In un video si anticipano le idee del suo pontificato
Cercare l’ispirazione di papa Francesco non è difficile. A dir la verità, è molto semplice. Il pontefice ripete sempre gli stessi temi di cui parlava quando era arcivescovo di Buenos Aires: la misericordia, l’amore di Dio, la parabola del samaritano, il donarsi agli altri, l’elemosina.
Ci hanno sorpreso alcune sue frasi a Santa Marta e certe immagini e figure, ma non dovremmo stupirci. Papa Francesco, o meglio il cardinal Bergoglio, le usava continuamente. Ad esempio, quando il papa si è chiesto durante una Messa a Santa Marta se quando si fa l’elemosina si lascia cadere la moneta senza toccare la mano, e se per caso si tocca lo si fa rapidamente, o ancora se quando si fa l’elemosina si guarda negli occhi il fratello o la sorella, o se quando una persona è malata si va a farle visita, o la si saluta con affetto, ha usato le stesse parole dell’intervista televisiva che riportiamo in questa sede.
Alcune idee che appaiono nell’intervista sono già state riproposte nelle Messe a Santa Marta, altre non sono ancora state utilizzate. Quando parlerà di queste cose… continuerà a sorprenderci?
Egoismo:
“L’egoismo non è fecondo. Se si esce è per aprirsi agli altri, per aprirsi agli interrogativi degli altri, alle risposte degli altri, allo scambio di esistenze; quando prevale l’aspetto utilitaristico c’è caos e non si cresce, non si è fecondi”.
La fecondità delle persone:
“Ci sono uomini e donne che pur non essendosi mai sposati sono fecondi a livello dell’anima, creano vita dove si trovano. Questa fecondità spirituale è grande, e ci sono uomini e donne che pur essendo sposati e avendo figli non sono fecondi, perché hanno sempre vissuto per sé. Non sono uomini e donne per gli altri”.
Il samaritano:
“C’è sempre qualche scusa. Mi ha colpito l’atteggiamento di quel pover’uomo di cui Gesù racconta la vicenda: viene picchiato dai ladri mentre scende a Gerico, passa il sacerdote, lo vede e pensa: ‘Non ti immischiare’. Passa un levita, lo vede, e il Vangelo dice che passa oltre: ‘Non ti immischiare’. Passa un peccatore, ma un uomo aperto agli altri che conosce le miserie proprie e altrui e non può passare oltre. Passiamo oltre”.
L’elemosina e la carità:
“Alla gente chiedo se qualche volta fa l’elemosina a un mendicante per strada e domando due cose: Lo guardi negli occhi, gli tocchi la mano? Ci sono forme di aiuto che consistono nel gettare una moneta guardando dall’altra parte. Guardarsi negli occhi, toccarsi l’esistenza, è camminare insieme, ed è ciò che ci salva dall’egoismo”.
Il neoliberalismo e la “chiacchiera”:
“È il tranello del neoliberalismo. Il neoliberalismo in fondo è un’onnipotenza. Parlo, do il nome a una cosa… parlo e penso già che sia fatta. È un’iniziazione dell’onnipotenza divina. Ci troviamo in un momento in cui la parola ha perso potenza, ha perso realismo, ha perso riferimento alla realtà. Bla, bla, bla,bla, bla…, ma le cose non si fanno”.
La bellezza:
“C’è un degrado del concetto di bellezza. La bellezza è umiliata, adulterata e svalutata. La bellezza non va mai da sola, procede con due compagne: il bello, il buono e il vero confluiscono. Quando il bello viene degradato, il vero è degradato e lo stesso vale per il buono. Ciò indica un livello di verità e di bontà basso, e colui che si alimenta di quelle ‘cose belle’ tra virgolette si alimenta di un simile livello di bontà e di verità. È un volare molto basso. Non c’è motivo per cui debba essere così”.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]