdote o di un diacono, l'abusatore viene rimosso permanentemente dal suo ministero.
Nulla di tutto ciò è a conoscenza della SNAP o della stampa. La Chiesa cattolica, come ha sottolineato papa Francesco, continua invece ad essere usata come capro espiatorio, e Barbara Blaine e la SNAP continuano a fingere che non sia stato fatto nulla. I partecipanti all'incontro annuale della SNAP testimoniano l'atmosfera di odio estremo nei confronti della Chiesa cattolica. Potrebbe esserci un'altra motivazione per i continui attacchi alla Chiesa cattolica? I legami tra l'avvocato che accusa la Chiesa Jeff Anderson e il finanziamento della SNAP sono ben saldi.
Cos'altro può fare la Chiesa cattolica per affrontare la crisi degli abusi sessuali? La commissione papale deve assicurarsi che nelle strutture ecclesiali venga mantenuto il principio della tolleranza zero, ma soprattutto gli officiali della Chiesa devono essere più proattivi nel far sapere cosa viene fatto ogni giorno a livello locale per evitare l'abuso di bambbini. Quanti di noi lavorano in scuole e parrocchie negli Stati Uniti possono testimoniare i corsi di formazione, la certificazione, i controlli di background e le politiche di difesa dei bambini che vengono messi in atto. Nel caso di una notifica, di fronte a qualsiasi forma di accusa credibile, un sacerdote o un operatore ecclesiale verrà preso e gettato sotto l'autobus. I cattolici devono far sapere che si sta applicando la politica della tolleranza zero.
Dobbiamo anche insistere sui fatti e puntare il dito contro il gossip e la bigotteria anticattolici quando si verificano. I sacerdoti cattolici non sono gli unici abusatori, e gli studi rivelano che il problema è ben peggiore in altri settori della società. Dobbiamo ammettere i nostri fallimenti, riparare e fare meglio, ma dobbiamo anche continuare a far conoscere la vera storia sugli abusi sessuali da parte di sacerdoti. Studi oggettivi come quello di Philip Jenkins “Pedophiles and Priests: Anatomy of a Contemporary Crisis” e il “Report” di John Jay espongono i fatti reali relativi agli abusi sessuali ad opera di sacerdoti cattolici.
In nome dell'intera Chiesa, è giusto che papa Francesco incontri le vittime e chieda scusa. È giusto che affrontiamo la terribile verità relativa a pochi uomini malati che hanno servito come sacerdoti. È giusto che affrontiamo la verità sui vescovi che li hanno coperti.
Ma è anche giusto che proclamiamo l'autentica verità sugli abusi sessuali sui bambini e insistiamo sulla giustizia non solo per le vittime, ma per tutte le persone coinvolte in questo affare sordido e deplorevole.
Padre Dwight Longenecker è autore di The Romance of Religion: Fighting for Goodness, Truth, and Beauty.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]