separateurCreated with Sketch.

Il Vangelo di Barnaba: una “scoperta” già nata vecchia

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Emanuele D'Onofrio - Aleteia - pubblicato il 23/05/14
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Riscoperta tra la polvere una Bibbia che nega, tra le altre cose, la crocefissione di Gesù
Ricordate il finale de I predatori dell’arca perduta di Spielberg, nel quale l’arca dell’Alleanza veniva sigillata in una cassa e volutamente dispersa in un deposito tra migliaia di altre casse? Ebbene, la stessa sorte è capitata alla cosiddetta Bibbia di Barnaba, rinvenuta nel deposito del Palazzo di Giustizia di Ankara dove era stata dimenticata da anni. Ne parla il quotidiano National Turk: il prezioso oggetto sta per esser trasferito nel Museo Etnografico di Ankara. Si tratta di un manoscritto con pagine di cuoio e lettere d’oro, che le autorità turche ritengono redatto tra i 1500 e i 2000 anni fa, e che nel Duemila era stato sottratto dalla polizia ad una banda di contrabbandieri dedita nell’area del Mediterraneo. Alcune di queste pagine, scritte in siriaco (un dialetto dell’aramaico), sono state identificate come un nuovo Vangelo attribuito all’apostolo Barnaba, nel quale si legge che Gesù non è stato Crocefisso, che ascese al cielo vivo in qualità di profeta e non di Figlio di Dio, che Giuda Iscariota sarebbe stato crocefisso al suo posto, e soprattutto, che Gesù avrebbe predetto la venuta di Maometto. In altre pagine del manoscritto, inoltre, la figura dell’apostolo Paolo viene presentata come quella di un impostore. Ma qual è la credibilità storica di questo testo e, soprattutto, dei suoi “sconvolgenti” contenuti? Noi di Aleteia per occuparci del primo quesito ci siamo rivolti a Marco Tosatti, vaticanista di Vatican Insider, che in un suo articolo di due anni fa sostenne con validi motivi la possibilità che questa scoperta fosse una “bufala”, mentre per rispondere al secondo abbiamo intervistato il prof. Bernardo Estrada, docente di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università di Santa Croce.

A quando risale il Vangelo di Barnaba?

Tosatti: Bisognerà sentire cosa ne dicono gli specialisti. Comunque di 1500 anni fa, e dunque di un buon mezzo secolo dopo la scrittura dei 4 Vangeli canonici, che sappiamo essere stati tutti scritti entro la fine del I sec. Per questo, la collezione di vangeli apocrifi si arricchirebbe di un altro esemplare. Anche perché mezzo secolo è molto, e noi sappiamo perché, dopo lunghe discussioni, furono scelti i canonici e non gli apocrifi dalla Chiesa. Mi sembra però che oltre a questo ci siano dei problemi ulteriori, sia sull’autenticità, sia sulla possibilità che ci troviamo di fronte a qualche forma di elaborata contraffazione fatta chissà quando. Una traccia che avvalora questa ipotesi è una frase del capitolo 217 di questa Bibbia, nella quale si dice che sul corpo di Cristo vennero piazzate 100 libbre (pound) di pietra. Questo farebbe pensare che la stesura del Vangelo sia recente, dato che il primo uso della libbra come unità di misura risale all’Impero Ottomano e ai suoi contatti con l’Italia e la Spagna. Per questo alcuni analisti ritengono che questo Vangelo di Barnaba sarebbe stato scritto da un ebreo europeo del Medioevo, che aveva una certa familiarità con il Corano e con i Vangeli, cosa tutt’altro che impossibile – che avrebbe mescolato fatti ed elementi tratti dagli uni e dagli altri. Le sue intenzioni ovviamente sono sconosciute. In questo rientrerebbero anche – ed è questa la cosa che interessa di più al mondo musulmano – le previsioni di Gesù su Maometto, che sono qualcosa che non stupirebbe non poco.

Perché ha parlato in passato di “bufala”?

Tosatti: L’iscrizione di fondo nella traduzione italiana sarebbe: “In nome di nostro Dio, questo libro è scritto dalle mani dei monaci dell’alto monastero a Ninive, nel 1500° anno di Nostro Signore”. Se quindi nell’ipotesi migliore questo Vangelo non ha più di 1500 anni, questo vuol dire che a Nicea, nel 325 d.C., non poteva ancora esserci. Nell’ipotesi migliore, dicevo, perché potrebbe risalire al Medioevo o essere un falso totalmente moderno. Nell’ipotesi media è di 300 anni fa. Quindi la canonicità della cosa non la si pone neanche, perché è una cosa che è stata fatta dopo il consolidamento del corpus canonico dei Vangeli. Ora, chiaramente alcuni giornali islamici in Medio Oriente ed anche alcuni giornali turchi ne hanno parlato molto: non c’è dubbio che da un punto di vista collezionistico, in qualunque tempo sia stato scritto, è un oggetto interessante, che deve avere una storia, più o meno recente. Anche perché testimonia un desiderio di avvalorazione da parte del mondo islamico. Ma per il mondo cristiano, da un punto di vista religioso non credo susciti interesse.

Professor Estrada, come giudica l’idea che Gesù non sarebbe stato crocifisso?

Estrada: Ci sono diversi vangeli attribuiti ad apostoli o a colleghi degli apostoli. Tra loro c’è questo Vangelo di Barnaba. Questi vangeli non sono nuovi, alcuni si conoscono già da tempo. Specialmente dalla seconda metà del XX secolo ne sono apparsi molti, ma non sono stati pubblicati tutti insieme, proprio per costruire un effetto di maggiore pubblicità.
Che Gesù non è stato crocefisso non è un’idea nuova. Esiste una corrente eretica, cioè deviazionista, che risale all’inizio del Cristianesimo e che si chiamava Gnosticismo. Per gli gnostici c’erano due realtà essenziali: lo spirito e la materia. Secondo loro lo spirito è superiore, perciò qualunque cosa sia “materiale” è cattiva. Loro sostenevano che Gesù non aveva avuto un corpo reale, perché se avesse avuto un corpo reale sarebbe stato composto di “materia” e dunque sarebbe stato imperfetto. Quindi sono stati gli gnostici, già nel II secolo, a negare la resurrezione. Tenga conto che ora una studiosa di Harvard, in America, Karen King, ha pubblicato anche un Vangelo di Filippo e anche un altro successivamente. La studiosa difende la teoria che in realtà l’autentico cristianesimo dei primi secoli era quello gnostico, e non quello che noi conosciamo e professiamo. E’ un’idea un po’ sballata, ma sostenerla vuol dire farsi molta pubblicità.

Questo Vangelo di Barnaba, scritto in area islamica o pre-islamica, mira dunque a creare una continuità tra islam e cristianesimo?

Estrada: Può essere perfettamente così. Teniamo conto che i musulmani, e Maometto, del cristianesimo conoscevano soltanto i Vangeli che noi chiamiamo apocrifi. Sono i musulmani coloro che hanno abbracciato più fortemente la teoria che Gesù non era stato crocefisso, proprio perché per loro era un problema accettare la materia. Molte delle loro teorie sono copiate dallo gnosticismo. Qualche Vangelo con quel nome è menzionato fin dall’antichità. Ma si fa sempre molto clamore intorno a questi Vangeli scoperti di recente: ricordiamo quello di Giuda, per il quale si è fatto un grande chiasso dieci anni fa quando in realtà esso era stato rinvenuto negli anni ’50, durante alcuni scavi in Egitto.

E’ nota la tesi di una crocifissione di Giuda?

Estrada: Questo Vangelo è una spiegazione della dottrina gnostica. Siccome Giuda era tutto materia, allora poteva essere crocifisso; Gesù invece no, poiché era tutto spirito. Entrambe sono posizioni esagerate, perché la fede cristiana professa la realtà di Gesù come materia e come Spirito, come vero Dio e vero uomo. Se poi il Vaticano ne fosse già a conoscenza, penso solo in parte. Certamente gli studiosi di Nuovo Testamento e di letteratura cristiana antica sanno perfettamente che esistevano alcuni documenti che non sono sopravvissuti perché, presentando teorie un po’ sballate che volevano dare un altro senso al cristianesimo e rappresentavano correnti po
co seguite, si sono estinte da sole. Dunque, che questo manoscritto possa essere un factum medievale, è perfettamente possibile: l’islam comincia a prendere forza nel secolo VII, ed è da allora che comincia a cercare documenti che possono giustificare la loro linea dottrinale e le loro idee. Un documento come questo sarebbe per loro adatto.

E perché San Paolo viene giudicato un impostore?

Estrada: Le critiche a San Paolo nascono sicuramente nel Giudaismo. Paolo predicava che non erano più necessarie la Legge e le sue opere per la salvezza, che basta la fede in Gesù Cristo. Poi accade che altri accusano Paolo di falso proprio perché poneva l’accento sulla crocifissione di Gesù. Ricordiamo che nella prima lettera ai Corinzi Paolo dice: “noi predichiamo Gesù crocifisso che è scandalo per gli Ebrei e follia per i pagani, mentre per noi è potenza di Dio e salvezza di Dio”. Questo paradosso che Paolo presenta non è accettato da alcuni, e per questo viene demonizzato.
 

Top 10
See More