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Per i miracoli ci vuole fede

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 09/05/14
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Cosa accade quando si verifica una guarigione inspiegabile

Il grande evento della canonizzazione dei due papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ha riportato all'attenzione dell'opinione pubblica la questione del riconoscimento dei miracoli richiesto dalla procedura canonica ordinaria. L'interesse è aumentato anche perché la canonizzazione di Angelo Roncalli, è avvenuta – per decisione di Papa Francesco – pro gratia. Ma cosa bisogna intendere per guarigione miracolosa? Quando un evento è scientificamente insoeigabile? Aleteia lo ha chiesto a Franco Balzaretti, vice presidente nazionale dell’Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani) e membro effettivo del Bureau Medical di Lourdes che segue da tempo tutte le procedure per la dichiarazione di “miracolo”.

 

Quando si può dire di essere in presenza di un miracolo?

Balzaretti: Contrariamente a quanto si crede, un miracolo non è solo un fatto sensazionale o inspiegabile, ma implica anche una dimensione spirituale. Per cui una guarigione, per essere qualificata come miracolosa, deve rispettare due condizioni: che avvenga, cioè, secondo modalità straordinarie e imprevedibili e che sia vissuta in un contesto di fede. Sarà perciò sempre indispensabile un dialogo tra la scienza medica e la Chiesa: il significato del "miracolo", pur essendo essenzialmente legato alla religione e alla teologia, presenta delle chiare valenze di rilevanza scientifica e filosofica.

Quali sono, allora, gli elementi di un miracolo?

Balzaretti: Sono due gli aspetti fondamentali da considerare e che vanno sempre ben distinti: il fatto anormale, cioè il fenomeno stesso della guarigione, che si caratterizza per essere assolutamente inaspettata ed inspiegabile, rispetto alle previsioni mediche abituali, ai dati della letteratura scientifica e che sarà oggetto di un’inchiesta medica approfondita, e il segno che invita a credere nell’intervento speciale di Dio. Intervento che deve essere riconosciuto dalla Chiesa e solo dalla Chiesa. Una parte preponderante dei miracoli è rappresentata, oggi come al tempo di Gesù, dai "miracoli di guarigione". Questo il motivo per il quale il loro studio medico-scientifico viene affidato a dei periti o esperti medici.

Si è occupato di molte guarigioni inspiegabili?

 

Balzaretti: Faccio parte da circa dodici anni del Comitato medico Internazionale di Lourdes costituito da medici e specialisti, altamente qualificati, che prendono in esame le guarigioni spontaneamente dichiarate all’Ufficio delle Constatazioni mediche del Santuario di Lourdes. Ne fanno parte una ventina di membri, tutti specialisti nei loro rispettivi ambiti e devono esaminare i dossiers dichiarati. Sono stato chiamato, inoltre, a far parte Commissione medico/teologica della Diocesi di Vercelli, che ha operato dal 22 giugno 2007 all' 8 gennaio 2008 per prendere in esame una guarigione inspiegabile attribuita all’intercessione del Beato mons. Luigi Novarese

 

Ci possono essere delle spiegazioni dell'evento "miracoloso" legate alla suggestione psicologica?

Balzaretti: No, perché i criteri sono molto rigorosi. E, nello specifico, il terzo criterio di valutazione esclude tassativamente ogni possibile componente psichica. Inoltre la guarigione per essere definita scientificamente non spiegabile (e quindi utile per una eventuale definizione teologica di miracolo) necessita di speciali attribuzioni.

Quali sono?

Balzaretti: Si deve al cardinale Prospero Lambertini, poi Papa Benedetto XIV, il merito di aver precisato le caratteristiche del miracolo anche sotto l'aspetto medico-scientifico. Infatti nella De servorum beatificatione et beatorum canonizatione (libro IV, capitolo VIII, 2 – 1734) questi fissava 7 precisi criteri per il riconoscimento della straordinarietà o inspiegabilità di una guarigione. Secondo una formulazione moderna dei criteri del card. Lambertini: la malattia deve avere caratteristiche di grave infermità che riguardi un organo o una funzione vitale; la diagnosi reale della malattia deve essere sicura e precisa; la malattia deve essere unicamente organica e, quindi, sono escluse tutte le patologie psichiche; un’eventuale terapia non deve aver favorito il processo di guarigione; la guarigione deve essere istantanea, immediata ed inattesa; la ripresa della normalità deve essere completa, perfetta e senza convalescenza; non si devono manifestare recidive, ma la guarigione deve essere definitiva e duratura.

Quando la medicina termina il suo compito per lasciare spazio alla fede?

Balzaretti: Quando la Commissione Medica stabilisce che tale guarigione è da considerarsi inspiegabile in base alle conoscenze medico scientifiche del momento. Per cui, accertata all'unanimità o a netta maggioranza l'inspiegabilità di una determinata guarigione, questa passa all'esame delle varie commissioni teologiche preposte per la eventuale definizione di miracolo, che compete solo all’autorità ecclesiastica, e per la quale i medici non intervengono minimamente,

Per un medico cattolico è più facile credere all'evento inspiegabile?

Balzaretti: Sì e no! Perché il medico cattolico deve saper sempre conciliare le esigenze della ragione con quelle della fede, in quanto il suo ruolo e funzione è di non eccedere in un eccessivo positivismo, ma anche – e soprattutto – di escludere ogni possibile spiegazione scientifica. E questo lo deve fare con il massimo rigore ed intransigenza, così come gli viene chiesto dalla stessa Chiesa. Per questo i medici cattolici, chiamati a valutare e a discernere le guarigioni più eclatanti, sono comunque sempre motivati da esigenze scientifiche, proprie della loro professione e seguono il principio del dottor Jean Bernard : “quel che non scientifico non è etico”. Anche se credenti, tuttavia, nei loro dibattiti, la metodologia seguita è, esattamente, la stessa che viene utilizzata per la ricerca scientifica, universitaria e delle società scientifiche internazionali. E' importante, quindi, sottolineare che i medici cattolici rispondono delle proprie decisioni alla Chiesa che richiede rigore scientifico, severità, intransigenza e oggettività assoluta.

 

 

 

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