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Cosa significa credere in Dio?

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padre Angelo Bellon, o.p. - Amici Domenicani - pubblicato il 11/06/14
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Fede, anche sotto il profilo umano, equivale a fidarsi di quanto ci viene comunicato

Quesito

La saluto. La parola fede, che cosa significa nei dettagli più importanti?
La saluto e la ringrazio.
Le auguro pace e gioia.
Stefano


Risposta del sacerdote

Caro Stefano,
1. fede, anche sotto il profilo umano, equivale a fidarsi di quanto ci viene comunicato.
La fede si distingue dall’evidenza. Quando le cose sono evidenti sono chiare da se stesse e si impongono alla nostra intelligenza. Nella fede invece al posto della chiarezza c’è la fiducia nella persona alla quale ci rivolgiamo. Quando, ad esempio, tu vai dal medico e ti viene ordinato un farmaco, tu non hai l’evidenza di che cosa si tratti. Al posto dell’evidenza, ti fidi della competenza del medico. E poi ti accorgi che non hai mal riposto la tua fiducia.

2. Così avviene anche per la fede in Dio. Ci fidiamo di Lui, della sua sapienza e della sua bontà.

3. Ma per la fede in Dio c’è qualcosa di nuovo, perché le verità che Egli ci comunica non sono verità immediatamente verificabili. Inoltre sono verità di ordine soprannaturale che la nostra intelligenza con le sue sole forze non può raggiungere. La nostra mente riflette su queste verità, cerca di comprenderle e trova che non c’è nulla che sia contro la ragione. Anzi si accorge che è perfettamente ragionevole aderire a quanto Dio ci comunica. Proprio perché sono di ordine soprannaturale, per aderirvi è necessario ricevere una mozione da parte di Dio perché ci aiuti a credere a quanto Egli ci rivela. Per questo la fede è dono di Dio. Va detto tra parentesi che questo dono Dio lo offre a tutti.

4. Inoltre avere fede non significa solo fidarsi, ma anche obbedire. Se tu vai dal medico e questi ti dice di prendere il farmaco secondo un  determinato dosaggio, devi obbedirgli. Diversamente non puoi godere del beneficio promesso. Questa obbedienza non è cieca, perché tu conosci e hai sperimentato la sua competenza. Così analogamente anche per la fede in Dio. Non c’è vera fede in Dio se non c’è obbedienza a quanto ci comanda. Se manca l’obbedienza, non ci si inoltra nell’esperienza che Dio promette. Abramo si è fidato di Dio e gli ha obbedito mettendosi subito in cammino. E proprio perché si è messo in cammino ha potuto sperimentare la fedeltà di Dio alle sue promesse. Se manca l’obbedienza la nostra fede si riduce semplicemente a qualche nozione su Dio. Ma una simile fede l’hanno anche i demoni, come dice San Giacomo (Gc 2,19). Non è una fede che salva perché non dà inizio a nessuna esperienza interiore nuova. È pura conoscenza.

5. Infine aver fede significa abbandonarsi nelle mani di Dio, confidando in Lui, nella bontà della sua legge e dei suoi interventi. Questo abbandono fiducioso talvolta lo attuiamo anche nei confronti del medico. Quando i farmaci non bastano, è necessario un intervento chirurgico e questo comporta non di rado l’anestesia totale. Nell’anestesia totale uno rinuncia perfino a vedere, a capire. Si lascia tagliuzzare dal medico come vuole. Ma si è consapevoli che tutto quello che il chirurgo farà, lo farà solo per portarci alla salute, per liberaci dal male. È un rimettersi nelle sue mani, nel senso pieno della parola. Così ugualmente la vita di fede comporta anche questo santo abbandono nelle mani del Signore, sapendo che ci conduce per vie che giovano alla nostra purificazione e alla nostra santificazione e alla nostra glorificazione.

6. Ecco, sostanzialmente la fede comporta questi tre aspetti: fidarsi, obbedire, abbandonarsi. Lo comporta la fede umana. Molto di più lo comporta la fede teologale, tendendo presente che in tutti questi passaggi Dio stesso ci illumina perché possiamo fidarci, ci dà forza perché possiamo obbedirgli e ci infonde un santo abbandono in Lui perché possiamo rimettere totalmente la nostra vita e le nostre vicende nelle sue mani.

Ti assicuro una preghiera perché quanto ho detto possa attuarsi perfettamente nella tua vita e tu possa giungere a dire insieme a San Paolo: “So a chi ho creduto” (2 Tm 1,12).
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo

qui l’articolo originale

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