La Giunta regionale siciliana ha deliberato lo stato d’emergenza per la difficoltà dei Comuni ad accogliere i numerosi minori non accompagnati
Sono troppi i minori non accompagnati che sono sbarcati in Sicilia nelle ultime settimane e i Comuni, ai quali sono stati affidati per legge, non ce la fanno a sostenere i costi della loro ospitalità. "Le casse sono vuote", è stato il drammatico appello dei sindaci. E così la Giunta regionale ha deliberato lo stato d’emergenza.
Lo ha annunciato il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta: “"Non c'è alcuna ostilità da parte nostra verso l’accoglienza nei confronti dei flussi migratori, ma occorre un'equa ripartizione dei costi con lo Stato e l'Ue che in questo momento non applicano certo una politica solidale e ciò è profondamente ingiusto” (Agi 12 giugno 2014). Il presidente ha spiegato che oggi “basta l'ordinanza di un giudice affinché un piccolo paese di pochi abitanti debba prendersi carico di 200 bambini non accompagnati. Facile allora che molti di questi comuni vadano in default” (Agi 12 giugno).
La decisione di Crocetta è stata immediatamente approvata dalla Cisl regionale: “Ha fatto bene la giunta regionale a chiedere al Consiglio dei ministri di riconoscere lo stato d'emergenza in cui versano i Comuni siciliani esposti al flusso dei migranti. Un esodo inarrestabile, destinato anche a crescere nelle prossime settimane". Lo ha sottolineato Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia (Ragusanews 12 giugno): “Ora, governo della Regione, sindaci, forze sociali e del volontariato aggiunge facciano fronte comune affinché il governo nazionale riconosca in tempi brevi l'emergenza". Lo stato d’emergenza era stato più volte chiesto nelle scorse settimana proprio dalla Cisl.
Anche il sindaco di Catania Enzo Bianco aveva insistito sulla necessità dello stato d’emergenza. Lo aveva ripetuto sia al presidente dell’Anci, (l’Associazione dei comuni italiani), Piero Fassino, sindaco di Torino, che al ministro dell’Interno Angelino Alfano, siciliano di Agrigento. Bianco aveva fatto notare ad Alfano che l’emergenza sbarchi la stanno pagando soprattutto i Comuni siciliani: "Abbiamo rappresentato al Ministro tutta la drammaticità della situazione, sottolineando il fatto che una manciata di Comuni siciliani, lasciati completamente soli, è costretta ad affrontare il 95 per cento degli sbarchi, un’emergenza umanitaria il cui costo, non solo in termini economici, dovrebbe essere sostenuto dall’intera Unione europea”. (Cataniatoday 10 giugno).
"Siamo ormai al collasso, non siamo più in grado di reggere, completamente da soli il peso di un'emergenza senza precedenti, nonostante la storica e consolidata cultura dell'accoglienza che ha reso negli anni il nostro territorio un modello", hanno scritto 12 sindaci dei comuni del ragusano ancora al ministro Alfano. Nella nota spiegano che "più di undicimila migranti assistiti complessivamente sino ad oggi, più del doppio rispetto a quanto avvenuto in tutto il 2013, rendono chiaro il quadro dell'emergenza. E non basta nemmeno la semplice dichiarazione formale dello stato d'emergenza. Sono necessari mezzi, uomini e soprattutto risorse economiche” (repubblica.it 13 giugno).
La prossima settimana Alfano sarà in Sicilia, ma finora non sono previsti incontri a Pozzallo e a Porto Empedocle, cioè nelle frontiere più esposte dell’immigrazione. Intanto il prefetto di Trapani, Leopoldo Franco, ha assicurato che non saranno aperti altri centri per immigrati. Una polemica è però scoppiata sull’imprenditore di Castelvetrano Giuseppe Scozzari, impegnato in provincia di Trapani con il Consorzio Insieme che gestisce i centri di accoglienza locali. Scozzari è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Gorizia per presunte irregolarità nella gestione del Cie e del Cara di Gradisca di Isonzo. Le polemiche in Sicilia si sono fatte roventi dopo la decisione del Tribunale friulano. Ma il prefetto di Trapani ha spiegato che “l’incarico a Giuseppe Scozzari è stato affidato prima che lo stesso venisse rinviato a giudizio”. E quindi un incarico che non può essere revocato considerato che la vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa con una condanna. Il prefetto ha comunque puntualizzato che "per una questione di opportunità, Scozzari non potrà chiedere l’affidamento di ulteriori incarichi, in attesa che la magistratura faccia il proprio corso” (TrapaniOK, 13 giugno).