“Non possiamo pregare di essere liberati da tutto ciò che consideriamo male, perché ci sono cose che noi crediamo siano male mentre invece non lo sono affatto” (Concilio di Trento)
Quesito
Carissimo padre Angelo,
ho una domanda di cui le chiedo un chiarimento. Alcuni sacerdoti, tra cui esorcisti, dicono che l’ultimo versetto del Padre Nostro, va inteso come "liberaci dal Maligno", piuttosto che da "liberaci dal male". Il male, quindi, va considerato come una persona, cioè la persona del demonio. Se tutto ciò è corretto, vuole dire che noi quando odiamo il male, dobbiamo odiare la persona del demonio e perciò anche Dio odiando il male, odia il demonio. Questo ragionamento è corretto oppure no?
La ricordo nella preghiera alla Madonna.
Cordiali saluti nel Cuore di Gesù,
Mario
Risposta del sacerdote
Caro Mario,
1. l’espressione liberaci dal male è ambivalente. Significa sia liberaci dal maligno, sia liberaci dal male.
Nel Vangelo secondo Matteo si chiede di essere liberati dal male. Il termine greco usato è poneròs (male) preceduto dall’articolo. E può effettivamente indicare anche il Maligno, Satana. Tale interpretazione è perfettamente in linea con quanto il Signore ha chiesto nella preghiera dell’ultima cena: “Non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno” (Gv 17,15). “In questa richiesta, il Male non è un’astrazione; indica invece una persona: Satana, il Maligno, l’angelo che si oppone a Dio. Il «diavolo» è colui che «vuole ostacolare» il Disegno di Dio e la sua «opera di salvezza» compiuta in Cristo” (Catechismo della Chiesa Cattolica 2851).
2. Nello stesso tempo chiediamo di essere liberati da tutti i mali. Questi mali non sono persone, ma cose o realtà che mancano della perfezione dovuta e che pertanto costituiscono un male per noi.
3. Pertanto quando odiamo il male possiamo odiare sia il demonio sia il male in se stesso. Anzi, bisogna dire che in tanti mali il demonio non c’entra nulla. Diversamente dovremmo vedere il demonio dappertutto, anche quando una persona è colpita da un raffreddore.
4. Approfitto della tua domanda per andare avanti. E mi chiedo: quali sono i mali da cui chiediamo di essere liberati?
Ecco come risponde in maniera stupenda il Catechismo Romano del Concilio di Trento: “Non possiamo pregare di essere liberati da tutto ciò che consideriamo male, perché ci sono cose che noi crediamo siano male mentre invece non lo sono affatto. Si pensi a quella «spina nella carne» che tanto faceva soffrire san Paolo e che, per rivelazione di Dio, l’Apostolo seppe che gli era stata confitta per rendere perfetta la sua virtù con l’aiuto divino (cfr. 2 Cor 12,7-9). Se infatti noi conoscessimo il valore e l’efficacia di molti nostri dolori non solo non chiederemmo di esserne sollevati, ma ringrazieremmo il Signore di averceli dati. In questa preghiera chiediamo a Dio che siano allontanati da noi tutti e soli quei mali che non recano alcun vantaggio alla nostra anima, disposti per amore di Dio a vivere con serenità tutti quelli da cui derivi qualche frutto spirituale per la vita eterna. Come preghiamo di essere liberati dalla tentazione, così nello stesso spirito e alle stesse condizioni invochiamo di essere liberati dai mali interni ed esterni, dall’acqua e dal fuoco, dalla grandine e dalla folgore, dalla carestia e dalla guerra, dalle malattie e dai saccheggi, dal carcere e dall’esilio, dai tradimenti e dagli agguati, insomma da ogni male e da ogni causa di esso. Noi non intendiamo come male solo ciò che è tale per generale consenso degli uomini, ma anche tutto ciò che universalmente o quasi è ritenuto un bene (ricchezze, salute, forza, onore, la stessa vita terrena), ma che può in determinati casi essere vòlto al male o non convenire alla vita e agli interessi del nostro spirito. In questo senso chiediamo a Dio di essere liberati dalla morte improvvisa, di non provocare su di noi la sua collera, di non incorrere nei castighi degli empi, di essere salvati dal fuoco del purgatorio e di salvare anche le altre anime. Insomma la Chiesa, tanto nella Messa che nelle litanie, interpreta l’invocazione «liberaci dal male» nel senso che siano tenuti lontani da noi tutti i mali passati, presenti e futuri” (Catechismo Romano, n. 419).
5. Questo medesimo Catechismo dice inoltre: “Il male da cui chiediamo di essere liberati è soprattutto il demonio. (…).
Il demonio è chiamato «male» anche perché, pur non avendogli noi fatto alcun danno, tuttavia ci muove una guerra senza tregua e ci perseguita ostinatamente con odio mortale. Certo non ci può nuocere se ci muniamo di fede e di innocenza; tuttavia egli non si stanca mai di tentarci con mali esterni e con tutti i mezzi a sua disposizione. Anche per questo, e in tal senso, noi preghiamo Dio di liberarci dal male. E diciamo «dal male» e non «dai mali», perché qualunque male che ci provenga dal prossimo ha anch’esso come ultimo istigatore e autore il demonio. Non dobbiamo quindi andare in collera con il prossimo, ma con Satana che spinge contro di noi gli altri uomini. Nella nostra preghiera chiediamo dunque di essere liberati dal male noi stessi, ma anche che Dio strappi dalle mani di Satana i nostri fratelli”
(Catechismo Romano, n. 420).
Ti ringrazio per il ricordo alla Madonna che mi hai promesso.
Lo ricambio volentieri e ti benedico.
Padre Angelo