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Sul campo contro il terrorismo di Boko Haram

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Harold Fickett - Aleteia - pubblicato il 22/05/14
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Intervista al sacerdote nigeriano John IdioLa notizia del rapimento di quasi 300 ragazze in Nigeria da parte di Boko Haram è apparsa sulle prime pagine di tutto il mondo. In questa intervista esclusiva, padre John Idio, parroco della chiesa cattolica di Sant'Antonio a Asipa (Ibadan, Nigeria), spiega l'oppressione e la violenza a cui i cristiani sono sottoposti da parte dell'organizzazione terroristica islamica Boko Haram, delineando l'ideologia del gruppo e i suoi possibili legami con il Governo nigeriano.

Quanto è vicino a quanti hanno sofferto per mano di Boko Haram?

Boko Haram ha messo in atto il suo attacco alla stazione degli autobus di Nyanya all'ora di punta della mattina del 14 aprile. Mio zio è parroco della chiesa cattolica dei Santi Pietro e Paolo di Nyanya. Mi ha raccontato come si sia sentito male durante l'attacco con le bombe. L'esplosione ha fatto tremare le fondamenta della sua chiesa, anche se non ci sono stati danni fisici. Alcuni dei suoi parrocchiani che erano appena usciti dalla Messa mattutina e stavano tornando a casa o andando a lavoro sono stati colpiti dall'esplosione. C'è stata un'altra esplosione con bombe a Nyanya il 1° maggio nello stesso posto di quella precedente. Mio zio è molto preoccupato non sapendo dove colpiranno la prossima volta. Vuole che il Governo sia più presente e mobiliti più agenzie di sicurezza a Nyanya.

Può spiegarci il tipo di islam abbracciato da Boko Haram? Il gruppo viene spesso descritto semplicemente come composto da militanti islamici. In cosa credono veramente?

Boko Haram è un'espressione Hausa che significa a livello figurato “L'istruzione occidentale è un peccato”. Afferma che l'interazione con il mondo occidentale è proibita. Il suo obiettivo è quindi porre fine all'“occidentalizzazione”. Per raggiungere questo obiettivo, i suoi membri stanno cercando di istituire uno Stato islamico “puro” governato dalla sharia. Vogliono che la legge islamica venga insediata in tutti gli Stati nigeriani settentrionali, e rendere poi tutta la Nigeria un Paese islamico. Prima della sua morte, Mohammed Yusuf, ex leader di Boko Haram, ha ribadito che l'obiettivo del gruppo è quello di cambiare l'attuale sistema di istruzione e di rifiutare la democrazia. Lo scopo del gruppo, che si oppone all'istruzione occidentale, è tuttavia contraddittorio rispetto alla vita che conducono i suoi membri. Muhammad Yusuf stesso era un uomo istruito; era laureato, parlava un inglese fluente, conduceva una vita dispendiosa e guidava una Mercedes-Benz. Era un religioso controverso.

Il Governo nigeriano non è stato capace di pacificare le aree in cui Boko Haram opera da anni. È per mancanza di risorse? O Boko Haram gode di un sostanziale sostegno tra la popolazione musulmana della Nigeria, che provoca l'esitazione del Governo?

Il Governo nigeriano è incapace di far sì che Boko Haram smetta di uccidere persone innocenti, e i nigeriani stanno perdendo la fiducia nel Governo. L'incapacità di affrontare Boko Haram non è dovuta alla mancanza di risorse. La Nigeria ha un buon esercito con la reputazione di svolgere il proprio lavoro in modo efficace. Le domande inevitabili sono quindi altre: qual è la causa dell'incapacità delle forze di sicurezza di frenare Boko Haram o di eliminare del tutto la minaccia che rappresenta? Perché il Governo, l'esercito e le agenzie di sicurezza sono impotenti? Considerando quanto sono efficaci gli attacchi di Boko Haram, penso che goda di simpatizzanti all'interno del Governo e delle agenzie di sicurezza.

Di recente, ho letto che un membro di alto profilo di Boko Haram, Ahmed Grema Mohammed, è anche un funzionario del Servizio di Immigrazione nigeriano. È stato arrestato e ha confessato di essere coinvolto attivamente nell'assassinio di alcuni funzionari civili, agenti di sicurezza e politici a Damaturu che parlavano contro le attività di Boko Haram. Ma noi sappiamo che in Nigeria molte persone vengono arrestate per via di collegamenti con Boko Haram, ma non vengono incriminate in tribunale e perseguite. Alla fine sono rilasciate. Quando i funzionari del Governo sono parte del problema del Paese, è sempre difficile risolverlo. Ci sono molti funzionari governativi, membri delle forze armate, leader musulmani influenti e perfino ex presidenti e governatori che supportano Boko Haram. In questo senso, Boko Haram è uno strumento politico pericoloso.

Il Governo nigeriano ha preso varie posizioni su Boko Haram difficili da capire. All'inizio ha biasimato quanti riferivano i crimini più di quelli che li perpetravano. Perché? Può spiegarci le motivazioni del Governo in questa situazione?

Alcune azioni del Governo lasciano i nigeriani in dubbio circa l'impegno a porre fine al terrorismo. Qualche settimana fa, le autorità nigeriane hanno arrestato il leader di una protesta nella capitale Abuja che esortava a fare di più per trovare le 234 ragazze rapite dagli estremisti islamici. È stata arrestata anche Naomi Mutah Nyadar, mamma di una delle ragazze sequestrate. È stata portata via dopo un incontro che lei e altre donne avevano avuto con Patience Jonathan, la moglie del Presidente Goodluck Jonathan, sulla vicenda delle ragazze. La moglie del Presidente crede che Nyadar stesse mentendo nel dire di essere la madre di una delle ragazze scomparse. Questo è il problema della Nigeria. Anziché compiere passi per liberare le ragazze e imprigionare i terroristi, viene messo in prigione chi protesta. E la moglie del Presidente è così miope da non capire che anche se Nyadar non fosse la madre biologica di una delle ragazze, quando i nigeriani dicono “riportate indietro le nostre figlie” o “riportate indietro le nostre ragazze” è nel senso più ampio di “figlie della Nigeria”, non necessariamente figlie biologiche.

La scarsa performance di sicurezza da parte del Governo contro Boko Haram, soprattutto nel caso del rapimento delle ragazze, è allarmante. Ci sono dichiarazioni incoerenti da parte dei militari e del Governo circa il numero di ragazze rapite. All'inizio i militari avevano annunciato di averle liberate, ma era una grande bugia, come si evince dal fatto che le ragazze non sono ancora tornate. Sono queste le incoerenze del nostro Governo. I militari stavano ingannando il mondo riguardo a queste ragazze innocenti. Spero che i militari non facciano niente di strano con questo argomento così delicato e che il Governo non faccia politica con la vita di queste ragazze innocenti. Anche la politica interferisce a volte nella reazione governativa alle insurrezioni. Il Servizio di Sicurezza di Stato afferma che aveva allertato la leadership politica di Kano sugli imminenti attacchi bomba di Boko Haram del gennaio 2012 48 ore prima che avvenissero, ma non è stato fatto nulla.

Quanto è diffusa la paura in cui vive ora la comunità cristiana? I cristiani possono essere attaccati ovunque nel Paese o è un problema confinato a certe regioni del nord?

Per ora, Boko Haram opera solo nel nord-est della Nazione. Il gruppo esercita influenza negli Stati di Borno, Adamawa, Plateau, Kaduna, Bauchi, Yobe e Kano. Nelle altre parti del Paese, i cristiani sono al sicuro; non vivono nella paura. Il loro unico timore è il fatto di avere amici e parenti nelle aree in cui agisce Boko Haram. Ma si teme anche che Boko Haram stia estendendo tatticamente i propri tentacoli alla fascia centrale del Paese. Se succederà questo, sarà un bagno di sangue.

I cristiani stanno formando delle milizie o stanno prendendo le armi per difendersi? Cosa sta dicendo la Chiesa al proprio popolo riguardo a una risposta adeguata? I cristiani sono uniti nella loro risposta?

Si sa che i cristiani difendono la pace, la giustizia e l'unità, per cui non stanno prendendo le armi per reagire al fatto di essere attaccati dai militanti musulmani. Ora nel nord ogni chiesa sta cercando di rafforzare le misure di sicurezza. Durante la celebrazione della Santa Messa o altre funzioni in chiesa, non è più permesso parcheggiare all'interno delle strutture ecclesiali, ma solo in strada. Chiunque entri in chiesa viene analizzato con un “bomb detector”.

I cristiani hanno un messaggio unito come risposta a Boko Haram. Lo fanno attraverso l'Associazione Cristiana della Nigeria (CAN), che è il corpo-ombrello per tutti i cristiani della Nigeria, con oltre 80 milioni di membri. Il presidente nazionale dell'associazione, il pastore Ayo Oritsejafor, dice che il Governo dovrebbe andare oltre la mera condanna del rapimento delle studentesse perché questa non basta ad arginare l'ondata della violenza perpetrata dai militanti, e ha esortato i rappresentanti musulmani influenti a persuadere gli estremisti a fermare la violenza. Dietro la condanna ci deve essere l'azione.

Quanto gioca la rivalità tribale in quello che sta accadendo? O la linea di separazione è netta tra musulmani e cristiani?

Boko Haram è malvagio e ha molte facce. A volte sembra politico, altre volte la gente pensa che il gruppo sia motivato tanto dalle dispute interetniche quanto dalla religione. Ci sono però forti segnali per credere che sia più che altro una crisi religiosa. La violenza perpetrata dagli estremisti colpisce sia i cristiani che i musulmani, ma interessa maggiormente i cristiani. I cristiani ora si sentono particolarmente vulnerabili al nord, dove rappresentano una minoranza esigua ma altamente visibile che Boko Haram ha promesso di “sradicare”. Nel 2013, oltre 1.000 chiese sono state fatte saltare in aria, ma sono state solo tre le moschee distrutte. Quando attaccano i musulmani, prendono di mira quelli che non concordano con la loro dottrina, considerandoli infedeli, come i cristiani. Prendono di mira alcuni musulmani che credono li stiano tradendo nel senso di fornire informazioni agli agenti di sicurezza. Fondamentalmente, però, il bersaglio di Boko Haram sono i cristiani. Le minacce non sono risultate vane. I gruppi cristiani stimano che fino a un quarto delle 4.000 persone uccise da Boko Haram dal 2009 fossero cristiane, secondo la Conferenza dei Vescovi Cattolici della Nigeria. Nel tormentato nord-est, molti quartieri cristiani sono ora città fantasma perché decine di migliaia di residenti sono fuggite al sud. È uno dei più grandi esodi cristiani del secolo.

Quali sono le possibili soluzioni a questa situazione?

Per frenare le insurrezioni, il Governo deve assumere decisioni e strategie che funzionino davvero. Deve portare la lotta nei nascondigli e provare che è capace di mantenere l'integrità territoriale e la pace della Nazione nigeriana eliminando questa minaccia in modo rapido ed efficiente, o essere pronto a portare lo stigma della sua incapacità di difendere la vita e le proprietà dei suoi cittadini. I militari devono usare più intelligence per riuscire a penetrare nelle cellule di Boko Haram e anticipare i loro raid prima che facciano una strage. I soldati e gli agenti di sicurezza devono essere più equipaggiati. Abbiamo sentito che le armi e l'equipaggiamento dei soldati sono inadeguati e a volte difettosi, e non tengono testa a quelli dei terroristi di Boko Haram. Molte volte i soldati sono costretti a lasciare le proprie caserme perché sono sopraffatti da Boko Haram. Sono esposti a seri pericoli per i giubbotti antiproiettile, gli elmetti, i carri armati e altri armamenti difettosi. Penso che i soldati siano preparati male a queste sfide e al terrorismo. A questo scopo, il Governo dovrebbe riaddestrare il personale militare a livello di guerra urbana, rapporti civili-militari, comunicazione tattica, controterrorismo e controinsorgenza.

Non c'è una soluzione militare facile per Boko Haram, per cui ciascuno dovrebbe essere coinvolto nelle campagne per porre fine all'insorgenza nel Paese. Serve che i presunti finanziatori dei militanti vengano arrestati, indagati e perseguiti per il loro ruolo nei crimini violenti perpetrati contro i civili. Alcuni leader musulmani conoscono chi sta finanziando Boko Haram. Bisogna portare allo scoperto quelli che finanziano il gruppo e chi collabora con loro.

Per finire, devo dire che in Nigeria c'è un legame intricato tra politica, religione, governance, corruzione, povertà e violenza. A meno che le questioni di cattivo governo e corruzione sistematica e la crisi religiosa non vengano affrontate in modo rigoroso e trasparente nel Paese, tutte le altre misure non saranno altro che un drastico fallimento.


Harold Fickett è l'editore dell'edizione di Aleteia in lingua inglese.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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