La situazione peggiore è ad Aleppo, ma anche Damasco è stremata.di Andrea Avveduto
“Le cose stanno peggiorando. Ci sono morti qua e là. La situazione peggiore è ad Aleppo, ma anche Damasco è stremata. Giorno e notte bombardano i palazzi delle città”. Sono le ultime notizie che giungono dalla Siria. Padre Simon Herro, ministro generale francescano della regione San Paolo, è in prima linea per combattere una delle emergenze umanitarie più gravi della storia recente.
Padre Simon, qualche settimana fa in Siria ci sono state le elezioni. C’è la possibilità di una svolta nel conflitto?
Le recenti elezioni non hanno cambiato la situazione, che va peggiorando sempre di più. Anche se la maggioranza della popolazione si è espressa in favore di Assad (l’87% lo ha votato). E la gente è molto contenta quando l’esercito entra nelle città per liberarle dalle brigate dei ribelli.
Come si vive nelle città maggiormente colpite dal conflitto?
Ad Aleppo qualche volta tolgono l’acqua che viene dalla Turchia per 7 o 12 giorni. E proprio l’altro ieri è caduta una bomba su un bambino di 5 anni. Era uno dei nostri ragazzi del catechismo, ed è morto sul colpo.
Qual è la sua attività per far fronte all’emergenza umanitaria?
Dal 27 marzo sono andato per tre volte in Siria. La nostra attività è la stessa dall’inizio della guerra, continuare ad aiutare la gente tramite i quattro centri che abbiamo creato in tutta la regione. Offriamo viveri, favoriamo le cure mediche e quando qualcuno viene rapito facciamo di tutto perché venga liberato. Stiamo aiutando diversi a pagare l’affitto delle case, a volte gli procuriamo il visto per scappare in Europa. E ultimamente aiutiamo anche i campi rifugiati del Libano e della Giordania, ormai allo stremo. Sono soprattutto i bambini a soffrire per questa situazione.
Come vivono i cristiani in questa situazione?
Con tutto quello che sta accadendo le chiese sono piene. Recentemente abbiamo organizzato le confessioni comunitarie: c’erano circa 1200 persone presenti. Numeri impossibili in condizioni – diciamo – “normali”. Le gente viene a pregare perché finisca questa maledetta guerra.
E i frati francescani che vivono in Siria cosa stanno facendo?
Nei quattro centri di accoglienza aiutiamo più di 1000 famiglie al giorno, e ogni mese diamo una somma ad altrettante famiglie per comprare il necessario alla sopravvivenza.
Cosa può fare l’occidente?
La prima cosa da fare è pregare, perché cessi questa inutile strage di innocenti. E poi aiutare i siriani, perché stanno morendo di fame.