Un grande gesto dell’amore di DioCaro padre Antonio, cosa vuol dire che Gesù si è fatto povero per arricchirci?
Riccardo
L'apostolo Paolo nella seconda lettera scritta ai cristiani di Corinto, per stimolarli maggiormente nella carità, ricorda loro l'esempio del comportamento generoso dei cristiani della Macedonia, che nonostante le loro tribolazioni sono stati particolarmente caritatevoli verso i loro fratelli. Ora, per non dare l'impressione che esaltando i macedoni voglia minimizzare i grandi meriti dei Corinti, aggiunge: “Voi conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, giacché per noi Egli si è fatto povero pur essendo ricco, affinché voi diventaste ricchi per la sua povertà” (2 Cor 8,9).
“La povertà” della quale parla San Paolo non è certamente quella materiale, anche perché Gesù era stato molto specifico soprattutto nell'affermare che “le volpi hanno le loro tante e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo, non ha dove posare il capo” (Mt 8, 21).
La povertà della quale parla è un chiaro riferimento a tutto il mistero dell'Incarnazione, che segnò l'abbassamento più umiliante della divinità, al quale fu come offuscata quasi dalla pochezza della natura umana. In questa espressione di Paolo è delineata anche abbastanza chiaramente la dottrina della duplice natura, divina e umana, presente nella persona di Cristo. E' certo però che sempre nella stessa espressione è chiaramente ricordato il fine dell'Incarnazione. Noi diventiamo ricchi perché per mezzo dell'umanità di Cristo, che è la sua “Povertà”, possiamo partecipare alla stessa divinità che è la sua “ricchezza”. A questo proposito è bene ricordare parte del primo capitolo del Vangelo di Giovanni: “A tutti quelli che lo hanno ricevuto Egli ha dato potere di diventare figli di Dio […] e dalla Sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia”.
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