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Suora argentina in Siria dopo l’appello del papa ad andare nelle periferie

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Catholic News Agency - pubblicato il 06/05/14
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Suor Maria Nazareth si prepara per il suo servizio ad Aleppo
Una suora originaria dell’Argentina che ha servito per quattro anni nella Striscia di Gaza si sta preparando ad andare nella città siriana di Aleppo in risposta all’appello di papa Francesco ad aiutare quanti sono dimenticati da tutti.

Nella sua prima udienza generale dopo l’elezione, il 27 marzo 2013, papa Francesco ha esortato i cattolici a “uscire da noi stessi… per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto”.

Suor Maria Nazareth ha preso a cuore questo appello. “Andrò ad Aleppo, nel nord della Siria”, ha detto all’associazione caritativa cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre il 28 aprile.

La Siria lacerata dalla guerra, che secondo i bilanci ha provocato negli ultimi tre anni 150.000 morti e ha costretto oltre 9 milioni di persone ad abbandonare le proprie case, è sicuramente un Paese di persone dimenticate e bisognose di comprensione, consolazione e aiuto.

Ian Pannell, della BBC, il primo giornalista occidentale ad Aleppo quest’anno, ha scritto il 28 aprile che i siriani “si sentono evitati da quella che ritengono l’indifferenza del mondo esterno. Sono indifesi di fronte agli attacchi incessanti, intrappolati tra due fazioni determinate a combattere fino allo stremo e con poche speranze di trovare sollievo”.

Suor Maria Nazareth ha scelto di recarsi ad Aleppo per aiutare le sue consorelle dell’Istituto del Verbo Incarnato, che assistono il vescovo George Abou Khazen, vicario apostolico della città. Lavorerà anche in un pensionato studentesco per ragazze cristiane.

“Ho chiesto ai miei superiori se potevo andare in Siria, non l’hanno chiesto loro a me. Questo è il nostro modo abituale, non siamo mandati dai nostri superiori, ma noi stessi dobbiamo chiedere il permesso di intraprendere una missione difficile”.

Negli ultimi mesi, Aleppo è stata soggetta a “barrel bombs” da parte del regime siriano. Le bombe vengono sganciate dal fianco degli elicotteri e cadono indiscriminatamente su civili e ribelli.

In base al Centro per la Documentazione delle Violazioni, un gruppo di monitoraggio dell’opposizione, dal 22 febbraio nella provincia di Aleppo quasi 700 civili sono stati uccisi da “barrel bombs” e aerei da guerra.

La città è attualmente divisa tra distretti controllati dal regime siriano, dall’Esercito Siriano Libero e da curdi, e i combattimenti hanno subito un’escalation nelle ultime settimane.

“Confido in Dio e nella Vergine Maria”, ha affermato suor Maria Nazareth. “Come membri di un’ordine religioso godiamo della sua protezione speciale. Oltre a questo, sono accompagnata dalle preghiere di tante persone del mio ordine. I nostri sacerdoti e le nostre sorelle pregano in particolare per il Medio Oriente”.

Nel 2013, molti cooperatori e cristiani sono stati rapiti nei pressi di Aleppo. A ottobre, 17 volontari della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa sono stati sequestrati, ad aprile è stata la volta di due vescovi ortodossi, il cui autista è stato ucciso.

Un sacerdote di Aleppo ha detto alla CNA nel giugno 2013 che stava tornando in città perché era suo “dovere”, e avrebbe preso un elicottero perché viaggiare in automobile era troppo pericoloso per i cristiani.

“So che ci sono dei pericoli”, ha detto suor Maria Nazareth. “Anche il viaggio verso Aleppo non è privo di difficoltà. Servono 12 ore per percorrere il tragitto da Damasco, che non è poi così lungo, a causa del gran numero di checkpoints”. Tra Damasco e Aleppo ci sono appena 370 chilometri.

“Ti può succedere qualcosa ovunque”, ha detto la religiosa, che arriverà ad Aleppo da un’altra zona difficile, Gaza City, la più grande città nella porzione di Palestina situata a occidente di Israele. Ospita 1,7 milioni di persone ed è governata dal 2007 dal movimento islamista Hamas.

Da quando Hamas è arrivata al potere lì, Israele ha messo in atto un blocco economico della Striscia di Gaza, diminuendo il flusso di persone e beni nello sforzo di limitare gli attacchi contro Israele lanciati dal territorio. Israele conduce anche raid aerei contro i militanti nella Striscia di Gaza. Secondo i medici palestinesi, un attacco aereo del 16 gennaio ha ferito cinque abitanti di Gaza, quattro dei quali bambini.

“Per me è molto difficile lasciare questo posto”, ha ammesso suor Maria. “Sono stata benissimo qui. Ho sviluppato un grande affetto per la gente di Gaza, e fin dall’inizio sono stata accettata come un membro della famiglia. La situazione qui non è facile, come potete immaginare”.

“I cristiani sperimentano molte difficoltà nella loro vita quotidiana, ma la loro fede è sempre stata un esempio per me. Questo pensiero mi accompagnerà ora in Siria”.

Il Paese in cui suor Maria si sta recando è al centro di una guerra civile iniziata nel marzo 2011, quando alcune dimostrazioni hanno scatenato una protesta nazionale contro il Governo di Bashar al-Assad, Presidente della Siria e leader del Partito Ba’ath del Paese.

Il 3 giugno si terranno le elezioni. Secondo Sana, l’agenzia di notizie siriana, ci sono 11 candidati per la carica di Presidente. È la prima volta in decenni che si presentano più candidati. La famiglia Assad è arrivata al potere nel 1971.

Attualmente ci sono circa 2,7 milioni di rifugiati siriani nei Paesi vicini, soprattutto in Libano, Giordania e Turchia. Si stima che altri 6,5 milioni di siriani siano sfollati all’interno del Paese.

La guerra civile vede confrontarsi il regime siriano e una serie di gruppi ribelli. I ribelli includono moderati come l’Esercito Siriano Libero, islamisti come il Fronte al-Nusra e lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, e separatisti curdi.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]
 

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