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Mondiali di calcio in Brasile: “Gioca a favore della vita”

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Jaime Septién - Aleteia - pubblicato il 20/05/14
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Avviata una campagna per denunciare la tratta di persone durante il grande evento sportivo
I campionati mondiali di calcio, come i giochi olimpici, riuniscono in genere grandi folle nel Paese organizzatore. Il Brasile è alla vigilia dei Mondiali di Calcio, che si svolgeranno a giugno, e delle Olimpiadi, che avranno luogo nel 2016.

Non tutti quelli che arriveranno nel Paese sono appassionati di sport, gente che va a sostenere la propria squadra o i propri atleti. Le mafie dello sfruttamento sessuale sono sempre più presenti in questi eventi.

Per questo motivo, a un mese dall’inaugurazione dei Mondiali di Calcio brasiliani, la Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB) ha presentato la campagna “Gioca a favore della vita – denuncia il traffico di persone”, per affrontare – partendo dalla società brasiliana e dagli organismi internazionali – la prevenzione del traffico di esseri umani e lo sfruttamento sessuale durante le gare.

La CRB ha anche annunciato che, a seguito di accordi internazionali che sta stringendo il Vaticano sotto la guida di papa Francesco, che ritiene questo tema un crimine di lesa umanità, il 20 maggio la campagna sarà resa nota in Vaticano.

“Vogliamo creare un clima di vigilanza e di reazione al traffico di esseri umani e allo sfruttamento sessuale, che in occasioni di grandi eventi come i Mondiali tendono ad aumentare”, ha segnalato suor Eurides Alves de Oliveira, coordinatrice della rete Un Grido per la Vita, durante la presentazione della campagna.

Calcio e diritti umani

La campagna è il risultato di un’iniziativa della CRB nazionale. Il coordinamento, tuttavia, è a carico della Rete Un Grido per la Vita, che cerca di mettere in guardia la società brasiliana sul traffico di persone, lo sfruttamento sessuale e altre forme di violazione dei diritti umani.

Ovviamente, vista la quantità di turisti che si recheranno a vedere i Mondiali queste violazioni possono aumentare sensibilmente. Il male chiamato “turismo sessuale” si è intensificato a un ritmo accelerato in tutto il pianeta, e il Brasile è uno dei Paesi recettori di questa aberrazione del XXI secolo.

Presentando la campagna, suor Eurides ha spiegato che le iniziative sono cominciate in tutto il Brasile a febbraio, con conferenze stampa, dibattiti, marce e celebrazioni. Ora si prevede di intensificarle nelle città che ospiteranno le partite.

“Ogni nucleo della Rete sta facendo una mappa dei luoghi strategici – aeroporti, terminal, stazioni degli autobus e ferroviarie, luoghi di maggiore afflusso di turisti come le capitali costiere e le spiagge – perché la gente sappia di cosa si tratta e agisca di conseguenza”, ha detto la religiosa.

“Riteniamo questa opportunità un momento importante per difendere la vita e denunciare le forme di violazione dei diritti umani. Vogliamo mostrare ai turisti e ai brasiliani che il Brasile si oppone radicalmente allo sfruttamento sessuale e al traffico di persone. Esistono leggi e sanzioni severe per chi infrange le regole”, ha aggiunto.

La vita religiosa in stato di missione

Il 20 maggio, nella Sala Stampa della Santa Sede, rappresentanti della CRB Nazionale e religiose della Rete Internazionale “Talità Kum”, alla quale la Rete Un Grido per la Vita è associata, presenteranno la campagna “Gioca a a favore della vita – denuncia il traffico di persone” al prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, il cardinale brasiliano João de Aviz.

A Brasilia, nel mese di giugno, la CRB Nazionale vuole realizzare – con il sostegno della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), dell’arcidiocesi di Brasilia e del Governo – una marcia sulla Spianata dei Ministeri in memoria delle vittime del Traffico di Persone e della Schiavitù moderna.

Il vicepresidente della CRB Nazionale, suor Maria Inês Ribeiro, ha sottolineato che la campagna è motivata “dalla missione stessa della vita religiosa consacrata in Brasile, di essere profetica in situazioni di frontiera, nelle periferie, in particolare tra i giovani e dove la vita è più minacciata”.

La religiosa ha ad ogni modo chiarito che il movimento non è nato solo a causa dei Mondiali di Calcio, perché la CRB affronta il traffico di persone come missione collettiva dal 2006.

Un grido a favore della fraternità

Il segretario generale della CNBB, monsignor Leonardo Steiner, ha osservato che la Campagna di Fraternità, nata nel 2006, ha aiutato il Brasile “ad aprire gli occhi di fronte alla dolorosa realtà del traffico di esseri umani, in cui le persone non sono più trattate come tali, e men che meno come figli e figlie di Dio”.

Secondo il presule brasiliano, il tema del 2014 – relativo alla tratta e allo sfruttamento sessuale, derivati del “turismo” generato dai Mondiali – è stato frutto del lavoro della vita religiosa nel suo scontro quotidiano con il traffico di esseri umani.

Monsignor Steiner prevede che “il Paese aprirà ancor di più gli occhi con il gol che la CRB sta realizzando fin d’ora, con questa campagna, incidendo come vita religiosa dove le persone soffrono di più, in modo discreto ma molto efficace ed evangelico, consolatore e samaritano”.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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