L’allenatore irlandese del Glasgow Celtic, ingiuriato e minacciato per la sua fede cattolica
La città scozzese di Glasgow è divisa da un’antica rivalità: religiosa e calcistica, e spesso sono la stessa cosa. La città, infatti, è spaccata fra cattolici e protestanti, ma pure fra tifosi del Celtic e dei Rangers, dove il Celtic è la squadra cattolica e i Rangers quella protesante…
Neil Lennon, nordirlandese, ha giocato nel Celtic e poi il Celtic lo ha allenato, vincendo tre scudetti in serie A e due coppe di Scozia. I Rangers invece annaspano sempre nelle serie minori. Oggi Lennon abbandona, in cerca di nuove mete professionali.
Lennon, questo Llennon, ha alle spalle una storia da conoscere. Prima che allenatore per 4 anni, per 7 era stato leader del centrocampo dei Bhoys, incarnando alla perfezione lo spirito di questo club, così magicamente legato alla sua storia (la squadra nacque in uno dei quartieri poveri della città, Calton, su iniziativa di un frate di origine irlandese) e alla sua comunità di provenienza, i tanti immigrati irlandesi e cattolici in Scozia. E questo ha voluto dire anche difficoltà, in particolare appunto con i Rangers, la squadra dei protestanti. Paradossalmente, uno degli episodi più spiacevoli gli accadde in patria nel 2001, mentre indossava la maglia della Nazionale: aveva firmato da poco per il Celtic, e alcuni tifosi unionisti dell’Irlanda del Nord non gliela perdonarono e intonarono alcuni cori contro di lui. La partita dopo sembrava tutto passato e gli applausi per Lennon si sprecarono. Ma nell’agosto del 2002, il centrocampista confidò che gli sarebbe piaciuto giocare, prima o poi, in una Nazionale dell’Irlanda unita, e per quelle parole ricevette alcune telefonate di minaccia. Pochi giorni e mollò del tutto l’Ulster.
In Scozia le cose per lui non sono andate meglio: dozzine sono stati gli episodi di odio settario, anche violenti. Il più famoso è quello che gli accadde ad Edimburgo, quando era già allenatore del Celtic: un tifoso degli Hearts entrò in campo e cercò di colpirlo con un pugno. Fu fermato appena in tempo. Prima, quando invece Lennon era calciatore, gliene capitarono altre: una volta, ad esempio, fuori da un pub di Glasgow fu preso di mira da due assalitori, che lo malmenarono, un’altra volta invece l’obiettivo era stata la sua famiglia, cui venne spedito un pacco bomba. Episodi che Lennon non si trovò mai a vivere nel corso delle sue esperienze sportive lontano da Glasgow: prima di essere un giocatore del Celtic, infatti, aveva giocato al Manchester City, al Crewe, al Leicester e poi anche al Nottingham Forest. E lì tutto era andato liscio.
Solo in Scozia la sua carriera calcistica lo ha messo in pericolo, assieme alla sua famiglia, che dal 2011 vive sotto scorta. Certo, il suo carattere aspro non semplifica le cose, ma nella vita fuori dal campo Lennon è persona tranquilla. «Spero nessuno abbia alcun dubbio su questo: Lennon è odiato per la sua religione e il suo Paese d’origine. Troppi critici di calcio in Scozia hanno scelto di ignorare che cosa gli stava accadendo, oppure, ancora peggio, hanno tentato di giustificare quanto succedeva col suo comportamento aggressivo»: così commenta il giornalista scozzese Kevin McKenna.