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Don Diana il prete che non si arrese alla Camorra

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Aleteia - pubblicato il 19/03/14
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Il 19 marzo 1994 fu ucciso don Giuseppe Diana per mano dei Casalesi. La figura di un martire dei nostri giorni"Il camorrista e' come Giuda perché vende la vita per denaro." Con queste parole il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, ha celebrato la messa che 20 anni fa, nella parrocchia di San Nicola di Bari a Casal di Principe, fu interrotta con quattro colpi di pistola che uccisero don Peppino Diana. Grande commozione, dopo l'omelia, quando ha preso la parola la sorella di don Peppino. “Nessuno si è dimenticato di te. La tua vita è stata troppo breve, i tuoi nipoti ti hanno potuto conoscere solo tramite noi. Ma nessuno si è dimenticato di te. Hai dato amore e poi la vita per il tuo popolo e ora il tuo popolo ti ricorda. Aiutaci e veglia su noi noi. Sei stato un grande e lo sarai per sempre. Ti vogliamo bene”.  (Il Mattino, 19 marzo)

Un grande slancio missionario
Don Peppino era un prete, attaccato alla sua terra e ai giovani che erano la sua passione. Convinto che dovevamo fare quello e basta, e lui lo faceva con tutta la passione di cui era capace. Ma a essere prete spesso ci si scontra con i camorristi». Don Armando Broccoletti ricorda così don Peppe. Entrambi erano parroci a Casal di Principe, lui dal 1977, don Diana dal 1989. Confratelli e amici. E proprio a don Armando toccò, invece, arrivare per primo di corsa nella parrocchia di San Nicola alla notizia dell’uccisione di don Peppino. «Lo guardai lì a terra e gli chiesi "perché a te?"».
E continua «Oggi penso sempre a lui quando esco per la Messa. Mi torna in mente quell’immagine, di lui ucciso mentre stava per celebrare. Ma mi dà anche una spinta, mi aiuta a capire lo spirito missionario, a non adagiarmi sul quotidiano, così come era lui. A noi sacerdoti la morte di don Peppino ha dato una spinta forte a continuare con maggiore impegno. E non solo a noi». (Avvenire, 17 marzo)

Un sacrificio che porta frutta
Migliaia di studenti da tutte le scuole della Campania hanno sfilato dallo svincolo di Casal di Principe della superstrada NolaVilla Literno fino al cimitero dove riposa don Diana. Il corteo si apriva con uno striscione con la scritta “Per amore del mio popolo”, che è il titolo della lettera che ha scritto don Giuseppe Diana. Nella prima fila anche i fratelli di don Peppe, Marisa e Emilio. “Il sacrificio di Peppe non è stato vano. La folla presente ne è la dimostrazione. Ha svegliato le coscienze. Questa terra sta cambiando”, dicono. (Si24.it, 19 marzo)

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