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Votare. E votare per l’Europa, contro i populismi

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Aleteia - pubblicato il 24/05/14
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Le indicazioni di voto e le preoccupazioni del mondo delle associazioni cattoliche italiane per le elezioni del Parlamento Ue“Nella sua settima legislatura – dal 2009 al 2014 – il Parlamento europeo ha esercitato un potere maggiore rispetto ai decenni precedenti”. Questo l’attacco di una nota pubblicata qualche giorno fa sul sito dell’Europarlamento a introdurre una corposa serie di dati sulla propria attività degli ultimi 5 anni. Una risposta statistica allo scetticismo di molti sull’utilità delle istituzioni europee e in particolare sull’effettivo ruolo politico dell’assemblea di Strasburgo, l’unica istituzione eletta dai cittadini dei 28 Stati dell’Unione.

Nonostante una campagna elettorale in cui i partiti sono parsi più attenti all’applausometro dei propri ultras che a proporre il proprio scenario di fronte alle grandi questioni politiche in gioco, il mondo dell’associazionismo cattolico italiano si è avvicinato invece all’appuntamento con il rinnovo dell’Europarlamento con una chiara consapevolezza e due preoccupazioni comuni.

La consapevolezza è che dal progetto europeo non si può tornare indietro se non con le ossa rotta; e che molte delle decisioni chiave sul futuro dell’Italia, anche su tanti temi cari al mondo cattolico, passeranno sempre più da Bruxelles e Strasburgo.

Le due preoccupazioni comuni sono strettamente legate tra loro: il fantasma dell’astensionismo, misura del disinteresse popolare alla politica e alla prospettiva europea; e il rischio dell’affermazione diffusa di movimenti “euroscettici” dai forti di richiami nazionalisti, se non localisti, e populisti.

Molti i documenti e le indicazioni di voto pubblicate sui siti istituzionali e affidate agli organi di stampa in queste ultime settimane prima del voto.

L’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) “ritiene che l’educazione e l’istruzione siano gli aspetti fondamentali e prioritari per costruire il bene comune anche a livello europeo. Perciò occorrono politiche che sostengano la famiglia come primo e decisivo ambito della formazione della persona”. E il suo presidente, Roberto Gontero, sottolinea che si “dovrà continuare a garantire le condizioni di pace in cui per la prima volta nella storia gran parte dell’Europa vive da più di sessant’anni: non è un fatto scontato e irreversibile” (Agenzia Sir, 22 maggio).

Per il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) ci vuole “non meno Europa, ma un’Europa migliore”. In un documento il movimento spiega che solo “attraverso l’esercizio del voto” si può “salvare il disegno europeista, certo imperfetto al momento, contribuendo a far rinascere l’idea di Europa: da quella dei poteri finanziari e della recessione a quella della sovranità democratica, dello sviluppo e dell’occupazione”. Per Mcl “è più che urgente ritrovare le condizioni culturali e politiche dell’intuizione europeista, frutto della tradizione e della cultura cristiana, e contrastare quelle provocazioni laiciste che hanno dilagato in questi anni” (Avvenire, 19 maggio).

Nella lettera aperta della Fondazione Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale) è forte il richiamo al Parlamento europeo perché vi “trovi spazio una adeguata consapevolezza rispetto alle tematiche della cooperazione allo sviluppo e dell'aiuto umanitario”, in un'Europa “nata come spazio in cui si possono incontrare i diversi soggetti con la propria identità per aiutarsi a vicenda a camminare insieme” (Avvenire, 18 maggio).

Le Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani) hanno affidato a un articolato documento in 8 punti, dal titolo L’Europa che verrà è anche nelle nostre mani, le proprie aspettative sul nuovo Parlamento europeo. Al primo posto la richiesta di “riaprire una fase costituente” per colmare il “deficit democratico” delle istituzioni dell’Unione e riformare i trattati. Secondo la presidenza nazionale delle Acli con il voto per il rinnovo del Parlamento europeo i cittadini hanno la possibilità di scegliere il superamento delle politiche di austerità e per ridare invece centralità al lavoro ed agli investimenti per lo sviluppo”.

L’Azione cattolica del neopresidente Matteo Truffelli, nel documento dal titolo Insieme in Europa. Rilanciare il ‘sogno’ europeo per ridare speranza e futuro agli europei, afferma che è “quanto mai necessario rinnovare e rilanciare quel progetto politico comunitario che ha dato molto all'Europa nella seconda metà del XX secolo e ancora di più può dare”. In particolare su “alcune delle nuove frontiere” che sono “l'occupazione, la promozione di un modello socio-economico sostenibile, la tutela della salute umana e dell'ambiente, una gestione equilibrata delle migrazioni, il nodo della sicurezza strettamente connesso con i diritti dei popoli, la cooperazione con i Paesi poveri nei diversi continenti”. Per far questo i “singoli cittadini, comunità e anche Stati-nazione devono essere capaci di mettere da parte l'interesse particolare alla ricerca del bene comune” (Avvenire, 18 maggio).
 

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