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Che cos’è lo sposalizio mistico con Gesù Cristo?

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Antonio Rizzolo - Credere - pubblicato il 11/07/14
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Si tratta del più alto grado di unione con Dio sulla terraCaro direttore, leggendo la biografia di santa Faustina Kowalska ho scoperto che questa giovane suora ha avuto uno “sposalizio mistico” con Gesù. Mi può spiegare che cosa significa?

Lucia, Bologna

Cara Lucia, lo sposalizio mistico (o matrimonio spirituale) è il più alto grado di unione con Dio che una persona può sperimentare in questa terra. Questo dono è chiamato “sposalizio” perché l’anima è unita a Dio come si amano lo sposo e la sposa. La specificazione “mistico” indica che si tratta di un’immagine, di un simbolo, un modo umano di esprimersi. Santa Faustina Kowalska, apostola della Divina Misericordia, ebbe questa grazia straordinaria, insieme a tante altre. Nel suo Diario scrisse che ciò che conta è l’amore che ci unisce al Signore: “Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono ad essa elargito la rendono perfetta, ma l’unione intima della mia anima con Dio. I doni sono soltanto un ornamento dell’anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione. La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio”.

Nella Bibbia si usa spesso il paragone matrimoniale per indicare il rapporto, l’alleanza, tra Dio e il suo popolo. Leggiamo ad esempio nel libro del profeta Osea queste parole del Signore a Israele: “Ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore”. Anche nel Nuovo Testamento appare con frequenza l’immagine delle nozze per indicare il regno di Dio che Gesù è venuto a instaurare, cioè il nuovo rapporto dell’umanità con il Signore. Pensiamo alle parabole del banchetto nuziale (Matteo 22,2-14) o delle dieci vergini (Matteo 26,1-13). Gesù stesso presenta se stesso come sposo. Nel Vangelo di Matteo dice: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?” (9,15). E’ chiaro che le immagini delle nozze e di Cristo sposo indicano l’alleanza, l’unione d’amore tra ogni cristiano e il Signore Gesù. I padri della Chiesa e i grandi mistici cristiani useranno spedso questo paragone. In particolare Teresa d’Avila, nel libro Il castello interiore, parla del matrimonio spirituale che costituisce la settima dimora dell’anima, dove abita il re del castello, cioè Dio. Così scrive la santa: “Sembra che Dio voglia mostrare all’anima la gloria del cielo, ma in un modo più elevato che non con ogni altra visione o gusto spirituale. Soltanto questo si può dire: che l’anima, o meglio il suo spirito, diviene una cosa sola con Dio”. Lo scriveva già san Paolo ai Galati: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me” (2,20).

Il Cantico dei cantici inizia così: “Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, migliore del vino è il tuo amore”. Il paragone matrimoniale per indicare l’unione con Dio significa che il nostro rapporto con Dio non può essere astratto, intellettuale. L’amore di Dio, rappresentato dai suoi baci, è vero, concreto: egli ci ama come siamo, nei nostri slanci e nella nostra fragilità. E la nostra vita cristiana non può che procedere per innamoramento. Altrimenti diventa stanca e inerte.

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