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Qual è l’ambito della infallibilità della Chiesa?

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padre Angelo Bellon, o.p. - Amici Domenicani - pubblicato il 26/05/14
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L’infallibilità riguarda l’insegnamento della Chiesa e in particolare l’infallibilità del Papa

Quesito

Caro padre,
le vorrei chiedere una cosa riguardo la Chiesa: cosa è infallibile in essa? in cosa può sbagliare, e in cosa, invece, ci possiamo fidare al 100% dato che è guidata dallo Spirito Santo? Questo mi servirebbe sapere dato che talvolta mi trovo in difficoltà quando parlo con gli altri, non sapendo se posso affermare frasi come queste: " io credo a questa cosa perché lo dice la Chiesa, e dato che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo, mi posso fidare".
Anticipatamente, la ringrazio,
Ludovico.


Risposta del sacerdote

Caro Ludovico,
1. mi chiedi che cosa sia infallibile nella Chiesa.
Occorre precisare che l’infallibilità non si deve confondere con l’impeccabilità.
L’infallibilità riguarda l’insegnamento della Chiesa e in particolare l’infallibilità del Papa.
L’impeccabilità riguarda la vita delle persone. E, a meno che uno non venga confermato in grazia, tutti ogni giorno cadono almeno venialmente, ad eccezione della Beata Vergine Maria, come dice il Concilio di Trento.

2. Per infallibilità del Papa s’intende quel dogma che insegna come divinamente rivelato che il Romano Pontefice, quando parla «ex cathedra», ossia quando in qualità di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica, definisce che una dottrina riguardante la fede ed i costumi deve ritenersi vera dalla Chiesa universale per l'assistenza divina a lui promessa nel beato Pietro. Egli infatti gode di quella infallibilità di cui Gesù ha voluto dotare la sua chiesa. Le sue proposizioni sono irreformabili. Questo è il termine usato dal Concilio Vaticano I. Nell'inciso «ex cathedra» si indicano le condizioni dell'infallibilità. Si richiede cioè che il Papa parli come pastore e maestro di tutta la Chiesa in materia di fede e di morale. Esula pertanto dall'ambito dell’infallibilità quanto egli propone come teologo privato. Ad esempio i libri del Papa volutamente sono firmati “Joseph Ratzinger” perché non intende proporre la dottrina della Chiesa, ma semplicemente il suo pensiero e la sua ricerca di teologo. Ed esula anche quanto fosse fuori dell’ambito della fede e della morale.

3. Anche il Magistero di un Concilio è magistero infallibile, essendo magistero straordinario. Evidentemente è infallibile quando propone la verità cristiana da credere e da osservare. Le eventuali diagnosi sociologiche o culturali non sono di per sé irreformabili perché strettamente parlando non sono verità della fede cristiana, sebbene siano da ascoltarsi con ossequio della mente e della volontà.

4. Oltre a questo magistero straordinario vi sono altri due casi in cui il magistero della Chiesa è infallibile. Il Concilio Vaticano II nella Lumen gentium n. 25 ne menziona due. Il primo riguarda documenti del Magistero in cui il Papa presenta la dottrina cattolica in documenti in cui impegna la propria autorità di successore di Pietro, la propone con una certa costanza e anche con l’autorevolezza del  pronunciamento. Il secondo riguarda i vescovi che sebbene non riuniti in concilio col Papa “sono concordi nell’insegnare autenticamente che una dottrina concernente la fede e i costumi si impone in maniera assoluta, allora esprimono infallibilmente la dottrina di Cristo”. La cosa è ancora più manifesta quando, radunati in Concilio ecumenico, sono per tutta la Chiesa dottori e giudici della fede e della morale; allora bisogna aderire alle loro definizioni con l'ossequio della fede” (LG 25).

5. Vi sono poi altri insegnamenti in materia di fede o morale presentati come veri o almeno come sicuri, anche se non sono stati definiti con giudizio solenne né proposti come definitivi dal magistero ordinario e universale (Professione di fede e Giuramento di fedeltà, 29.6.1998). Tali ad esempio le istruzioni sulla bioetica. La Chiesa ha competenza anche in questa materia, perché deve guidare gli uomini alla salvezza eterna e questa è intrinsecamente legata anzitutto all’osservanza dei dieci comandamenti. Questi insegnamenti “sono espressione autentica del magistero ordinario del romano pontefice o del collegio episcopale e richiedono, pertanto, l'ossequio religioso della volontà e dell'intelletto” (Ib.).
Le proposizioni contrarie a questi insegnamenti «non possono essere affatto insegnate» (tuto doceri non potest).

6. Il Magistero della Chiesa si esprime anche “con l’aiuto degli organismi della Curia Romana, ed in particolare della Congregazione per la Dottrina della Fede per ciò che riguarda la dottrina sulla fede e sulla morale. Ne consegue che i documenti di questa Congregazione approvati espressamente dal Papa partecipano al Magistero ordinario del successore di Pietro” (Donum Veritatis, n.18).

7. Tu attieniti al criterio da sempre accolto nella Chiesa espresso da S. Agostino quando Papa Zosimo si pronunciò nella controversia con Pelagio: “Roma locuta est, causa finita est” ( Serm. 131, c. 10, n. 10), (Roma, e cioè il Papa,  ha parlato, la discussione è finita”. Così sarai sicuro di non andare fuori strada.

Ti ricordo al Signore, ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo

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