Quando papa Francesco indica Dio, lo stolto guarda il ditoDa quando papa Francesco ha regalato ai fedeli presenti in piazza una copia dei Vangeli in edizione tascabile alla fine dell’Angelus domenicale del 6 aprile 2014, è partita una vera e propria caccia al “Vangelo di papa Francesco”. Ogni giorno nelle librerie religiose presenti in zona san Pietro sono in molti a chiedere il famoso “Vangelo di Papa Francesco”! Grande delusione si dipinge sui volti dei fedeli nell’apprendere che il prezioso libretto non è in vendita; a nulla serve insistere chiedendo dove si può trovare o a chi si può richiedere: il libretto non è in commercio! (A questo riguardo il comunicato della Sala Stampa Vaticana parla chiaro).
Dopo la profonda delusione e lo smarrimento dei primi momenti, ai clienti viene fatta la (ignobile?) proposta di acquistare un’altra versione del Vangelo spiegando che ciò che preme al Santo Padre non è che i fedeli posseggano un amuleto magico scaccia malanni o un souvenir firmato dal papa, ma che leggano ogni giorno un brano, una pagina o una frase della vita e degli insegnamenti di Gesù.
Per i più scettici, ecco alcune foto del Vangelo donato da Francesco, per capire che non differisce quasi in nulla dai normali “vangelini” tascabili che conosciamo. Nessuna foto del papa in copertina, nessun titolo che dica “Vangelo di Francesco” o qualcosa di simile, nessuna proprietà magica, nessuna grazia speciale in omaggio al portatore, né indulgenza plenaria riservata al proprietario. Si tratta invece di un semplice libretto che contiene i quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli (un formato neanche troppo tascabile: ce ne sono di più pratici in commercio), che porta sulla copertina un’immagine di Gesù che ammaestra le folle. In apertura le preghiere della coroncina alla Divina Misericordia e in chiusura una preghiera del Beato John Henry Newman “Caro Gesù…“, preghiera molto cara a Madre Teresa di Calcutta.
Possedere un Vangelo tascabile per portarlo sempre con sé ed avere la possibilità di leggerlo con frequenza, sull’autobus, mentre si fanno le file alla posta, mentre si cuoce la pasta o prima di addormentarsi… Questo è l’intento di Francesco che detesta il culto alla sua persona tanto quanto adora (nel senso immediato e lato del termine) Gesù, l’uomo-Dio.
“Prendetelo, portatelo con voi, e leggetelo ogni giorno: è proprio Gesù che vi parla lì! E’ la Parola di Gesù: questa è la Parola di Gesù! (…) L’importante è leggere la Parola di Dio, con tutti i mezzi, ma leggere la Parola di Dio: è Gesù che ci parla lì! E accoglierla con cuore aperto. Allora il buon seme porta frutto!”
Nulla di così rivoluzionario, ma bisogna arrivare al nocciolo della questione. Se papa Francesco ci invita a leggere il Vangelo è perché ha capito ciò che molti altri vescovi, sacerdoti e laici non hanno ancora capito: e cioè che ai fini della conversione è più efficiente la parola di Gesù che quella dell’uomo, anche se questo uomo è un devotissimo prete, un preparatissimo cardinale o un beatissimo Sommo Pontefice. E’ per questo che le omelie del papa sono brevi e concise, che i suoi discorsi sono diretti e concreti, perché sa che spesso, alcune omelie (interminabili o incomprensibili) rischiano di allontanare da Dio più che avvicinare a Lui!
Molti santi ne hanno dato l’esempio dimostrando che nel cuore dell’uomo, nell’abisso più profondo dell’animo umano, solo la voce di Dio può aprire una breccia tra le più incallite posizioni, i più fermi scetticismi, le più acerrime resistenze ideologiche, le più ferree idolatrie del proprio pensiero e le più ermetiche chiusure del superbo orgoglio di chi rifiuta Dio.
Il primo esempio è quello di un santo così caro a papa Bergoglio per essere il fondatore della Compagnia di Gesù. Ignazio di Loyola era un uomo dal carattere duro e deciso, un cavaliere dedito alle armi, impegnato nelle battaglie e nelle rivolte del suo tempo. Dopo essere rimasto ferito e costretto al riposo, gli furono dati dei libri di carattere religioso e fu la lettura della vita di Cristo (Vita Christi di Landolfo di Sassonia) che fece scattare in lui il processo di conversione. La parola di Dio convertì anche sant’Agostino che sentì una voce che diceva “tolle lege“, prendi e leggi e, dopo aver letto un brano della Lettera ai Romani, diede il suo passo definitivo verso Dio. Leggere dunque il Vangelo può cambiarti la vita, perché la parola di Gesù ha una forza umanamente incomprensibile: scaccia i demoni, consola, dona speranza e fa luce sui nostri panorami esistenziali più bui.
Ne sapeva qualcosa san Francesco a cui il papa si ispira per il suo pontificato. Il “poverello” d’Assisi soleva aprire il Vangelo “a caso” per leggervi una parola e trovare una ispirazione da parte di Dio. Attraverso le scritture, infatti, l’uomo e Dio hanno la possibilità di comunicare e dialogare come due amici o due innamorati. E’ il fine della cosiddetta Lectio Divina o delle Scrutatio della Parola di Dio: in cui Dio parla all’uomo in un dialogo d’amore per ispirare, incoraggiare e suggerire. Un altro santo, figlio spirituale di san Francesco, Padre Pio si commuoveva mentre leggeva il Vangelo, e a chi gli chiedeva perché piangesse rispondeva: “E ti par poco che un Dio conversi con le sue creature?”.
Ecco dunque la verità sul Vangelo di papa Francesco che non è altro che il Vangelo di Gesù, in commercio già da diversi secoli e da decenni in vendita a prezzi stracciati nelle librerie cattoliche (l’edizione San Paolo, ad esempio, costa €1,60: come due caffè o come un pacchetto di caramelle). Perciò, se veramente volete dare retta a papa Francesco, comprate il Vangelo, uno qualsiasi; scaricatelo da internet; fotocopiatene qualche capitolo; cercatelo in qualche biblioteca o in qualche bancarella di libri; rubatelo a qualche zia che ne abbia una o più copie inutilizzate nello scaffale; fatevelo prestare dal parroco o regalare da papà; chiedetelo ai Re Magi o fatevelo regalare per il compleanno, per l’onomastico o per la promozione… ma soprattutto leggetelo, leggetelo e ancora leggetelo. E’ questo che vorrebbe il nostro papa Francesco.
Lo stesso è successo con le famose “Misericordine“: l’intento del papa era quello di incentivare la preghiera del Santo Rosario e della devozione alla Divina Misericordia. Ma la caccia forsennata al prodotto (questo sì, in vendita a € 4,90) conferma che, come dice il proverbio, “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”.