Le circostanze in cui si verificano, le conseguenze che comportano, come aiutare le vittimeNel suo viaggio di ritorno dalla Terra Santa, papa Francesco ha affermato che gli abusi sui minori sono una sorta di Messa nera, e che la Chiesa in questi casi applica il principio della tolleranza zero.
Gli abusi si verificano maggiormente, anche se non in modo esclusivo, in situazioni di povertà. In genere sono perpetrati da adulti autoritari, e hanno luogo più all'interno della famiglia che a scuola, in parrocchia o nell'ambiente sportivo.
In molti casi si tratta di incesti da parte di padri non biologici. I maschi abusano fisicamente più delle donne (80% dei casi), anche se queste ultime possono essere vere predatrici psicologiche.
La maggior parte degli abusatori è composta da individui con personalità manipolatrici, che dissimulano bene il proprio vizio, si sentono innocenti e presentano tratti compulsivi e tendenti al mascheramento.
La povera vittima cade nel silenzio, nella vergogna (a volte per il fatto di “provare piacere” di fronte alle galanterie dell'adulto), nella sofferenza (possibili castighi) e in un forte senso di colpa (tabù sessuale, per il segreto imposto dall'abusatore e per impotenza). Alcuni si lavano spesso come a volersi scrollare di dosso il carico “infetto” che si portano dietro.
Un fattore aggiunto di dolore è che se “parlano” questo può modificare la situazione familiare (divorzio, separazione, cambiamento di domicilio, perdita di alimenti, fratelli o giochi), e non possono sopportare questa colpa.
Un altro elemento atroce è il cosiddetto “segreto del segreto”: vergogna per aver provato qualche tipo di “piacere” o per aver avuto una dispersione di liquido seminale…
Alcune vittime cadono nel cosiddetto “ciclo infernale”: abusi-vergogna-depressione-alcolismo/droghe-suicidio. Ci sono anche vittime nelle generazioni successive.
Sono le conseguenze trasngenerazionali che affliggono i figli o i nipoti delle vittime, che in qualche caso diventano abusatori e molte volte soffrono di varie problematiche psichiche.
Nel trattamento delle vittime, bisogna affrontare il grande stress post-traumatico che presentano (simile a quello dei soldati che tornano dalla guerra) o i flashbacks che riportano al presente tutto ciò che si è sofferto. Molti presentano “dissociazione”, ovvero la negazione cosciente di ricordare e un'incapacità di integrare l'accaduto.
Un valido psicoterapeuta tratte le vittime con rispetto, guadagnandosi in modo saggio e delicato la loro fiducia, con il tempo, insistendo sul fatto che, pur essendo state all'origine del processo, non ne sono affatto responsabili, neanche in minima parte.
La difesa dei più piccoli è non avere fiducia in nessuno, e raggiungere un'empatia con loro richiederà un certo lavoro. E costerà molto il fatto di provare un sano piacere sessuale con il coniuge legittimo. Sarà difficile che perdonino o “si perdonino”.
Dimenticare del tutto non sarà positivo, ma potranno arrivare a vivere con una certa tranquilità se vengono aiutati con costanza. Possono essere indicati anche i farmaci contro l'ansia, la depressione o l'insonnia.
Nelle prime fasi è importante non pretendere che associno alle loro terribili sofferenze quelle di Cristo sulla Croce. Molti si sentono abbandonati da Dio, e il loro processo di guarigione richiederà tempo e troverà senz'altro spazio per portare pace alla loro anima.
Le istituzioni internazionali, le Chiese e gli Stati dovrebbero favorire risorse più abbondanti e migliori per lottare contro questa piaga in aumento in cui l'innocente soffre isolato per anni. Non possiamo permettere neanche un solo altro caso.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]