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L’Onu sull’immigrazione: “L’Italia non può affrontarla da sola”

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Radio Vaticana - pubblicato il 10/06/14
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Proseguono gli sbarchi e le difficoltà di gestire i profughi
Non conoscono tregua gli sbarchi di migranti sulle coste italiane. In Sicilia ne sono arrivati ieri circa 980, altri 1.300 sono stati ‘dirottati’ a Taranto. “La questione degli immigrati nel Mediterraneo non è un problema che l’Italia può affrontare da sola", riconosce intanto l’ONU. Oggi l’incontro tra il ministro degli interni, Angelino Alfano e il presidente dell’ANCI, Piero Fassino. Il servizio di Adriana Masotti:

 “La questione degli immigrati nel Mediterraneo non è un problema che l’Italia può affrontare da sola". Così ieri un portavoce dell’ONU che spiega:  "L’Italia sopporta un peso molto grosso ma è solo un punto di entrata" dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Per questo "non può esserci solo una risposta nazionale, ma serve una risposta internazionale". Affermazioni queste che da tempo l’Italia attendeva dalle Nazioni Unite oltre che dall’Europa per far fronte agli ingenti flussi immigratori. Circa 52 mila gli arrivi dall’inizio dell’anno. Oggi il ministro dell’Interno, Alfano, incontrerà al Viminale  il presidente dell’Associazione dei Comuni italiani, Fassino, che chiede al Governo risorse straordinarie per l’accoglienza. Fassino parla di "un’emergenza senza precedenti", a cui i Comuni non riescono a far fronte e che necessita una risposta "immediata" da parte di Stato e Regioni. Questure e prefetture in Sicilia sono infatti sotto stress perché, osserva Carlotta Sami, portavoce in Italia dell’Alto commissariato per i rifugiati dell’ONU  "non siamo in emergenza", ma "in una situazione difficile, strutturale". Nell’isola sono arrivati ieri circa 980 immigrati, mentre altri 1.300 sono stati portati a Taranto. A Palermo l’ultimo ‘bollettino degli sbarchi’ parla di 529 profughi per la cui ospitalità si sta adoperando la Curia mettendo a disposizione locali delle parrocchie e della Caritas. Non mancano le vittime del mare: tre migranti sono morti e due risultano dispersi durante un salvataggio di un gommone effettuato da una petroliera maltese arrivata ieri pomeriggio a Pozzallo. Sul fronte politico, intanto, il Pd invoca la dichiarazione dello stato di emergenza. Tornano invece ad attaccare il Governo la Lega Forza Italia e Fratelli d’Italia, perché complice del disastro sociale e umano che da mesi si sta registrando in Sicilia”.

Di emergenza non vuol parlare padre gesuita Giovanni Lamanna, presidente del Centro Astalli che sentiamo al microfono di Francesca Sabatinelli

R. – Non è un’emergenza: basta con l’utilizzo di questo termine! Abbiamo assistito a sbarchi anche numerosi, ma fossero anche 50-60 mila persone, io ricordo che noi italiani, come popolazione, siamo 60 milioni, quindi, non ci possiamo spaventare. Non è una questione di emergenza, non è una questione di numeri. E’ questione che l’Unione Europea o affronta le criticità che si presentano e tenta, con dignità e con giustizia, di dare delle risposte, ma soprattutto di intervenire sui conflitti che portano tante persone a dover lasciare il proprio Paese, o ci troveremo sempre in questa situazione. Le persone che scappano hanno diritto di chiedere una protezione da noi. Ricordo che “Mare Nostrum” è uno strumento che salva le persone, purtroppo non le salva tutte come le ultime tragedie ci hanno dimostrato. E quindi ancora una volta l’appello è all’Unione Europea, perché si stabiliscano canali umanitari sicuri: consentiamo a queste persone di spostarsi in sicurezza e soprattutto, con questi canali umanitari, li sottraiamo allo sfruttamento dei trafficanti. Ricordiamoci anche che Giordania e Libano stanno portando il peso più significativo di questa tragedia che è la guerra in Siria alla quale, come comunità internazionale, continuiamo ad assistere impotenti, indifferenti, incapaci di pacificare quel territorio.

D. – Lei giustamente sottolineava il peso che stanno sopportando i Paesi limitrofi alla Siria. Questo stesso peso, ovviamente in proporzioni totalmente diverse, in questo momento lo stanno sopportando alcuni Comuni della Sicilia…
R. – Sì. A questo noi possiamo rispondere in maniera dignitosa: se io lascio in territorio siciliano tutte le persone che sbarcano, è logico che si crea una situazione di criticità. Sappiamo che ormai il territorio potrebbe essere saturo, dunque preoccupiamoci di distribuirle sul nostro territorio, su tutto – e sottolineo tutto – il nostro territorio e questa criticità della Sicilia verrà superata. Non è un caso che tra gli ultimi sbarchi, le navi abbiamo portato le persone a Taranto. Sarebbe reagire con dignità e nel rispetto dei diritti di queste persone. Va rivista tutta la politica europea. Chi ha promesso un’Europa diversa in campagna elettorale è chiamato a tenere fede alle sue promesse e a trasformare le politiche di chiusura e di contrasto dell’Unione Europea in politiche capaci di risolvere i conflitti e di accogliere come “Unione” europea. Non è una criticità italiana o greca o spagnola: è in ballo la dignità, la capacità di essere giusta dell’intera Ue.
Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, difende dalla sua istituzione nell’ottobre scorso, l’operazione "Mare Nostrum", da molti additata quale causa dell’aumento degli sbarchi sulle coste italiane. L’intervista è di Francesca Sabatinelli:
R. – Occorre tenere assolutamente ferma l’iniziativa di "Mare Nostrum". Semmai, l’Europa va resa sempre più consapevole del valore di questa iniziativa, che sta non solo salvando le persone, ma sta anche, soprattutto, controllando un mare che, diversamente, sarebbe controllato dai trafficanti. Chiaramente, questa iniziativa da sola non basta. Occorre rafforzare maggiormente gli accordi internazionali e, al tempo stesso, occorre rendere reale e operativa l’iniziativa di pace che il Papa ha portato avanti, soprattutto per quanto riguarda la Siria. Questo significherebbe, infatti, ridare ad un Paese, a un popolo, una pace che è una delle condizioni per cui le persone non partano soprattutto dal Medio Oriente e dalla Siria. Un secondo fatto, certamente importante, è che occorre un supplemento di accoglienza, non solo per quanto riguarda l’Italia, ma per quanto riguarda l’Europa. Oggi, il supplemento di accoglienza lo sta dando solo la Sicilia.
D. – A Palermo, sono sbarcate nelle ultime ore centinaia di persone, che non possono essere ospitate nei centri di accoglienza che sono saturi…
R. – Occorre certamente allargare la possibilità di accoglienza, non solo in Sicilia, ma anche, soprattutto, nel contesto italiano. Alcune città non si sono rese disponibili.Occorre, invece, in questo momento, allargare questo progetto. Resta comunque il tema della pace un aspetto importante: non possiamo dimenticare le e-mail che arrivano tutti i giorni, anche a Migrantes, dove le persone chiedono un aiuto per fuggire dalla guerra.

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