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Perché spopola il selfie?

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Aleteia - pubblicato il 28/04/14
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Una riflessione storico-artistica per capire come si è arrivati a questa vera e propria ossessione per la propria immagine
Perché va di moda l’autoritratto fotografico? In un articolo pubblicato il 1 aprile dal Messaggero si cerca di approfondire questo tema chiedendosi come si è arrivati a questa vera e propria ossessione per l’autoscatto (più o meno artistico), e l’autoritratto in generale (oggi chiamato universalmente selfie)? Da dove nasce la mania, tutta moderna, del mito di Narciso, innamorato della propria effigie?

La storia del selfie
Un libro appena pubblicato, L’autoritratto – una storia culturale (Einaudi, 288 pagine, 28 euro) cerca di rispondere a questa domanda, mostrando come, attraverso i secoli, l’uomo, e gli artisti in particolare, abbiano cercato di raffigurare se stessi, dai primi scriba che fanno capolino nelle pergamene delle miniature medioevali, fino al boom del Rinascimento e all’esordio della fotografia e della scultura auto-referenziale.

Specchio riflesso
L’autore, il critico e storico dell’arte britannico James Hall, non usa mai la parola fatidicaselfie, ma utilizza il self-portrait come grimaldello per capire il fenomeno, per comprendere come siamo arrivati a questo punto. Un uomo allo specchio, presumibilmente l’autore, appare per la prima volta, con tutta la sua potenza espressiva, ne I coniugi Arnolfini, del pittore fiammingo Jan van Eyck, e nello stupefacente Uomo col turbante, che a metà del Quattrocento può ben dirsi il primo cultore dell’autoritratto. Ma è proprio lo specchio, e la sua diffusione nel mondo, che scatena la moda di ritrarre la propria immagine, e di utilizzarla come mezzo di promozione personale, così come oggi si mette la nostra foto meglio riuscita nella home page del social network preferito.

 

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