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Carl Gauss, il matematico di Dio

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Aleteia - pubblicato il 20/03/14
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Fu forse il più grande matematico della sua generazione, non ha mai avuto dubbi sul fatto che ci fosse “di più”Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui” dissero pensatori del calibro di Bacone, Boyle e Pasteur. Un articolo de Il Foglio (17 marzo) ci aiuta a conoscere la vita religiosa di un matematico di prima grandezza quale fu Carl Friedrich Gauss che studiò e insegnò in quella fucina del pensiero scientifico che fu l’università di Göttingen, in Germania. Del geniale matematico (per molti il più grande della modernità, che visse a cavallo tra settecento ed ottocento) sappiamo che aveva una chiara convinzione che: «c’è in questo mondo una gioia della mente che trova soddisfazione nella scienza, e una gioia del cuore che si esprime soprattutto negli sforzi dell’uomo per illuminare le preoccupazioni e i pesi l’uno dell’altro. Ma se il piano dell’Essere Supremo è quello di creare esseri su pianeti diversi e assegnare per loro godimento ottanta o novant’anni di esistenza, sarebbe in verità un piano crudele. Se l’anima vive 80 anni o 80 milioni di anni e poi deve un certo giorno perire, allora questa durata della vita è una mera dilazione del patibolo. Non conterebbe nulla. Uno è perciò portato alla conclusione che in aggiunta a questo mondo materiale ne esiste ancora un altro, puramente spirituale…». “Questa convinzione divina – chiosa l'amico, collega e biografo Wolfgang Sartorius von Waltershausen – fu cibo e bevanda per il suo spirito fino a quella mezzanotte silenziosa in cui i suoi occhi si chiusero. ..”.

Sappiamo che Gauss vedeva nella matematica uno strumento per leggere nel piano divino della Creazione, ma di cui conosceva tuttavia quali fossero i limiti del sapere umano. Narra sempre il Sartorius che in un’occasione lo sentì affermare: “è lo stesso per me se Saturno ha 5 o 7 lune. C’è qualcosa di più alto nel mondo”. Un altro biografo, il Dunnigton, riporta un’altra frase di Gauss: «Ci sono domande le cui risposte io porrei ad un valore infinitamente più alto che quello della matematica, per esempio quelle riguardanti l’etica, o il nostro rapporto con Dio, il nostro destino ed il nostro futuro; ma la loro soluzione resta irraggiungibile sopra di noi, fuori dall’area di competenza della scienza». Per questo leggeva, ogni sera, il Vangelo. Un esempio di fede e scienza che non solo concordano, ma si sostengono a vicenda.

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