Il pontefice chiede di non dimenticare la morte di un giovane argentino linciato a Rosario per aver rubato
Papa Francesco ha espresso la propria costernazione per il linciaggio mortale di un ragazzo in Argentina la settimana scorsa. “Mi faceva male tutto, il corpo del pibe (ragazzo), il cuore di coloro i quali davano i calci", ha scritto in una lettera appena venuto a conoscenza dell’attacco a Rosario.
“La scena mi ha fatto molto male, sentivo quei calci nell’anima”, ha confessato. “Lo abbiamo educato noi, non era un marziano, è cresciuto tra di noi. Mi sono ricordato di Gesù. Che avrebbe detto se fosse stato lì come arbitro? Chi è senza peccato dia il primo calcio”, ha detto il papa riferendosi al linciaggio del giovane David Moreira, morto dopo tre giorni di agonia alla fine di marzo dopo aver commesso un furto.
Il pontefice ha espresso la propria condanna dell’attacco in una lettera indirizzata ai fratelli Rodolfo e Carlos Luna, due umanisti che vivono in Svezia e hanno riprodotto il testo su Facebook.
“La cosa peggiore che ci possa accadere è dimenticarci di quella scena. E che il Signore ci dia la grazia di poter piangere… piangere per quel ragazzo delinquente, ma piangere anche per noi”, ha concluso il pontefice.
Carlos Luna, parlando alla radio FM Vorterix, ha ricordato: “Ho inviato tutte le informazioni (al papa) di ciò che era successo in Argentina un sabato e la domenica mi ha risposto”.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]