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La Rete, i valori e la democrazia

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 30/05/14
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Mons.Celli: “la partita non si gioca tra Internet-entusiasti e Internet-scettici”

Il significato della democrazia al tempo di Internet con il timore di un "Grande fratello" globale in grado di sorvegliare le vite di tutti riuscendo ad imporre non solo gusti e preferenze su prodotti, moda e viaggi, ma anche opinioni politiche e costumi sociali, è un tema sempre più dibattuto e di interesse trasversale. Aleteia ne ha parlato con il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, mons. Claudio Maria Celli, in occasione della tavola rotonda promossa dall'Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) di Roma sul tema: "Democrazia 2.0: Costituzione e partecipazione".

 

 

Democrazia e Internet: quale connessione tra questi sistemi di riferimento?

 

Celli: Tutti ci interroghiamo su quale democrazia al tempo di Internet ma forse dovremmo interrogarci anche su Internet al tempo di una crisi della democrazia. C'è un valore antropologico e ideale della democrazia prima che politico. Oggi Internet promuove sicuramente conoscenza, relazione e confronto di idee. Di fronte questo fenomeno che ha cambiato profondamente le nostre vite e che permette a persone anche molto lontane l'una dall'altra di entrare in contatto, c'è una divisione tra coloro che si possono definire Internet-scettici e Internet-entusiasti. Io non scelgo nessuno dei due campi.

 

E dove si colloca?

 

Celli: Bisogna pensare come afferma Papa Francesco che Internet non è un insieme di cavi, ma di persone. Già Benedetto XVI prima di lui ha invitato i cristiani ad entrare con coraggio in Internet ma con autenticità, per offrire una testimonianza di valori. In questo senso Internet può dare un grande contributo al dibattito di idee per il bene comune e per avvicinare le persone contro i pregiudizi e le differenze e quindi per rendere più vero ed effettivo il cammino democratico all'interno delle comunità nazionali. A meno che, come affermano alcuni settori del pensiero contemporaneo, la Rete non ci renda più stupidi, Se questo fosse vero, figuriamoci cosa può significare in termini di democrazia. L'invito di Papa Francesco è di grande saggezza perchè sottolinea l'apporto positivo di Internet per il cammino dell'uomo, ma esige che coloro che si professano discepoli di Gesù Cristo apportino anima e valori, ma non bombardando la Rete di messaggi religiosi, bensì portando in Rete la testimonianza a tutta prova dei valori in cui credono.

 

Quale contributo di riflessione offre il Pontificio Consiglio su questi temi?

 

Celli: Stiamo lavorando sui contenuti e il significato della comunicazione in questa specifico contesto. C'è un cammino serio da fare, anche nella Chiesa, per capire cosa significa oggi comunicare. Sono ancora in molti, infatti, a considerare Internet uno strumento e non, come invece è, un ambiente di vita. D'altra parte, nonostante la sua grande importanza, la Rete è solo una parte della comunicazione perchè la stampa e gli altri media – la radio, per esempio – conservano ancora tutta la loro validità, soprattutto in contesti diversi da quello occidentale. Analisi statistiche recenti sottolineano che la televisione ha ancora un ruolo importante nell'acquisizione di notizie per una fascia d'età più avanzata mentre i giovani utilizzano prevalentemente Internet. Su questi temi stiamo curando, in particolare, la formazione dei vescovi organizzando vari seminari con l'obiettivo di analizzare le valenze della comunicazione nel contesto odierno.

 

 

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