Il Parlamento francese sta esaminando la proposta di legge sull’uguaglianza di genere
Il Parlamento francese sta esaminando la proposta di legge sull’uguaglianza tra donne e uomini. Pubblichiamo una nostra traduzione di un intervento dell’associazione
Le Nouveau Féminisme Européen.
Le Nouveau Féminisme Européen.
Giovedì 17 aprile scorso, i senatori francesi hanno iniziato ad esaminare in seconda lettura il progetto di legge sull’uguaglianza tra donne e uomini.
E’ veramente utile una nuova legge sull’uguaglianza?
Dato che la Francia è una democrazia di cui l’uguaglianza è un principio fondatore, si poteva pensare che tutto fosse già organizzato, regolamentato, calibrato in materia di uguaglianza donna/uomo. Ma per un governo che ha fatto dell’uguaglianza uno slogan, ossia la propria ideologia, sicché questo principio assomiglia sempre di più all’egualitarismo, pareva necessario avere una nuova legge tra le tante già esistenti.
Così, in questo «pot pourri» – tanti sono infatti gli argomenti relativi agli ambiti più diversi – la legge vorrebbe trattare tutte le situazioni: uguaglianza professionale, violenza sulle donne, dimenticando magari quelle sugli uomini, distribuzione di compiti domestici, immischiandosi in ogni aspetto della vita delle coppie e delle famiglie…
Noi apprezziamo, sia chiaro, l’uguaglianza in materia professionale: «a lavoro uguale, salario uguale». Troppe donne hanno degli stipendi inferiori, soprattutto quando sono sole dopo aver allevato dei bambini. Ma abbiamo veramente bisogno di una nuova legge, quando sarebbe sufficiente applicare quelle giù esistenti?
I veri obiettivi dell’operazione non sono questi. Si tratta piuttosto di tradurre in un testo legislativo tutti i programmi d’azione presentati dal governo e quindi il testo di riferimento è il Programma d’azione per la lotta contro la discriminazione e per l’uguaglianza di genere (ottobre 2012).
Il nostro rammarico
Questo testo ci lascia l’amaro in bocca, perché questa visione di una società egualitaria pretende che le donne facciano le stesse cose degli gli uomini. Così l’uomo è la differenza della donna.
Se non si guarda quello che la donna e l’uomo hanno di specifico e di comune, l’uguaglianza diventa ricerca di uniformità di funzioni e di responsabilità in tutti i campi della vita in società, compresa la vita delle famiglie.
Questo progetto di legge è impregnato di pensiero marxista e non riesce a mettere insieme «uguaglianza e differenza» perché per questi ideologi «differenza» significa «gerarchia».
Il testo ha tralasciato l’opportunità di ridare all’uomo il proprio posto in ambiti che egli ha ormai disertato: l’istruzione, la medicina, la giustizia … Gli uomini non fanno ormai quasi più certi lavori, come l’insegnamento. Perché fare tanti sforzi di regolamentazione affinché le donne accedano a funzioni considerate “maschili” e non proporre la stessa cosa per gli uomini?
I punti inaccettabili
Il congedo parentale è previsto per una durata di 3 anni a condizione che il padre accetti di prendere 6 mesi di questo congedo. Altrimenti quei 6 mesi saranno perduti per il bambino. L’ideologia egualitarista penalizza il bambino. Facilitare il congedo parentale dei padri è una cosa, obbligarli è un’altra.
Questo progetto va contro la libertà delle coppie e delle famiglie di organizzare la loro vita personale.
L’aborto: quando il ministro per i Diritti della Donna ha dichiarato che questo progetto di legge avrebbe trattato tutte le questioni relative alle donne, ci si sarebbe aspettati di vedere trattato anche l’argomento dell’aborto. L’obiettivo è chiaramente di banalizzare l’aborto e di trasformare una eccezione (Legge Veil del 1975) in un «diritto all’aborto», tramite l’eliminazione dello «stato di pericolo» e dell’informazione della madre circa una possibilità alternativa.
Ci si rifiuta di guardare la realtà di un gran numero di donne per le quali l’unico esito dell’aborto sarà una vita difficile, sia sul piano affettivo e psicologico che su quello materiale. C’è anche la deresponsabilizzazione totale dell’uomo.
Le violenze sulle donne: Queste violenze sono intollerabili, soprattutto quando riguardano le persone più vulnerabili. Ma ci sono anche le violenze sugli uomini. Non vanno dimenticate le violenze che consistono nel non riconoscere alle donne il loro statuto di madri o di spose, dopo la legge Taubira; c’è la banalizzazione del ricorso alla inseminazione artificiale, come se la maternità fosse una situazione banale; c’è infine l’indifferenza tra i sessi che è di fatto l’obiettivo vero e finale dell’uguaglianza.
Non possiamo sostenere questo progetto che non risponde per niente alla questione legittima di una giusta collaborazione tra le donne e gli uomini, nel rispetto delle loro differenze come pure di quanto hanno in comune. Per raggiungere l’uguaglianza, si vuole che la donna sia un clone dell’uomo. Questo non lo vogliamo!
Seguiremo questo dibattito con una particolare attenzione…
Elizabeth Montfort et
Nicole Thomas Mauro,
Nicole Thomas Mauro,
Già deputate al Parlamento europeo
(Traduzione dal francese di Benedetta Cortese)