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Terra Santa: cooperare è possibile?

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Anna Pelleri - Aleteia - pubblicato il 17/04/14
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Il desiderio di pace e l’attesa di Papa Francesco. Intervista ad Alberto Repossi – Project Manager Fondazione AVSI a GerusalemmeAVSI, ONG Cattolica presente da 40 anni in oltre 30 paesi in via di sviluppo, opera anche in Terra Santa dal 1993. La sua missione è la “cooperazione allo sviluppo”: le persone che vivono in condizioni di necessità vengono accompagnate in un pecorso che risponde sì alle necessità contingenti  ma, soprattutto, ha lo scopo di innescare un vero e proprio sviluppo della persona. Abbiamo intervistato un cooperante – Alberto Repossi – per capire come è possibile portare la pace e lo svilupo in questa terra e come è vissuta l’imminente visita di Papa Francesco.

Cosa vuol dire cooperare per la pace e lo sviluppo dei popoli in un luogo che sembra non conoscere pace?

 Alberto Repossi: Credo che la risposta sia sempre come si guarda la persona, la quale  non e’ un “problema da risolvere”, ma qualcuno con cui condividere un pezzo di vita. Se si parte dai bisogni e dai desideri di coloro che incontri, allora l’altro si sente abbracciato e sarà disposto a collaborare. Le persone non hanno il problema politico in primis, ma di vivere una vita degna, lavorare, crescere i figli  ecc.

Che ruolo ha la Chiesa cattolica nella ricerca del dialogo necessario a questo scopo?

 Alberto Repossi: La Chiesa e’ molto presente tra la gente e cerca di aiutarla. Le scuole cristiane sono aperte alle persone di religione diversa, cristiani e musulmani. Diversi sono ora i responsabili di autorita’ locali di religione musulmana che, avendo fatto le scuole cristiane, hanno una stima per la Chiesa, e quindi un atteggiamento di apertura e di confronto nella soluzione dei nuovi problemi che sorgono. Anche con la parte ebraica, la chiesa cattolica e ortodossa spesso si presentano come un unico corpo e questo aumenta la possibilita’ di dialogo altrimenti impossibile nella difesa dei diritti delle persone.

Il Papa verrà in Terra Santa tra il 24 e il 26 maggio. Come è vissuta questa visita dalle persone con le quali lavorate – cristiani e musulmani?  

 Alberto Repossi: Il Papa e’ una figura molto sentita dalla gente. Tutti hanno appreso la notizia della prossima visita con entusiasmo, e cercano gia’ di trovare la via migliore per poterlo almeno vedere nei 3 giorni in cui stara’ qui. Inoltre, visto lo storico incontro con il patriarca ortodosso greco, credo che anche da parte degli ortodossi ci sara’ un’attenzione e una aspettativa molto grande per le conseguenze che questo incontro portera’ nella vita delle due chiese maggiori.

www.avsi.org 

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