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Impresa sociale: una realtà del nostro tempo

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 15/04/14
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A Roma un convegno degli imprenditori cristiani fa il punto su politiche di responsabilità sociale e best practiceFare impresa sociale sostenibile. Realtà o illusione?”: è questo il tema del convegno-tavola rotonda che si svolgerà il 16 aprile nella sede della Banca Finnat di Roma. Il convegno, promosso dall’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) della capitale, intende fare il punto della situazione dell’impresa sociale sostenibile presentando importanti case histories e best practice e approfondendo le politiche della responsabilità sociale, anche in rapporto ai suoi modelli più evoluti. Aleteia ne ha parlato con uno dei relatori che interverranno all’appuntamento dell’Ucid, lo specialista di chirurgia plastica ed estetica, prof. Fabio Abenavoli, presidente di Emergenza sorrisi Onlus, una ong che promuove missioni chirurgiche in più di 20 Paesi del mondo con l’obiettivo di operare bambini affetti da malformazioni al volto e altre patologie.
 
Si parla sempre più spesso di impresa sociale: perché è ormai necessario che l’impresa acquisisca questo carattere?
 
Abenevoli: Non credo che sia l’impresa ad acquisire questo carattere quanto le persone a cui l’impresa si rivolge che “esigono” una socialità e solidarietà da parte delle aziende, imprese e società alle quali rivolgono le proprie attenzioni di consumatori e/o clienti. Una azienda “sociale” vuol dire che sia anche sensibile maggiormente alle esigenze del cliente e consumatore. Che sia meno portato a “sfruttarlo” e che sia interessato che il prodotto fornito sia davvero di elevata qualità.
 
E’ l’etica il concetto chiave di questa visione d’impresa?
 
Abenevoli: L’etica ha origine dalla parola greca etos che significa carattere – costume e  quindi torniamo al concetto che una azienda con una visione etica della propria attività abbia al suo interno un carattere ed un comportamento idonei a garantire al cliente un prodotto ottimale nel suo insieme.
 
L’Onu ha lanciato un gravissimo allarme sull’inquinamento ambientale: cosa possono fare le imprese per la sostenibilità in questo campo?
 
Abenevoli: Purtroppo non credo che le aziende possano interferire in questo settore. Il problema è un problema globale dove i Paesi stessi dovrebbero dare direttive – in parte lo fanno ma sono disattese o su base volontaristica- alle grandi aziende su i comportamenti da tenere nei loro interventi.
 
Nel titolo del convegno c’è la domanda "realtà o illusione?": perché questo dubbio relativamente all’impresa sociale?
 
Abenevoli: Credo che il dubbio sia legittimo se le aziende utilizzano il concetto di etica per attirare clienti o per convincere i propri collaboratori della bontà del proprio management e non per proporsi come portatrici di comportamenti virtuosi a vantaggio dell’intera comunità. Bisogna davvero che il concetto di impresa sociale entri a far parte di tutte le aziende, grandi e piccole e venga considerato come priorità all’interno delle attività delle aziende stesse e non come peso o come realtà a se stante.
 
 
 

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