Dal mondo pentecostale protestante si sta diffondendo sempre più tra i carismi cattolici questa particolare grazia, mentre il Vaticano lo studiaAlcuni lo descrivono come una benedizione così potente da sopraffare il nostro corpo; altri, ritenendolo un fenomeno che annichilisce momentaneamente le facoltà intellettuali e razionali dell’uomo e per questo lo degrada, sostengono che esso non sia compatibile con i modi usuali di operare di Dio. Tra critici ed entusiasti, il “riposo nello spirito” è una manifestazione che si sta comunque diffondendo anche nel mondo dei carismi cattolici. Come avviene il passaggio dal mondo protestante a quello cattolico? Ne abbiamo parlato con il professor Massimo Introvigne, direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni, che negli anni Novanta ha seguito da vicino l’alba di questo fenomeno e ce ne racconta le origini e le modalità della sua diffusione.
Come nasce il riposo nello spirito?
Introvigne: Quella del riposo nello spirito è diventata una espressione popolare nel 1994, con i fenomeni di una Chiesa pentecostale che si trovava all’aeroporto di Toronto, in Canada. Si trattava della Toronto Airport Christian Fellowship dove io stesso condussi un’osservazione partecipante. Questa Chiesa faceva parte di un movimento della cosiddetta “terza ondata” del Pentecostalismo, cioè delle Chiese Vineyard fondate in California da John Winber. Era un’ondata del movimento pentecostale protestante che insisteva particolarmente su fenomeni di tipo mistico e di tipo profetico, volendo da qualche punto di vista tornare alle origini del “rinnovamento pentecostale”, cioè a un epoca in cui questi fenomeni, se vogliamo chiamarli così, “spettacolari” erano più diffusi di quanto non avvenga nelle grandi comunità pentecostali di oggi: penso alle Assemblee di Dio, dove il culto è molto più sobrio. In effetti, io andai a Toronto subito dopo l’inizio di questi fenomeni nel 1994 e lì il “riposo nello spirito” era il fenomeno più spettacolare.
Di cosa si trattava esattamente?
Introvigne: I pastori, in particolare i coniugi Arnott, che passati vent’anni sono ancora alla testa di questo movimento, imponevano le mani a dei fedeli che si presentavano all’altare, dietro ad ogni fedele si posizionava un soggetto chiamato curiosamente “catcher” (come colui che nel baseball è chiamato ad afferrare la palla). Perché si posizionava lì? Perché il fedele cadeva all’indietro, e rimaneva in una sorta di mistico svenimento per qualche minuto. Poi i fenomeni si fecero ancora più spettacolari, perché risvegliati dal riposo nello spirito, da questa sorta di svenimento, i fedeli a Toronto cominciavano a comportarsi stranamente, a gridare, ad abbaiare, ad emettere versi come gli animali. A questo punto nacquero delle controversie, lo stesso John Winber ritirò l’approvazione della Congregazione di Toronto, che divenne indipendente e costituì il modello per molte congregazioni pentecostali negli Stati Uniti e in Europa, concentrate principalmente sul riposo nello spirito e su altri fenomeni mistici, talora anche più spettacolari. Ricordo che in questo movimento per esempio si manifestava la comparsa di otturazioni d’oro nei denti di persone che prima non ce l’avevano. Quindi si trattava di qualche cosa che avrebbe dovuto essere miracoloso. Direi che oggi il fenomeno del “riposo nello spirito” nel mondo pentecostale, forse un po’ meno diffuso rispetto agli anni Novanta e ai primi anni Duemila, è penetrato anche nel mondo cattolico carismatico che è un mondo che ha molte relazioni e un continuo interscambio con il mondo carismatico pentecostale.
C’è qualcosa che può spaventare del “riposo nello spirito”?
Introvigne: Il riposo nello spirito, come io l’ho visto nella sua formulazione più famosa, cioè quella della Congregazione di Toronto degli anni Novanta, anche se ci sono certamente dei precedenti nei quali è stato esportato nel mondo protestante e in quello cattolico, è sostanzialmente uno svenimento. Quindi vi è una mancanza di facoltà, vi è un disorientamento che però è temporaneo: dopo una fase che possiamo chiamare di post-svenimento, in cui talora si manifestano fenomeni curiosi – le grida, una specie di abbaiare o di versi di animali – però poi finisce la cerimonia e tutti tornano a casa dopo aver recuperato le piene facoltà. Come tutti i fenomeni carismatici è temporaneo. Poi naturalmente vi è un forte dibattito su tutti questi fenomeni che hanno degli entusiasti e anche dei critici: ma diciamo che questo dibattito è nato agli inizi del XX secolo in California da Azusa Street con le prime grandi comunicazioni pentecostali, anche se il Pentecostalismo era nato qualche anno prima in Kansas. E poi di nuovo quando negli anni Sessanta il modo di pregare di tipo pentecostale, sia pure con caratteristiche rivedute e corrette, si è diffuso con la nascita del Rinnovamento carismatico cattolico alla Duke University anche tra i cattolici negli Stati Uniti.
Esistono risposte ufficiali della Chiesa su questo fenomeno?
Introvigne: Sono sicuramente più diffuse tra i protestanti che non tra i cattolici. Comunque ci sono delle agenzie anche vaticane che seguono il Rinnovamento carismatico cattolico internazionale e che effettivamente operano in modo discreto, senza grandi titoli sui giornali, e che qualche volta nel corso di questi ultimi anni, o forse anche ultimi decenni, sono intervenute in occasione di fenomeni estatici, in genere venuti per contagio dal mondo protestante, che presentano profili apparsi eccessivi. Senza però mai dimenticare che il mondo carismatico di per sé, di sua natura, è un mondo esuberante: lo stesso parlare “in lingue” è un fenomeno estatico, e quindi spegnere i fenomeni estatici significa spegnere il mondo carismatico.